Medici Senza Frontiere opera in molte zone del mondo, lì dove le crisi umanitarie sono più gravi e profonde.

Ma c’è un luogo, tra tanti, che mi ha colpito particolarmente e di cui voglio raccontare la storia: è la regione del Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo) che, grazie al lavoro delle comunità locali e delle associazioni internazionali, è alla faticosa ricerca di un nuovo equilibrio.
Qui sorge il Parco Nazionale del Virunga, istituito nel 1925, quando era territorio di una colonia belga. È il primo parco naturale africano e ha una elevatissima biodiversità. Nel 1979 è diventato patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Vi si trovano tantissime specie vegetali, 218 specie di grandi mammiferi, 22 specie di primati, tra cui 2 specie di gorilla e gli scimpanzè, 109 specie di rettili, 78 specie di anfibi. È possibile incontrare nel Parco tante specie di grandi mammiferi selvatici come elefanti, leoni, ippopotami, bufali, okapi e gorilla di montagna, una specie in pericolo di estinzione che vive solo nel massiccio del Virunga e del Bwindi, nella Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Ruanda. Nel Parco del Virunga vive un terzo della popolazione, che è di circa 1.000 esemplari.

Negli ultimi 20 anni nella Repubblica Democratica del Congo c’è stata la guerra civile, che ha causato tantissimi morti. La popolazione nella zona del Parco di circa 4 milioni di persone è poverissima, anche se il Congo è molto ricco di risorse naturali e c’è ancora molta violenza. Il Parco è stato chiuso per i turisti da maggio 2018 a febbraio 2019 perché troppo pericoloso.
Tra i responsabili di questa situazione, le milizie armate Mai Mai, che sottraggono illegalmente le risorse naturali, per esempio bruciando le foreste per ottenere carbone e campi da coltivare, o attraverso la pesca illegale e la cattura di animali selvatici. Le milizie sono anche responsabili di violenze contro gli abitanti dei villaggi. Un’altra minaccia per il Parco è l’estrazione del petrolio. Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha autorizzato le compagnie petrolifere a ricercare petrolio nel Parco e sta valutando lo sfruttamento dei giacimenti.
Le persone che lavorano nel Parco si occupano della protezione della natura e aiutano le comunità locali a sfruttare in modo responsabile le risorse naturali per creare nuove opportunità di lavoro nel campo dell’energia rinnovabile (idroelettrica), dell’agricoltura e della pesca sostenibile e del turismo. I guardia parco fanno parte di “Virunga Alliance”, associazione per lo sviluppo economico sostenibile nell’Est del Congo. Si occupano della tutela della natura, della manutenzione delle strade, assicurano la sicurezza e danno consulenza legale alle comunità locali. Sono circa 700 uomini e donne del territorio. Il loro lavoro è molto faticoso e pericoloso. Devono addestrarsi per 6 mesi prima di iniziare a lavorare. Incontrano tutti i giorni le milizie armate e più di 175 di loro hanno perso la vita, l’ultimo il 3 marzo 2020.
Medici Senza Frontiere gestisce numerosi progetti nella regione del Nord Kivu, supportando ospedali e centri sanitari con servizi di “emergenza e terapia intensiva, chirurgia, nutrizione e assistenza sanitaria materna e pediatrica, assistenza sanitaria all’interno delle comunità e attività di sensibilizzazione, come le vaccinazioni di massa in aree difficili da raggiungere”. Per quanto riguarda le epidemie, tra molte altre attività MSF fornisce “supporto tecnico e finanziario a cinque strutture sanitarie a Goma, incluso l’ospedale generale di Virunga, per migliorare la fornitura dei trattamenti per l’HIV e aumentare l’accesso al trattamento antiretrovirale”.
La regione del Virunga è un paradiso in cerca della propria pace: dona speranza sapere che in tanti si stanno impegnando per costruirla.

di Alessandro Brambilla di Civesio, Educandato Statale Setti Carraro Milano, IIA, Secondaria di I grado