Quante volte abbiamo sentito parlare della Nigeria e delle sue problematiche?

La Nigeria è uno stato dell’Africa centro occidentale ed è il più popoloso del continente. Ha ottenuto l’indipendenza soltanto nel secolo scorso dopo la colonizzazione inglese, a seguito della quale vi fu un incremento demografico che si mantenne per molti anni, fino al 2000. La Nigeria è abitata da 212 milioni di persone che si dividono in più di 250 gruppi etnici, molto differenti tra di loro, nel piano culturale e in quello economico, che convivono in una situazione precaria a causa delle tensioni all’interno dello stato. In questa nazione la disuguaglianza tra nord e sud è molto evidente, è presente una situazione opposta a quella italiana, ovvero l’area settentrionale è meno sviluppata di quella meridionale. A causa di un violento conflitto interno nel nord est della Nigeria l’assistenza sanitaria è stata compromessa e 7,1 milioni degli abitanti hanno bisogno di cure mediche, a cui però non hanno accesso. Durante questi conflitti le attività agricole si sono interrotte e il cibo è stato esaurito causando il fenomeno della malnutrizione che ancora oggi è presente. Più di un milione di bambini tra i 6 mesi e i 5 anni di età sono gravemente malnutriti. Il 20% di questi sono colpiti da una malnutrizione acuta grave, mentre uno su quindici è colpito da una malnutrizione acuta moderata. Ognuno di questi è a rischio di morte se non trattato con delle cure specifiche. A causa della malnutrizione i bambini sono esposti ad ogni malattia per via dei livelli immunitari molto bassi, una tra le principali è la malaria, di cui il 25% di tutti i casi nel mondo sono rappresentati solamente dalla Nigeria. Possiamo quindi affermare che la malnutrizione non è un unico problema ma è portatrice di altre patologie che aggravano la salute del bambino.

Oggi, in aggiunta delle altre malattie è presente anche il Covid-19, malattia infettiva causata da un virus appena scoperto che viene trasmesso attraverso goccioline prodotte da persone infette quando tossiscono, starnutiscono o respirano. A differenza di molti paesi la Nigeria non ha superato il picco della pandemia bensì è ancora nella fase iniziale, questo soprattutto per la mancanza di materiali sanitari per i medici e per la popolazione. Attualmente, dopo un anno e mezzo dall’ inizio di questa emergenza sanitaria, non sono ancora presenti strutture sanitarie adeguate e personale qualificato. Tuttavia si stanno organizzando corsi di preparazione e risposta al Covid per evitare l’aumento di contagi. Grazie all’intervento dei medici senza frontiere sono stati allestiti punti per il lavaggio delle mani e la somministrazione di farmaci che aiutano a prevenire e contenere il contagio. Sebbene online sia possibile trovare un dato preciso sul numero dei morti per Covid, sappiamo che il numero dei casi dichiarati sono ben lontani da quelli reali.
Nonostante i tentativi di riscatto, la situazione in Nigeria è considerabile una strage nascosta, non solo sul piano epidemiologico ma anche sulla condizione della donna. Dopo la dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948, vennero riconosciuti a tutti i membri della famiglia umana i diritti considerati fondamento della libertà, ma per le donne nigeriane molti di questi diritti non sono ancora tutelati. Dopo l’indipendenza del 1960 le donne cominciarono a prendere parte alla vita politica ottenendo anche il diritto di voto, tuttavia durante le prime due repubbliche furono solo le donne più note ad assumere forti posizioni politiche, nella terza repubblica però venne concesso a tutte le donne, quindi non solo a quelle più note, il diritto di candidarsi per qualsiasi incarico politico. Purtroppo non tutte possono permettersi un’istruzione sufficiente per prendere parte alla vita politica e questo è strettamente legato al luogo di nascita, infatti le donne a nord svolgono principalmente attività agricole e lavori di infima importanza che per la maggior parte delle volte non sono neppure retribuiti. Oltre che dal punto di vista politico la figura femminile in Nigeria è considerata inferiore anche dal punto di vista sociale, nella maggior parte dei casi infatti la donna è sottoposta al controllo da parte del marito che può impedirle di condurre una vita libera per il movimento e accesso agli spazi pubblici come in realtà la costituzione nigeriana prevede. Nell’ambito domestico la violenza è molto diffusa e scandalosamente è considerata accettabile, gran parte delle donne sposate hanno dichiarato di aver subito violenza fisica o psicologica dal marito durante il matrimonio. Per quanto riguarda il matrimonio nella maggioranza dei casi non si parla di donne ma di ragazzine costrette a sposarsi ancor prima di aver compiuto quindici anni, rinunciando alla spensieratezza dell’adolescenza. Il fatto più scandaloso che riguarda la situazione femminile sono le mutilazioni genitali a cui bambine e ragazze sono sottoposte e che fino a 25 anni fa non erano riconosciute universalmente violazione dei diritti umani. Per mutilazioni genitali si intendono quelle pratiche volte alla parziale o totale rimozione dei genitali femminili, esse sono praticate per ragioni culturali, religiose o di altra natura che non sono però a scopo terapeutico. A seguito di queste pratiche le bambine riscontrano gravi problemi di salute e psicologici, esse hanno un tasso di mortalità molto alto e possono inoltre avere seri problemi durante il parto.
Ognuno dei punti analizzati in questo articolo risultano a noi ragazzi di oggi inconcepibili e scandalosi in quanto noi a quest’età vogliamo solamente realizzare i nostri sogni e vivere al meglio questi anni di spensieratezza. Il solo pensiero che alcune persone non hanno libertà e accesso alle cure mediche ci fa sentire più fortunati e crediamo che tutte le verità debbano venire a galla per creare consapevolezza di noi stessi e di quello che abbiamo.

di Ayoub, Mara, Martina, Maruf, Othoi e Pietro. IIS Silvio Ceccato - Montecchio Maggiore (VI) classe 3°ARIM

FONTI:

  • Medici Senza Frontiere Italia ONLUS
  • Save the Children Italia
  • ActionAid Italia Onlus