Il viaggio della speranza che parte dall’entroterra libico e si conclude sulle nostre coste

Recentemente la questione migranti è stata largamente discussa non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo. I continui sbarchi sulle coste italiane, oggettivamente più vicine da raggiungere, hanno alimentato fortemente l’opposizione dei maggiori partiti politici che, attraverso numerosi dibattiti, hanno etichettato la questione come un “problema” dalle più disparate conseguenze.
Ma cosa si sa realmente di chi pianifica questi “viaggi della speranza” che ogni giorno milioni di persone decidono di intraprendere?
Per avere una precisa luce sulla questione, è bene chiarire di cosa parliamo. Il traffico di esseri umani è un mercato criminale, gestito da organizzazioni criminali che agiscono in diversi paesi del mondo ed hanno una diversa dimensione. In particolare ci soffermiamo a considerare una particolare fattispecie: lo smuggling. Con questo termine si intende, di fatto, “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Le circostante portano i potenziali migranti a rivolgersi direttamente alle organizzazioni criminali per poter migrare. Essi investono un capitale proprio che hanno maturato attraverso il risparmio, vendendo i loro beni o chiedendo un prestito ad amici e famigliari con la promessa di restituirglielo. I migranti acquistano il servizio di trasporto unitamente ai documenti. Una volta giunti a destinazione il loro rapporto con i trafficanti si conclude.

Tuttavia organizzazioni non governative, inchieste giornalistiche e diverse associazioni hanno dimostrato che gli scafisti spesso non sono trafficanti (anche se commettono il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), ma migranti a cui viene offerto di fare il viaggio nel Mediterraneo gratuitamente, in cambio della guida di un’imbarcazione. In alcuni casi gli scafisti sono minori.
Il prezzo varia dai 700-800 dollari nei tratti minori, fino a 1800 dollari per quelli maggiori, l’equivalente di 2522 dinari libici.

Secondo un rapporto del 2010 dell’agenzia delle Nazioni Unite sulle droghe e sulla criminalità, in Libia erano attive almeno cinque organizzazioni di trafficanti che godono della complicità della polizia e delle milizie locali. I trafficanti di esseri umani sono ex agenti dei servizi segreti del regime, uomini d’affari, trafficanti di droga o affiliati a gruppi terroristici che possiedono proprietà immobiliari, dove tengono rinchiusi i migranti in attesa di venire imbarcati verso l’Europa. Questi centri talvolta si tramutano in veri e propri lager inaccessibili all’Onu e alle agenzie umanitarie, dove i profughi subiscono torture e privazioni. Molto spesso i trafficanti inviano alle famiglie dei prigionieri immagini che testimoniano l’orrore senza fine: percosse pistole puntate alla testa, corpi in catene macilenti e annichiliti e molte altre atrocitá. Tutto questo per chiedere un riscatto di 4 o 5 mila dollari che purtroppo le famiglie sono impossibilitate a pagare poiché hanno già dovuto sostenere le spese del viaggio e non sanno a chi rivolgersi.

Gli sbarchi clandestini vengono denominati anche “sbarchi fantasma” perché, di fatto, nessuno avvista le imbarcazioni prima dell’approdo sulle spiagge e, quasi sempre, non si può risalire né al numero di migranti approdati sulle coste e né tanto meno alla loro identità; ci si accorge dello sbarco soltanto quando, per caso o durante alcuni controlli, si notano vecchie imbarcazioni abbandonate sugli arenili senza persone a bordo e con poche tracce utili per capire dinamiche e modalità dell’arrivo di migranti. Non si tratta quindi degli approdi a cui si è abituati oramai ad assistere, effettuati tramite l’azione delle navi presenti nel Mediterraneo molto prima delle coste o, come accade da qualche anno, già all’interno delle acque libiche; si tratta di sbarchi che avvengono con piccole imbarcazioni che riescono ad approdare di fatto indisturbate direttamente sulle coste siciliane.
Questo articolo è pensato per informare i lettori e abbattere il tabú riguardante le condizioni fisiche e mentali dei migranti che i mas media e gli organi governativi celano agli occhi di noi cittadini.

Pezza Martina, Sadchykova Kateryna, Savoia Ilaria, Zanotti Vania.
Classe 3CL – Liceo linguistico Scipione Maffei Verona
a.s. 2018-2019