Vi starete chiedendo di cosa parlerò nel mio articolo? Penso che lo abbiate già intuito: parlerò della violenza sui minori.
Esistono diversi tipi di violenza sui minori, ma in questo articolo mi concentrerò sulla violenza sessuale.

Analizzando i diversi casi dove Medici senza Frontiere (un’associazione che si occupa del rispetto dei diritti umani e aiuta le persone in difficoltà) è intervenuta, mi ha colpito molto il caso dell’Uganda nel 2017.
Nei campi profughi di Bidibidi milioni di rifugiati Sud Sudanesi minori hanno subito violenze sessuali a causa della mancata tutela nei campi di lavoro. Molti di loro hanno anche assistito allo stupro e all’uccisione dei propri familiari da parte delle guardie che li controllavano. Questi avvenimenti sono stati segnalati a MSF da Marie-Anne Henry, attivista che lavora come ostetrica nei campi profughi e si batte ancora oggi per cercare di eliminare questo problema. Dal momento della denuncia, MSF è subito intervenuto fornendo:
– cure mediche
– supporto psicologico con la clinica di salute mentale
– test dell’HIV
– somministrazione del PEP per evitare gravidanze indesiderate
– la possibilità di abortire tramite una clinica regionale
– donazioni di medicinali

Tutte le vittime sono spaventate e traumatizzate da quello che hanno subito e per questo motivo si dà molta importanza alle cure psicologiche per evitare che le vittime cadano in depressione o in disturbi da stress post-traumatici che poi le indurranno, la maggior parte delle volte, al suicidio.
I casi di violenza sui minori, che sono i più frequenti, sono supportati dai centri medici di Bidibidi.
Per intervenire ulteriormente in questa situazione si deve avere una tutela costante principalmente dei bambini e cercare di fare di tutto per individuare i responsabili ed intervenire con tutti i mezzi a disposizione. Per questo, MSF garantisce la tutela dei ragazzi e delle ragazze nel tragitto dall’Uganda ai campi poichè i casi di abuso avvengono sia in Sud Sudan, sia nel viaggio verso l’Uganda, sia nei campi profughi, ma anche al confine con i Paesi da cui provengono. Infatti è molto difficile individuare le vittime perché gli abusi possono avvenire anche durante delle manifestazioni di sensibilizzazione, per questo è molto importante la conoscenza di questo argomento. La vita di un bambino o di una bambina che ha subito abusi è molto difficile e, la maggior parte delle volte, si hanno grossi problemi a socializzare o ad interagire con gli altri e per questo entrano in gioco diverse associazioni come MSF che aiutano con cure psicologiche i bambini nel percorso tormentato e difficile che dovranno affrontare.
MSF ha seguito i casi di 49 persone tra cui la maggior parte minori, che sono stati individuati tramite il passaparola o tramite la raccolta di informazioni personali dei profughi.
Ma come in tutte le imprese si incontrano degli ostacoli, oltre a quelli burocratici e legali, ci sono anche ostacoli che riguardano le gravidanze e problemi di salute e psicologici.

Non riuscirò mai a comprendere chi commette questi atti infidi e immorali perché, non dimentichiamolo, stiamo parlando di violenza sui bambini.

di Giulia Morici, IC Guglielmo Marconi classe 2^E

Fonti: www.medicisenzafrontiere.it, www.nationalgeographic.com/magazine/article/how-bidibidi-uganda-refugee-camp-became-city