CHE COS’E’ L’EBOLA?

L’ebola è apparsa per la prima volta nel 1976 in due focolai contemporanei: in un villaggio nei pressi del fiume Ebola nella Repubblica Democratica del Congo e in una zona remota del Sudan. La malattia viene trasmessa attraverso i fluidi corporei (sangue, saliva, urine, feci, sperma).
La mortalità è molto elevata nel caso in cui la patologia non venga curata immediatamente, infatti si calcola una percentuale di decessi del 50-90%.
L’unico metodo per verificare la contrazione della malattia è attraverso le analisi del sangue.
I sintomi principali che identificano un’infezione da ebola sono:
· febbre
· mal di testa
· mal di gola
· dolori muscolari e articolari
· spossatezza
· vomito
· diarrea
· insufficienza renale ed epatica
· emorragie interne o esterne.

L’EBOLA IN CONGO

La situazione in Congo è allarmante dall’ultima sequenza di epidemia di ebola nella provincia del Kivu attualmente la situazione non è ancora sotto controllo.
Come afferma Gianfranco Rottigliano rappresentante dell’UNICEF:
“A Mbandaka sul fiume Congo, dove vivono più di un milione di abitanti, abbiamo un’epidemia di ebola (35 casi), il rischio è che si propaghi in tutto lo Stato”.

Emergenza Ebola in Congo, l’appello dell’UNICEF

Una nuova epidemia del virus Ebola minaccia l’Africa. Nella regione dell’Equatore, nell’ovest della Repubblica Democratica del Congo, sono già decine i casi accertati di contagio e circa metà hanno avuto esito letale.

Le malattie mortali hanno colpito migliaia di congolesi; l’espansione dell’ebola in Congo è favorita dalle continue guerre e delle scarse condizioni igieniche della popolazione. Sebbene il conflitto in corso nella regione rappresenti un’ulteriore difficoltà per l’intervento, la risposta è stata immediata da parte delle associazioni umanitarie e ci sono alcune novità nell’approccio clinico.
Il primo caso di questa epidemia è stato registrato a Mangina. Ad oggi sono stati segnalati 216 casi, di cui 181 confermati da test di laboratorio. 104 persone sono decedute e 57 sono guarite.Il numero di casi confermati di Ebola non sta aumentando vertiginosamente, ma la situazione rimane preoccupante.
Come conferma un’abitante di Mangina:
“Dall’inizio dell’ epidemia sono già morte molte persone del mio villaggio, soprattutto donne. Ora i loro figli restano senza niente da mangiare per giorni interi, perché qui abbiamo perso tutto.”

Ebola, guerra e carestia: Congo, un paese allo stremo

In Repubblica Democratica del Congo 13 milioni di persone sono allo stremo. Quasi 6 milioni stanno rimanendo senza cibo, tra loro 400 mila bambini sono gravemente malnutriti. La guerra ha costretto 4,5 milioni di persone ad abbandonare le proprie case: è una delle più gravi emergenze profughi dell’Africa.

QUALI SONO DIFFICOLTÀ CHE SI INCONTRANO PER CURARE L’EBOLA IN CONGO?

La Repubblica Democratica del Congo è uno Stato martoriato da guerre tra tribù o tra gruppi miliziani che spesso colpiscono ospedali, dove i volontari di MSF cercano di curare le persone affette dall’ebola.
Un esempio di ciò può essere Kakenge. Da tempo era in atto uno scontro violento tra due diverse tribù e un gruppo di miliziani aveva dato l’assalto all’ospedale. Ci furono molti morti e feriti e a disposizione dei volontari c’era un elicottero per evacuare i casi più gravi.
Quando i volontari arrivarono alla pista notarono che piloti e assistenti dell’atterraggio, sapendo di ciò che era successo, non parlavano, come se la vicinanza al dolore imponesse loro un’obbligatoria forma di rispetto.
In quell’ospedale molte persone erano state aggredite in un modo brutale a colpi di machete, i pazienti si erano protetti come meglio potevano, cioè con le braccia, infatti tutti avevano ferite profonde e fratture.
Un paziente in particolare, che era stato colpito ripetutamente in maniera disumana in pieno volto e sul collo, ha attirato l’attenzione dei volontari; quest’uomo era stato in coma per giorni senza cure e durante l’aggressione gli avevano rotto i polsi e la mascella e gli avevano fatto pure una ferita al fianco, comunque riuscì a sopravvivere grazie alle cure mediche.

COME LE ASSOCIAZIONI UMANITARIE AIUTANO I MALATI?

Molte associazioni umanitarie come MSF stanno contribuendo a curare l’epidemia di ebola tramite 5 farmaci, questa terapia va somministrata entro 24 ore dalla scoperta del virus nel corpo sospetto. Tuttavia rimane il triste dato che afferma la mortalità tra i pazienti di Ebola è pari a circa il 50%. Questi farmaci hanno la potenzialità di aumentare le probabilità di sopravvivenza, ma di non di guarirla del tutto.
Vengono considerati promettenti, sebbene attualmente non esistano prove scientifiche sulla reale efficacia di questi farmaci per i pazienti di Ebola.
Ma è un buon passo in avanti.MSF consente cure mediche a tutti ai malati di Ebola, l’accesso a farmaci potenzialmente salvavita, mentre ci si prepara a implementare una sperimentazione clinica che possa determinarne l’efficacia e sicurezza.

Una delle cure mediche messe a disposizione dalle associazioni umanitarie è il vaccino. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Ministero della Salute stanno vaccinando le persone che hanno avuto contatti con pazienti colpiti. Anche MSF sta vaccinando, in particolare il personale in prima linea come operatori sanitari, personale coinvolto in sepolture e figure religiose, che corrono un rischio più elevato di contrarre l’infezione.
Finora è stato vaccinato un totale di 13.750 persone.

Autori
Marco Amoroso
Francesco Fontana
Chiara Lo Monaco
Daniela Zichittella
Classe II B, Istituto Comprensivo Guglielmo Marconi, Palermo.

Fonti

  • http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?lingua=italiano&id=184
  • https://www.humanitas.it/malattie/ebola
  • https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2018/10/17/news/ebola_in_congo_-209172750/
  • https://www.unhcr.it/search/Ebola+in+congo

Credits foto

  • Ebola, una malattia che colpisce chiunque
  • L’intervento di MSF contro l’ebola
  • Ebola: le cure sono necessarie
  • La speranza di guarire
  • Hope…