EPIDEMIE DIMENTICATE IN BURUNDI

Nel 2019 si è registrato un aumento significativo dei casi di malaria in Burundi, con quasi nove milioni di casi registrati tra gennaio e dicembre.

MSF ha dato una risposta a questa epidemia nel distretto sanitario di Kinyinya, uno dei più gravemente colpiti del paese.

A Giugno, la équipe di Medici senza Frontiere ha iniziato a sostenere 14 centri sanitari e due ospedali fornendo cure gratuite contro la malaria e poi, a settembre, ha condotto una campagna di irrorazione residua per interno, una tecnica che consiste nel trattamento delle singole case con insetticida per uccidere le zanzare.
In un solo mese sono state irrorate 59.731 abitazioni, proteggendo quasi 287.000 abitanti per i successivi sei-nove mesi.

In risposta a un’epidemia di colera senza precedenti, sono state costruite e sostenute quattro strutture sanitarie nelle province di Bujumbura, Cibitoke e Rumonge, formando personale sanitario pubblico e dando un supporto attraverso campagne di sensibilizzazione.
Negli ultimi anni in Burundi la malaria ha colpito circa 5.738.661 persone ovvero circa la metà della popolazione burundese, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.
Fino al 21 luglio di quest’anno, 1801 persone sono morte per il virus, secondo il Ministro della Salute Pubblica del Burundi.

La malaria, una malattia trasmessa dalle zanzare causata da un parassita, affligge da tempo il Burundi e l’intera regione dell’Africa orientale, ma c’è stato un notevole incremento dall’inizio di quest’anno e un aumento del 97% comparato allo stesso periodo nel 2018.
Coloro che ne sono affetti soffrono di febbre alta, dolori e sofferenze corporei, brividi, nausea e talvolta disidratazione e delirio.
L’OMS monitora regolarmente le epidemie. Ha riferito che il numero di casi di malaria ha raggiunto proporzioni endemiche a Maggio fino ad arrivare a circa 3 milioni di casi accertati in 34 su 46 distretti sanitari in particolare verso il nord.

Per il Burundi le associazioni umanitarie stanno facendo molto, ma secondo noi gli altri Stati dovrebbero intervenire in maniera sistematica sostenendo una politica comunitaria orientata verso la salute dei cittadini, perché il diritto alla vita è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti, nessuno escluso.

di Flavio Antonini, Diego Cozzolino, Giorgio Raccuglia, Guido Torretta, IC Guglielmo Marconi classe 2E

Fonti: MSF, Testimonianza di Antonino Raccuglia