Quando pensavo alla mia Calabria mi veniva in mente il mare, il sole e le spiagge che profumano di salsedine. Fino al quel 26 febbraio.

Oggi, guardo il mare ed è come se non sentissi più il suo profumo. In Italia, noi del sud, siamo noti  per le nostre straordinarie località di mare, per il blu accecante del cielo d’estate, per le sabbie dorate che raccontano i nostri giorni più felici e spensierati. Oggi quel mare, quel cielo e quelle spiagge non sono più gli stessi. Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio arriva un avviso della Frontex su una nave sospetta nel mare Ionio. Alle ore 04:00, sulle coste di Cutro, avviene il terribile naufragio. Non si hanno dati certi sul numero di persone presenti sull’imbarcazione, ma si ipotizza fossero circa 180. Ad oggi sono stati ritrovati 92 corpi, tra questi molti minori. Le ricerche continuano ogni giorno. La cosa che più mi ha fatto male è stato vedere tutte quelle bare allineate al PalaMilone, il palazzetto dello sport che si trova nel cuore della città di Crotone. Per non parlare poi dei resti che il mare senza pietà ha riportato sulle nostre spiagge. Sono molto triste nel vedere la sofferenza dei pochi sopravvissuti, tutte quelle bare bianche, in cui giacciono bambini innocenti venuti in Italia alla ricerca di un futuro migliore e pieno di speranze. Allo stesso tempo però, sono arrabbiata, perché il problema migranti è un fardello che l’Italia si porta dietro da tanto, troppo tempo. Se penso che sulle spiagge dove noi giochiamo da quando siamo piccoli e dove probabilmente abbiamo vissuto alcuni dei momenti più belli delle nostre vite insieme alla persone che amiamo, ora giacciono cadaveri, resti della barca, giochi che non saranno mai più stretti dai loro piccoli proprietari e l’indispensabile per iniziare una nuova vita, mi si spezza il cuore. Ogni giorno nei nostri mari perdono la vita centinaia, migliaia, di persone. Noi quasi sempre diamo per scontato tutto ciò che abbiamo, senza pensare a chi è meno fortunato che non ha nulla, nemmeno la libertà. Pensiamo a tutti i bambini che provengono da tanti paesi tormentati dalle guerre e dalle dittature che non permettono loro di vivere la vita che ogni bambino meriterebbe. Provo compassione, che dovrebbe essere presente nel cuore e nell’animo di chiunque, perché ci permette di essere più gentili e pronti ed offrire aiuto, amicizia, conforto.
Sono, però, felice ed orgogliosa della mia gente, i calabresi, che ancora una volta hanno dimostrato il loro grande cuore. Solo quando tutti saranno disposti ad abbandonare le cose strettamente materiali e ad aprire il proprio cuore offrendo supporto a chi ne ha veramente bisogno, allora, forse, torneremo a sentire il profumo del mare.

Autori
Chiara Malfei
Classe e scuola
I A Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina (KR)
Insegnante di riferimento
Maria Concetta Ammirati
Foto
G. Pipita