Sono ormai più di sei gli anni di guerra in Siria e la violenza non accenna a diminuire, colpendo i civili.

Gli intensi combattimenti nel nord del Paese, sia con attacchi aerei che con bombardamenti, hanno costretto circa 4,8 milioni di siriani a cercare rifugio all’estero mentre altri 6 milioni sono sfollati all’interno del Paese. Molti rimangono intrappolati in zone sotto assedio o presso le frontiere chiuse di Paesi confinanti.
Le violenze continuano ad aumentare soprattutto nelle aree del nord est di Hama, Aleppo Sud e del governatorato di Idlib.
Medici Senza Frontiere non si schiera con nessuna delle parti in conflitto, ma offre cure mediche solo sulla base dei bisogni che identificano e si impegnano a raggiungere le aree dove il loro aiuto è più urgente. Dal 2014 al 2016 nelle zone dove il governo siriano ha assunto il pieno controllo di Aleppo, Medici Senza Frontiere ha gestito cliniche mobili, ha distribuito articoli di primo soccorso e ha anche organizzato una campagna di vaccinazione. Purtroppo neppure chi presta volontariamente il suo aiuto viene risparmiato dalla violenza: nel 2016, 32 strutture sanitarie sostenute da Medici Senza Frontiere ( MSF ) sono state bombardate o attaccate in 71 diverse occasioni.
Il 27 aprile di quell’anno, almeno 55 persone, tra pazienti e personale medico, sono state uccise quando gli attacchi aerei hanno colpito l’ospedale supportato da MSF in un quartiere della città di Aleppo.

ALEPPO, CUORE DELLA SIRIA
Gli ospedali ancora adesso stanno cedendo sotto la pressione della guerra, sia per l’attacco fisico che per la diminuzione delle scorte. Quattro ospedali, in cui MSF fornisce cure mediche di cui c’è molto bisogno, sono stati danneggiati dai bombardamenti.
“I pochi ospedali rimasti sono al collasso con un flusso di centinaia di feriti in agonia sui pavimenti dei reparti e nei corridoi” ha detto Pablo Marco, coordinatore delle operazioni di MSF nel Medio Oriente. “In mancanza di sale operatorie funzionanti, per trattare le vittime dei bombardamenti i medici sono costretti ad effettuare interventi d’urgenza, inclusi quelli di chirurgia addominale e neurochirurgia, sui pavimenti del pronto soccorso”.
Se sarà garantito un passaggio sicuro, molti medici che lavoravano nella zona est di Aleppo prima dell’attuale assedio sono pronti a tornare nella città siriana devastata dal conflitto per cercare di salvare la vita delle molte persone che vengono ferite ogni giorno. Di otto ospedali ancora funzionanti ad Aleppo Est, quattro e una banca del sangue sono stati danneggiati dai bombardamenti in quattro giorni, uno di questi due volte.
I bambini sono le vittime di questa situazione
Per i bambini nella zona est di Aleppo – siano sani o malati – la situazione è ogni giorno più critica. Cibo, acqua potabile e cure mediche stanno diventando sempre più scarsi, mentre il personale medico fa di tutto per affrontare il gran numero di feriti.
Moltissimi bambini sono stati uccisi e feriti da attacchi aerei. Gli ospedali dove vengono trattati sono disperatamente sovraffollati e a corto di personale, forniture mediche e letti di terapia intensiva.

#StopBombingAleppo – Medici Senza Frontiere Italia

Aleppo Est è sotto assedio e da tre settimane sta subendo pesanti bombardamenti da parte delle forze armate russe e siriane. Con questo video Gabriele Eminente, Direttore generale di Medici Senza Frontiere, chiede che vengano immediatamente interrotti i bombardamenti ad Aleppo Est per permettere alle équipe di MSF di continuare a supportare gli ospedali e consentire l’evacuazione di malati e feriti dalla città.

LE SOSTANZE CHIMICHE

Un altro drammatico fattore in gioco è quello dovuto alle armi chimiche. Un’équipe di MSF che ha supportato il dipartimento d’urgenza dell’ospedale di Bab Al Hawa, nella provincia di Idlib, ha confermato che i sintomi dei pazienti ricoverati sono coerenti con l’esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin.
Numerose vittime dell’attacco di Khan Sheikholun avvenuto il 4 Aprile 2017, sono state portate all’ospedale di Bab Al Hawa, situato 100km a nord, vicino al confine con la Turchia.
Otto pazienti hanno mostrato sintomi come: pupille contratte, spasmi muscolari, defecazione involontaria.
Medici Senza Frontiere ha fornito farmaci e antidoti per trattare i pazienti e fornito indumenti protettivi allo staff medico del pronto soccorso dell’ospedale.
Oltre alle sostanze chimiche, le vittime di un conflitto possono aver subito molestie, violenze, stupri. Oltre ad aumentare le lesioni da trauma e le conseguenze psicologiche, peggiorano anche le condizioni igienico-sanitarie. Anche i pazienti che hanno bisogno di cure mediche di routine, come nel caso di complicazioni nelle gravidanze o malattie croniche come il diabete e l’ipertensione, si trovano senza assistenza sanitaria.
Quando gli ospedali non sono in grado di funzionare perché distrutti o sovraffollati, MSF cerca di colmare queste lacune con medici, infermieri e logisti di grande esperienza. Allestisce sale operatorie, cliniche, servizi di potabilizzazione dell’acqua, programmi nutrizionali e vaccinali, assistenza psicologica.

UN PUNTO DI VISTA DALL’ITALIA
Analizzare situazioni come questa fa capire quale grande fortuna sia l’essere nate in un Paese libero come l’Italia. Abbiamo passato molto tempo a riflettere su quanto sia angosciante e pericoloso vivere in un paese come la Siria. Noi non pensiamo che MSF non riesca a risolvere una situazione così grave ma probabilmente con l’aiuto dell’Unione Europea, ma anche degli Stati Uniti, questo problema si potrebbe risolvere più velocemente.
Secondo noi la cosa più triste è probabilmente pensare che anche le persone che provano a costruire ospedali per accogliere le vittime, e le persone che da volontarie cercano di salvare più vite possibili, vedano crollare queste strutture che cedono per i continui bombardamenti.
La nostra domanda è: cosa possiamo fare noi, ragazzi e cittadini italiani per contribuire a risolvere un problema così grande? Forse è proprio questo il motivo per il quale la guerra in Siria come in altri Paesi è sempre più devastante. Il nostro aiuto non sarà quello che fermerà questi conflitti. Probabilmente l’intervento dello Stato italiano come quello francese, degli Stati Uniti… sarebbe sicuramente un aiuto. Oggi giorno la gente preferisce non parlare di notizie “scomode” come la guerra perché buona parte delle armi usate proviene da Paesi come l’Italia, che produce bombe e altre armi.
Gli abitanti siriani desiderano solo una vita migliore, un’istruzione accurata e vorrebbero che i loro figli potessero vivere in un Paese libero, ma la loro speranza adesso è solo cercare di sopravvivere. Siamo tutti esseri umani, non è giusto che i cittadini siriani siano condotti alla rovina perché lo Stato sottovaluta una situazione così grave.

autori: Lorena Beqiraj, Caterina Boetti e Nicole Gastaldi
IC VILLANOVA MONDOVI’ , plesso Secondaria di primo grado, Classe 2^B

Bibliografia: sito di MSF