24 febbraio 2022: sicuramente questo giorno sarà riportato nei libri di storia e i nostri figli e nipoti lo memorizzeranno come il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina scatenando un conflitto logorante che ha visto la resistenza (non aspettata) da parte della popolazione oltraggiata.

E così lo scontro diplomatico-militare, che da febbraio 2014 era in atto tra Russia e Ucraina, è sfociato in una vera e propria guerra che sembra non finire più.

Ormai da mesi sono tante le notizie, le immagini e i video a cui siamo sottoposti e le sensazioni che proviamo ogni volta sono sempre le stesse:

angoscia, commozione, compassione, tristezza.

Bombe che colpiscono edifici, adulti e bambini che scappano, genitori costretti a separarsi dai propri figli, ragazzi e uomini costretti a combattere per difendere il proprio Paese.

La domanda che sorge spontanea è allora questa: era veramente necessario tutto questo?

Era veramente necessario costringere persone ad abbandonare tutto e diventare dei profughi in cerca di un posto in cui stare?

Era veramente necessario costringere gente a morire in questo modo?

Beh, la risposta è solo una: assolutamente no.

Ho imparato che in ogni guerra i torti e le ragioni vanno divisi sempre su entrambi gli schieramenti e che non esiste mai un conflitto giusto, ma quando viene violato uno dei diritti inalienabili, direi il DIRITTO INALIENABILE, cioè la libertà, il principio di autodeterminazione di un popolo, beh, allora c’è da riflettere approfonditamente.

Ho voluto realizzare questo video basandolo su un gesto che noi giovani, a parer mio, compiamo spesso nell’arco della giornata, ovvero utilizzare l’app di TikTok, un social network dove è possibile pubblicare e guardare ogni tipo di video.

Si va da quelli più semplici e giocosi, a quelli più seri e che aprono una finestra sull’attualità.

Passando molto tempo su quest’applicazione sono tanti, infatti, i video e le immagini sulla situazione in Ucraina che mi sono apparsi, di fronte ai quali la mia domanda è stata sempre la stessa: PERCHE’?

Ho quindi sentito il bisogno di urlare questa domanda e ho immaginato un qualsiasi ragazzo o ragazza che, per passatempo, apre TikTok e, tra i vari contenuti che gli appaiono, vi è, appunto, quello della Guerra.

Non si può non rimanere colpiti e turbati nel vedere queste testimonianze e lo svago iniziale si trasforma in qualcosa di molto triste da osservare e la superficialità con cui spesso viviamo la nostra esistenza lascia il posto ad un’unica domanda: è così difficile vivere in pace?

Autori
Annamaria Cantisani
Classe e scuola
III A Liceo Scientifico, IIS De Sarlo-De Lorenzo, Latronico (PZ)
Insegnante di riferimento
MariaRosaria Orofino