Il problema degli stupri in India è noto, come testimoniano gli innumerevoli articoli a riguardo.
Guardando infatti ai dati, vediamo come ne avvenga uno ogni 15 minuti. Bisogna considerare che, in proporzione con gli abitanti, ci sono nazioni con tassi molto più alti, come gli Stati Uniti, dove in media c’è uno stupro ogni 6 minuti. Il problema è principalmente la lentezza ed inefficienza del sistema giudiziario indiano. Dei casi riportati dalla polizia, pochi si traducono in sentenze. Il tasso di condanne per casi di stupro riportati è tra i più bassi al mondo: 0,3% nel 2018.
Senza ridurre un problema così grande e delicato a un semplice dato numerico, l'India è al 94° posto nella classifica dei paesi con i più alti tassi di stupri nella World Population Review.
I media spesso traggono conclusioni infondate presentando dati fuorvianti e fuori contesto su un problema molto complesso.
Una lettura superficiale di questi numeri non fornisce un quadro completo di questo fenomeno. La lettura delle statistiche sulla violenza sessuale infatti è sempre complicata in quanto i dati raccolti si riferiscono a denunce, che sono in numero ampiamente inferiore rispetto al numero effettivo di casi, soprattutto in un paese sottosviluppato come l'India.
La soluzione: il PoSH Act
In India, nel 2013, è stata approvata una legge che vieta le molestie sessuali alle donne sul posto di lavoro. La misura dovrebbe teoricamente prevenire e proteggere le lavoratrici. Per capire la necessità di questa legge, si può ricordare questo episodio: nel 1992, l'assistente sociale Bhanwari Devi è stata violentata in gruppo dai suoi colleghi di casta superiore, tutti di fronte al marito che non ha fatto nulla. Il tribunale distrettuale li ha condannati per reati minori per i quali hanno scontato nove mesi di carcere e l'appello è ancora pendente 28 anni dopo.
E se poi la vittima è una ragazza, purtroppo è ancora più probabile che non ne parli. Le famiglie, infatti, cercano di nascondere episodi che potrebbero "metterle in imbarazzo". Quello che è stato ribattezzato nel 2013 e noto come PoSH Act richiede che le commissioni per i reclami siano guidate da una donna e includano almeno un esperto esterno nel campo delle molestie sessuali. Le commissioni hanno il potere di un tribunale civile di citare in giudizio testimoni e prove e possono agire contro il presunto autore, dalla multa al rilascio. Ma poco dopo, le autorità locali dovranno ricevere ed elaborare le denunce di molestie sessuali.
Il PoSH Act è stato creato proprio per dare alle donne un'alternativa ai tribunali. Le donne possono ancora sporgere normale denuncia presso la polizia, ma a differenza di un procedimento penale, che può durare anni, le commissioni per i reclami offrono rimedi più rapidi ed efficaci. Prima di questa riforma, la maggior parte delle donne sceglieva di non denunciare le molestie sessuali per paura di ritorsioni, vergogna e per la mancanza di fiducia nel meccanismo di reclamo.
Cosa fa Medici Senza Frontiere in India
Nel 2015, MSF ha aperto una clinica 24h a Delhi per le vittime di violenza sessuale e domestica. I servizi includono trattamenti per malattie sessualmente trasmissibili, HIV/AIDS e gravidanze indesiderate, nonché il supporto psicosociale.