Ad oggi si contano più di 6 milioni di casi di coronavirus nel Mondo. La malattia è stata scoperta ad inizio gennaio.
L’équipe di Medici Senza Frontiere ha inviato 3,5 tonnellate di materiale sanitario di protezione all’ospedale Jinynintan a Wuhan in Cina. Il materiale è stato spedito dal polo logistico di Msf a Bruxelles attraverso l’associazione Hu- bei Charity Federation.
I materiali protettivi sono fondamentali per rispondere in sicurezza a un’epidemia di così vasta portata.
Msf ha inviato, inoltre, tonnellate di kit per la protezione del personale addetto al servizio di ambulanza St. John di Hong Kong per aiutarlo a portare avanti il proprio lavoro in sicurezza. A fine gennaio un’équipe di Msf ha avviato, sempre ad Hong Kong, un progetto di educazione alla salute rivolto alle persone più vulnerabili. L’ elemento chiave ,infatti, in risposta a qualsiasi epidemia è proprio il coinvolgimento delle comunità.
Questo progetto si è incentrato su persone che hanno scarso accesso alle informazioni mediche, come chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate, o che possono più facilmente sviluppare patologie gravi se contagiate, come gli anziani. A volte la paura può diffondersi più rapidamente di un virus. Gli operatori sanitari, per questa ragione, si sono interessati anche ad aiutare le persone a gestire ansia e stress.
La modalità di trasmissione del Covid-19 è la stessa che avviene per gli altri coronavirus, ovvero, tramite le goccioline di saliva diffuse da tosse e starnuti o attraverso superfici infette contaminate dalle goccioline di saliva che le persone toccano. Si tratta di un virus nuovo, per il quale non esiste ancora un vaccino o un trattamento specifico, per cui l’ azione di prevenzione risulta fondamentale per combatterne la diffusione. Adesso i contagi sono presenti in tante zone del mondo e purtroppo anche in Italia. L’azione medica di MSF per il Covid-19 è iniziata in Italia , con il supporto a ospedali, medici di base e strutture per anziani in Lombardia e nelle Marche. Dal 12 marzo le équipe di MSF sono a lavoro negli ospedali di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo, e Sant’Angelo Lodigiano per fronteggiare l’altissimo numero di contagi. Il team di MSF è composto da infettivologi, infermieri e logisti italiani, che hanno portato la loro esperienza nella gestione di epidemie in diversi Paesi del Mondo in cui hanno lavorato. Claudia Lodesani, infettivologa e presidente di MSF Italia ha affermato: “Supportiamo medici che da mesi lavorano senza sosta. Ma l’Italia ha bisogno di tutti noi, negli ospedali e anche fuori. Solo insieme possiamo fermare il contagio. Da questa epidemia dobbiamo imparare tutti che la salute è uno dei diritti fondamentali. Il sistema sanitario deve essere rispettato e potenziato.”
Coronavirus: aggiornamento sull'epidemia | MSF Italia
I nostri infettivologi, epidemiologi, anestesisti, infermieri e logisti sono in azione per supportare la risposta alla diffusione del nuovo coronavirus (COVID-19). Il nostro intervento si è esteso in oltre 70 paesi tra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, Oceania e America.
MSF ha anche supportato diverse strutture per anziani nelle Marche, nell’area della regione che comprende le città di Fabriano, Jesi, Senigallia e Ancona. Tommaso Fabbri, capo progetto MSF nelle Marche ha affermato : “Di fronte al coronavirus i nostri anziani sono i più vulnerabili e noi faremo tutto il possibile per proteggerli, lavorando fianco a fianco con il personale delle strutture che li ospitano, in stretta collaborazione anche con l’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR)”. Il virus non è una guerra, ma un elemento della natura, che se impariamo a conoscere riusciremo a vincere. La promozione alla salute è fondamentale per vincere un’epidemia ed è per questo che Maria Cristina, un’antropologa di MSF, lavora a Lodi, contribuendo a formare i volontari impegnati in prima linea. Allo stesso modo alcuni operatori di MSF nelle Marche formano medici di base impegnati ad assistere pazienti positivi a domicilio. Anche noi ragazzi abbiamo dato il nostro contributo alla lotta contro il coronavirus, restando a casa per oltre due mesi. E’ stato un grande sacrificio non poter andare a scuola e non poter incontrare amici e parenti. Ora possiamo uscire, ma dobbiamo comunque fare molta attenzione, rispettando le distanze e indossando una mascherina. Insieme ,con l’impegno di tutti, riusciremo a fermare il Covid-19.
di Francesca De Stefano, classe:3F, IC2 Don Bosco-Verdi di Qualiano (NA)