Nell'ultimo rapporto dell'International Rescue Committee del 2020 sono segnalati i dieci Paesi che si trovano ad affrontare le maggiori crisi umanitarie nel mondo. Tra i primi cinque si trova anche la Nigeria, in cui l’emergenza è fortemente allarmante.

Lo Stato più popoloso del continente africano (oltre 200 milioni di abitanti) continua a naufragare in una drammatica situazione a causa di instabilità, violenza, fragilità economica e sociale. La Nigeria è una Repubblica federale, è infatti composta da 36 Stati e racchiude al suo interno quasi 250 gruppi etnici. Questo mix di lingue, religione e culture, creatosi nel 1960 con l’indipendenza dalla Gran Bretagna, ha determinato lotte interne per il dominio politico e territoriale. Nel nord-est del Paese, ormai da un interminabile decennio, i cittadini vivono nel terrore e nella violenza per mano delle attività terroristiche del gruppo islamista di Boko Haram (tradotto “l’educazione occidentale è proibita”). Questo gruppo estremista esercita il suo potere abusivo attraverso attentati suicidi nei mercati, nelle università e nei campi profughi, saccheggi nei villaggi e rapimenti di massa con l’obiettivo di istituire uno stato islamico nel nord della Nigeria. Le violenze in dieci anni hanno causato circa 32mila vittime. Secondo i dati UNHCR, 7,1 milioni di persone necessitano assistenza umanitaria, mentre 1,8 milioni di persone nelle zone colpite dal conflitto sono sfollati interni e più di 203.000 persone sono rifugiate. Negli ultimi attacchi nello stato settentrionale di Borno, donne e ragazze sono rimaste vittime di violenze sessuali e altre orribili atrocità, molti operatori umanitari, i quali si sono mobilitati da tutto il mondo per assistere e curare i civili, sono stati rapiti e uccisi senza alcun ripensamento. Una catastrofe che compromette irrimediabilmente lo sviluppo economico del Paese: la Nigeria patisce, infatti, gli effetti di una disuguaglianza economica tra le più alte al mondo: il 40 per cento dei cittadini vive con meno di un dollaro al giorno, 57 milioni di nigeriani non hanno accesso all’acqua potabile e oltre 130 milioni vivono in condizioni sanitarie inadeguate. Si stima che più di un milione di bambini di età compresa tra sei mesi e cinque anni sono gravemente malnutriti. Vi è inoltre l’attuale emergenza ambientale che il Paese deve affrontare. L’esponenziale crescita demografica, il degrado ambientale e la progressiva desertificazione stanno mettendo in ginocchio la popolazione rurale, incidendo negativamente sulle attività lavorative di pastori e agricoltori. I giovani nigeriani, portavoce di una generazione lacerata, hanno preso coscienza dell’inefficienza del governo nel contrastare gli attacchi di Boko Haram e si sono armati di manifestazioni e proteste facendo pervenire le proprie richieste al governo (come quella di riformare il corpo di polizia), ma, nonostante ciò, attualmente il futuro del Paese dilaga ancora nell’incertezza.

Si può dunque comprendere il motivo per cui la Nigeria è il Paese africano che genera i maggiori flussi migratori. Migliaia di persone cercano di evadere da questa dolorosa realtà e l'unico modo per farlo è migrare all'estero. Nel mese di marzo ho avuto l'opportunità di intervistare Stiven, un ragazzo nigeriano ricco di speranze. Immigrato in Italia in seguito a tormentate vicende, ha ritrovato la pace di cui aveva bisogno per ricostruire la sua vita.

Un ragazzo fortunato (2).mp4

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- Che cosa ne pensi della politica africana? Non mi piace la politica africana, è un gioco sporco che uccide le persone, distrugge i sogni, non crea nulla per il popolo, è molto degradata. Non c’è un vero governo capace di dare la possibilità ai giovani di lavorare per i propri sogni sostenendoli economicamente. La salamandra è un animale che vive sia nel mare sia sulla terraferma. Il governo nigeriano è così, è una salamandra perché ha due facce: quando è con te sorride ma quando ti lascia non ti dà più importanza, ti abbandona.

- Credi nei valori della democrazia? Sì, credo nei valori della democrazia. La democrazia è una bella cosa. Quando vivi in una Repubblica democratica, come l’Italia, hai la libertà di parlare ma soprattutto hai il diritto di protestare quando le cose non vanno bene, quando il governo sbaglia.

- Ti senti al sicuro qui in Italia? Io chiamo l’Italia “Motherland” proprio perché mi sento libero e protetto, libero dalla schiavitù.

- Hai mai subito qualche discriminazione in Italia? Quando sei nella condizione di migrante, gli altri cercano di farti andare fuori di testa attaccando la tua cultura d’origine, dicendoti tu sei questo o quello, per non farti stare bene, ma tu devi rimanere calmo. Un giorno stavo camminando sulla strada e uno sconosciuto dalla sua macchina mi ha sputato. Vedi, le menti sagge non reagiscono, e io sono stato in silenzio, sono andato avanti per la mia strada. Devi pensare prima di fare qualcosa, usare il tempo per riflettere, non agire mai lasciandoti guidare dalla fretta. Non pensare alle persone razziste, pensa al domani, al tuo futuro.

- Vorresti ritornare in Nigeria? Quando il capo della fabbrica, presso cui lavoro, mi dà un mese di vacanze, posso viaggiare in qualsiasi Paese io voglia ma non nel mio Paese perché il mio paese mi ha rifiutato. Come migrante mi dicono di ritornare nel mio Paese, ma non posso, è come se ritornassi nell’inferno, la mia vita non è più sicura lì, è un danno per me. Nei miei documenti c’è scritto che non posso ritornare nel mio Paese.

- Rimpiangi il fatto di non essere andato a scuola? Sì, rimpiango di non aver concluso la mia educazione, ed è per questo che voglio proseguire gli studi ma non qui in Italia perché mi è difficile per via della lingua.

- Qual è il tuo sogno Stiven? Il mio sogno è uno grande. Vorrei diventare Presidente della Nigeria per dare una vita migliore al mio popolo.

- Qual è il messaggio che vorresti condividere con il mondo? Il mio messaggio a tutti è che dobbiamo essere una cosa sola ed essere uniti come un'unica unità e dobbiamo aiutarci a vicenda e lasciare che siano i nostri fratelli custodi dell'amore a regnare. Quando Dio ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi, quando sei in cima non dimenticare di aiutare gli altri; si può aiutare sempre a rendere le persone, povere o ricche, felici.

"I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là". Illuminano la nostra esistenza come la luce di un faro, spazzano via la polvere accumulata nell’anima nella vita di tutti i giorni, resuscitano la fiducia in noi stessi e negli altri, combattono la nostra paura di volare per liberare le nostre menti da ogni forma di prigionia. Ma soprattutto i sogni ci uniscono, ci rendono <<umana gente>>, ci stringono in <<social catena>>. "Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo”

di Ciuntu Lacramioara Beatrice, 5F, Liceo Fratelli Maccari di Frosinone, Lazio.