Sudan del Sud, lo stato neonato. Il Sudan del Sud è lo stato più giovane al mondo, ufficialmente riconosciuto nel 2011 a seguito di due sanguinose guerre civili contro il Sudan. Questo stato, questo popolo ha bisogno di aiuto: infatti, nonostante siano passati più di dieci anni dalla sua formazione, è ancora privo di infrastrutture private e pubbliche.

La storia

Inizialmente il Sudan e il Sudan del Sud erano un unico stato nonostante vi fosse una divisione interna già dal XIX secolo. Infatti, mentre il primo era prevalentemente musulmano, il secondo non aveva conosciuto la dominazione araba e praticava il cristianesimo e l’animismo. Fu solo con la dominazione turco-egiziana che le due parti furono unite per la prima volta.

La dominazione britannica

Nel 1882 gli inglesi conquistarono l’Egitto e la regione del Sudan. Da subito, però, la popolazione cominciò a ribellarsi, in particolare un gruppo del nord capeggiato da Mohammed Ahmed ibn al-Sayyd Abdallah, conosciuto come Mahdi. Questi riuscì a scacciare gli inglesi e a prendere il controllo dell’intera zona, cercando disperatamente di convertire il sud all’Islam, imponendo la sharia e l’insegnamento dell’arabo, che divenne lingua di stato. Il suo governo non durò molto e gli inglesi tornarono ad amministrare il Sudan e il Sudan del Sud. Decisero di dividerli, ma questo portò quasi ad una “segregazione” del Sudan del Sud, con l’impedimento delle  comunicazioni e degli scambi fra il nord e il sud.

L’indipendenza

Nel 1947 i nordisti cominciarono a fare pressione sugli inglesi, pretendendo uno stato unito nelle mani della popolazione epromettendo una repubblica federale. Gli inglesi accettarono, ma i nordisti si mostrarono subito predisposti a instaurare un regime simile a quello di Mahdi, così il sud diede inizio alla prima guerra civile.

La prima guerra civile

Questa guerra, durata dal 1955 al 1972, portò a un primo colpo di stato: un gruppo capeggiato da Jaafar Nimeiri spodestò il governo civile, incapace di amministrare le due parti. Nimeiri capì che la guerra non avrebbe portato ad una soluzione, così decise di intraprendere una via diplomatica: al meridione veniva concessa la massima autonomia, con un proprio organo legislativo e uno esecutivo; gli usi, i costumi e la cultura del Sud erano riconosciute e rispettate.

La seconda guerra civile

Negli anni ’80 la situazione divenne più tesa: il paese, già stravolto per la crisi economica, vide la responsabilità nel sud dove i lavoratori nei giacimenti di petrolio, essenziali per l’economia del paese, stavano scioperando. Nimeiri si vide costretto a intervenire; abolì il governo autonomo del sud, ridefinì i confini delle due regioni in modo da togliere al sud i giacimenti, in questa operazione divise anche il Sudan del Sud in tre regioni. Nimeiri tentò anche di riunificare lo stato cercando, di nuovo, di convertire il sud all’Islam. Il sud, in totale disaccordo, prese nuovamente le armi. Nel frattempo, nel nord si era instaurato un nuovo regime, con a capo Omar al-Bashir, che si impose da subito come un dittatore. Solo nel 2005, con la Comprehensive Peace Agreement si giunse finalmente ad un accordo di pace, che pose anche le basi per l’indipendenza del Sudan del Sud.

La seconda indipendenza

Nel gennaio del 2006, si tenne un referendum nel Sudan del Sud in cui si votò a favore o contro l’indipendenza del paese. il 98,83% fu a favore. Così nel 2011 nacque ufficialmente il Sudan del Sud.

La situazione post-indipendenza

La situazione era ancora incerta, mancando una vera e propria legislazione (regolata solo da una costituzione provvisoria). In più nel Sudan del Sud coesistevano diverse etnie, come quella dei Dinka, dei Nuer e degli Shilluk con culture diversificate fra loro tanto da parlare anche lingue diverse (nonostante appartengano allo stesso ceppo linguistico). Nel 2013 il governo del presidente Kiir fu attaccato dai fedeli del partito dell’ex presidente Machar. Questi partiti rappresentavano due diverse etnie, il partito di Kiir i Nuer e quello di Machar i Dinka. Ebbe così inizio una vera e propria guerra tra etnie. Anche l’ONU prese posizione contro questa guerra e cercò di sensibilizzare la popolazione sul fatto che lo stato neonato era in pericolo e che andava protetto. I due partiti giunsero ad un accordo durante un dibattito in Etiopia, ma i patti dell’accordo non furono rispettati e la guerra riprese, alternata ai momenti di tregua. Queste guerre non portarono ad altro che alla distruzione di un’economia emergente.

La situazione attuale

Attualmente il Sudan del Sud sta vivendo una “terza tregua” da questa guerra tra etnie, una tregua che comunque è costantemente a rischio; il governo ha deciso di dividere il Sudan del Sud in 10 province (basate sulla primordiale divisione in tre regioni) dette wilayat, in modo da separare i territori delle varie etnie. La situazione generale è pressoché disastrosa. Lo stato è caratterizzato da un’enorme disorganizzazione dove l’apparato legislativo è quasi inesistente e le uniche leggi sono quelle di una costituzione provvisoria scritta durante la seconda guerra civile, il sistema giudiziario fa pesare sulla popolazione l’appartenenza a un’etnia o a un’altra piuttosto che la gravità dei reati. I rapporti fra le etnie sono molto conflittuali e le violenze fisiche e sessuali sono all’ordine del giorno. L’economia è in ginocchio, basata quasi esclusivamente sull’esportazione di prodotti del settore primario, in particolare del petrolio, e costituisce un guadagno solo per una ristretta cerchia di persone e non per la popolazione che rimane per la maggior parte costretta alla fame e in estrema povertà. Penosa è anche la situazione del sistema dell’istruzione: infatti la popolazione femminile è per la maggior parte analfabeta, e in generale la cultura patriarcale ereditata dalle varie etnie controlla e opprime le donne, privandole di autonomia; parte di questa cultura è anche la violenza domestica, che le donne del Sudan del Sud subiscono in silenzio

Autori
Giovanni Calderisi, Elisa Sofia Corsi, Emmanuel Maria De Angelis, Anna Recchi
Classe e scuola
Liceo Benedetto Rosetti, San Benedetto del Tronto, Ascoli piceno
Insegnante di riferimento
Adelia Micozzi