Goal 3 Agenda 2030: Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età

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A livello mondiale negli ultimi decenni sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile. Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi e della diffusione dell’AIDS ma sono necessari ancora molti sforzi per far sì che salute e benessere riguardino la globalità del mondo.

 

Sguardo generale sulla Repubblica Centrafricana.

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La Repubblica Centrafricana, un Paese senza sbocco sul mare, è una delle nazioni più povere del mondo, situata in una regione estremamente instabile: infatti nel 2013 c’è stato un colpo di stato che ha portato al rovesciamento del governo e ad una serie di violenze e saccheggi. Conseguenza di ciò è stata la mancanza di progressi soprattutto nella sanità pubblica e la difficoltà per gli operatori sanitari di raggiungere questo stato per aiutare una popolazione provata non solo dalla miseria ma anche dalla guerra civile.

Medici senza frontiere ha però sfidato la guerra ed è presente in diverse zone della Repubblica gestendo 12 progetti per le comunità locali, fornendo cure generali e di emergenza con un occhio di riguardo a coloro che, in ogni guerra, sono vittime indifese: i bambini. Ed è proprio di loro che voglio occuparmi in questo mio articolo per far comprendere come è necessaria la collaborazione di tutti affinché bambini apparentemente senza un futuro possano crescere e diventare degli adulti forti e importanti per il loro paese.

Il lavoro di Medici senza frontiere in questo paese.

Batangafo è un villaggio nella provincia del Ouham, in Repubblica Centrafricana, dove durante la stagione delle piogge si diffonde la malaria che miete vittime non solo tra i bambini ma anche tra le mamme in gravidanza. Dal 2006 Medici senza frontiere supporta questa popolazione attraverso un’opera di prevenzione, informazione e assistenza medica: all’ospedale di Batangafo otto consultazioni pediatriche su dieci sono dovute a complicazioni della malaria, infatti i bambini che si ammalano riportano poi come conseguenze anemia e disidratazione. Solo nel 2020 sono state trattate contro la malaria circa 40000 persone superando i tanti ostacoli legati anche alla diffusione del Covid. I volontari di medici senza frontiere hanno attuato un programma specifico per combattere la malaria, programma che si compone di tre parti: informazione sui farmaci antimalarici, visita porta a porta alle famiglie per consegnare i farmaci e controllare eventuali reazioni avverse e infine assistenza ospedaliera a quei bambini che manifestano problemi di salute sempre legati alla malaria come anemia e disidratazione. Nel tempo sembra che queste azioni stiano dando i risultati sperati visto che gli ultimi dati riguardanti i bambini ricoverati per malaria sono confortanti.

Importante è stata anche la campagna di vaccinazione contro il morbillo che ha interessato tantissimi bambini tra i 6 mesi e i 15 anni: alcuni volontari dell’associazione affermano che, essendo il morbillo una malattia altamente contagiosa, la cui trasmissione avviene tramite tosse, starnuti e contatti stretti, in ambienti sovraffolati, come i campi di accoglienza, il rischio di contagio è altissimo così come gravi sono le complicazioni legate alla malattia.

Tanti altri sono i piccoli centri nella Repubblica Centrafricana in cui gli instancabili volontari di MSF, incuranti del pericolo determinato da una guerra civile che dilania il paese ormai da diversi anni, seminano salute e benessere come per esempio a Bambari, Nzako, Mbomou dove vengono ogni giorno portati vaccini a bambini che altrimenti rischierebbero di morire per malattie ormai debellate da tempo nei nostri stati sviluppati.

Ho pensato di raccogliere in questo breve video le testimonianze di una mamma della Repubblica Centrafricana e di alcuni operatori di MSF, grandi eroi che ogni giorno con la loro opera permettono a tante mamme e bambini di sperare in un futuro migliore.

L’opera dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. 

Un’altra iniziativa importante, a mio giudizio, da ricordare si è realizzata a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

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In questa città si trova il più importante ospedale pediatrico del paese dove ogni giorno vengono curati i bambini della Repubblica Centrafricana, bambini che portano sulla loro pelle i segni della malnutrizione.

In questo luogo nel 2015 si era recato Papa Francesco per inaugurare il Giubileo della Misericordia: il Pontefice rimase profondamente colpito dalla situazione di questi bambini e promise loro che non li avrebbe dimenticati. Tornato in Italia, coinvolse in un importante progetto l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma: lo scopo era ristrutturare l’ospedale di Bangui e creare un centro dedicato proprio ai bambini malnutriti. Questo progetto si concretizzò nel marzo 2019 e da allora non solo ci si dedica alla cura di questi bambini ma anche alla formazione di medici specializzandi che possano continuare il lavoro svolto dai colleghi del Bambin Gesù.

Vorrei concludere questo mio lavoro con una frase di una persona che, come i volontari di Medici senza frontiere, ha dedicato la sua vita a curare l’anima e il corpo di quanti sono più sfortunati.

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“Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare” 

Madre Teresa di Calcutta

 

 

 

 

Autori
Daniele Fortunato Salmoiraghi
Classe e scuola
2°M Liceo B. Rosetti San Benedetto del Tronto (AP)
Insegnante di riferimento
Adelia Micozzi