Il diritto di essere bambini

Chi tutela i bambini in Nigeria?
La Nigeria si trova nel Golfo di Guinea è lo stato più popoloso dell’Africa centro occidentale, la capitale è Abuja.
Dopo Iraq e Afghanistan la Nigeria è il terzo paese al mondo più colpito dalla minaccia terroristica. Nel nord est molti bambini vengono rapiti. In un’intervista, Hakeem Onapajo, docente presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Nile University di Abuja, ha riportato quanto emerso dai suoi studi e come i bambini siano stati colpiti dal conflitto di Boko Haram, un’organizzazione terroristica attiva nel nord della Nigeria.

“Perché proprio i bambini?”
A questa domanda Onapajo ha risposto che i gruppi armati li reclutano come piccoli soldati, pertanto vengono assassinati, usati come schiavi, abusati sessualmente, inoltre sono particolarmente utili in certe operazioni militari, possono facilmente piazzare esplosivi, agire come scudi umani o attentatori suicidi.
“I bambini soldato sono ideali perché non si lamentano non si aspettano di essere pagati e se dici loro di uccidere uccidono”, ha detto un ufficiale dell’esercito nazionale del Ciad. Onapajo ha raccontato che negli ultimi anni il gruppo terroristico ha colpito sempre più spesso nelle scuole e negli ospedali. Il 26 Febbraio di quest’anno 450 studentesse sono state rapite in una scuola nello stato di Zamfara in Nigeria. Si tratta dell’ennesimo caso di violenza avente come oggetto studenti e studentesse. È sconvolgente che queste azioni accadano proprio nei luoghi in cui i bambini e gli adolescenti dovrebbero essere più sicuri. Le scuole invece sono state prese di mira ripetutamente dai gruppi armati. La cosa che mi stupisce maggiormente è come sia possibile che la Nigeria, che ospiterà la quarta Conferenza internazionale sulle scuole sicure, ed è uno dei primi Paesi che ha approvato la Safe School Declaration, un impegno intergovernativo per proteggere studenti e insegnanti dagli effetti dei conflitti armati, possa continuare ad essere teatro di tali tragedie.

Quale contributo danno le associazioni non governative in questa situazione?
Il loro intervento è molto importante. Per esempio, grazie alle cure del team di MSF , Abubakr, un ragazzino di dieci anni, che 5 anni fa è stato rapito da un gruppo armato e ha vissuto e ha assistito ad eventi traumatici, sta migliorando e presto potrà tornare a scuola.
Oggi i Paesi che usano i bambini-soldato sono almeno 14. Una vergogna che il mondo finge di non vedere. Nella Convenzione dei diritti dell’infanzia, ratificata da 196 Paesi, nei primi 41 articoli sono elencati i diritti riconosciuti a ogni bambino. Tra questi, quattro vengono identificati come principi fondamentali: il diritto alla non discriminazione (art.2), il rispetto del superiore interesse del bambino (art.3), il diritto alla vita, alla sopravvivenza e a un corretto sviluppo (art.6) e il diritto all’ascolto (art.12). Ma è stato necessario introdurre un Protocollo che rendesse operativa la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Il Protocollo vieta il reclutamento e l’utilizzo dei minori in guerra. A oggi, sono 153 gli Stati che hanno ratificato il Protocollo e si sono impegnati a bandire l’uso dei bambini nei conflitti armati. Eppure il fenomeno è in aumento. Nel mondo, secondo l’ONU, sono più di 250.000 i bambini e gli adolescenti arruolati.
I dati più recenti sono allarmanti. Il fenomeno è disastroso soprattutto in Africa. Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, nell’ultimo anno l’arruolamento e l’utilizzo dei bambini in combattimento è quadruplicato nella Repubblica Centrafricana.

Come è possibile che accada tutto questo?
I 196 paesi che hanno firmato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e ratificato il Protocollo perché non intervengono? Come possono restare inermi a guardare?
Forse dovremmo essere noi bambini, che abbiamo la fortuna di vivere in Paesi dove i nostri diritti sono tutelati, ad intervenire. Dovremmo fare una rivoluzione silenziosa e spingere gli adulti ad agire. Quegli adulti che ci insegnano a non assistere silenziosamente alle ingiustizie e ad intervenire quando i più deboli vengono calpestati.
Eppure, il 12 Febbraio è stata istituita la “Giornata internazionale contro l’uso dei bambini-soldato”.

di Giorgio Federico, IC Guglielmo Marconi classe 2^E

Fonti:

  • www.internazionale.it
  • www.africarivista.it
  • www.theconversation.com
  • www.unicef.it
  • www.medicisenzafrontiere.it
  • www.savethechildren.it
  • www.avvenire.it