Molte donne nel mondo soffrono ancora per le discriminazioni in campo lavorativo, nell’istruzione, in famiglia. Troppe ancora sono vittime di violenza; la situazione è particolarmente grave nei paesi poveri come quelli dell’Africa.

Pamela vive in Kenya. Si sposò a 13 anni con un uomo molto più grande di lei. Pamela subì mutilazioni genitali. Le complicanze e il dolore durante il parto furono spaventosi. Oggi non vuole avere più figli.
Everlyne aveva appena 14 anni quando i suoi genitori la tolsero da scuola perché non avevano abbastanza soldi per pagarle l’istruzione. Ma non bastava ancora, perché a causa della povertà estrema non avevano abbastanza da mangiare per tutti, dunque i suoi genitori hanno preso una decisione: la ragazza si sarebbe sposata nonostante fosse tanto giovane.
Almaz è nata in Etiopia. Ha 32 anni e 7 figli. Lavora da sempre come contadina, perché in Etiopia solo gli uomini hanno diritto di lavorare al di fuori delle proprie abitazioni.

Queste tre donne raccontano con la loro esperienza un problema ancora troppo diffuso a livello internazionale: le donne non godono ancora degli stessi diritti degli uomini. Un grave problema che ancora colpisce le donne è la violenza subita da parte degli uomini.
Per ricordare la giornata della violenza sulle donne, è stato scelto il 25 novembre, in memoria delle tre sorelle Mirabal, assassinate per volere del dittatore Trujillo, perché avevano tentato di contrastare il suo regime.
Esistono vari tipi di violenza: quella fisica, sessuale e psicologica.

Quindi non è solo aggressione fisica di un uomo contro una donna, ma anche ricatti economici, minacce, violenze sessuali. A volte sfocia nella sua forma più estrema: il femminicidio!

La situazione delle donne in Africa è particolarmente difficile.
In quasi tutti i paesi dell’Africa le donne sono vittime di abusi sessuali e di violenze in generale, la situazione peggiora negli stati più poveri. Le donne in Paesi come Ciad, Ghana, Kenya e Costa d’Avorio subiscono violenza sia in ambiente domestico sia nella società. In alcuni di questi Paesi il codice civile, ad esempio, non prevede il reato di stupro. La situazione peggiora nei Paesi che sono martoriati dalla guerra civile o dai conflitti religiosi.
La vita di una donna in Africa si prospetta difficile già da piccola, poiché circa 3 milioni di bambine vengono sottoposte alla pratica dell’infibulazione, una mutilazione genitale femminile per preservare la purezza delle bambine fino al matrimonio.
Il secondo e fondamentale rito di passaggio per la maggior parte delle donne africane è proprio il matrimonio. Di solito esse diventano mogli verso i 15 anni e da quel momento la loro infanzia è finita. Molto spesso si devono sposare con uomini molto più anziani di loro, che le sottopongono a violenze psicologiche e sessuali, senza avere nessuna possibilità di riscatto. Di solito le bambine si sposano così presto in cambio di soldi o, molto semplicemente ma anche molto drammaticamente, perché la loro famiglia non può mantenerle. I Paesi in cui si verificano i matrimoni delle bambine sono soprattutto lo Zimbabwe, il Sudafrica, l’Algeria e il Niger.
Nonostante le diversità tra i vari Paesi del continente africano la condizione femminile risulta in generale peggiore rispetto a quella dell’uomo.
Le maggiori disparità di genere si registrano nell’Africa del nord e nell’Africa Subsahariana.
In Africa le donne sono lavoratrici che trascorrono gran parte della loro vita nei campi, occupandosi del sostentamento della propria famiglia, spesso in condizioni di assoluta povertà e in molti casi costrette a subire violenza e soprusi dagli uomini.
Spesso le donne non hanno il diritto di lavorare. Anche quando viene loro concesso sono sempre lavori sottopagati, degradanti e senza diritti. Molte donne nella vita non hanno altra possibilità che i lavori domestici.
Anche l’istruzione è uno degli ambiti dove le disuguaglianze di genere si notano in maniera più chiara. Al mondo ci sono circa 263 milioni di bambini che non vanno a scuola o la frequentano per un periodo troppo breve per consentire loro un’istruzione adeguata. Le bambine e le ragazze occupano la parte più consistente di questa cifra, infatti solo il 66% dei paesi ha raggiunto la parità tra i sessi nell’accesso alla scuola primaria, il 45% nell’accesso alla scuola secondaria inferiore e il 25% nell’accesso alla scuola secondaria superiore.

Un sostegno per le donne
L’associazione Medici senza Frontiere si occupa di assistere le donne soprattutto nel periodo della gravidanza perché ogni anno circa 300.000 donne muoiono soprattutto nei paesi in via di sviluppo per cause che potrebbero facilmente essere corrette con sistemi sanitari che nei paesi sviluppati vengono comunemente usati. L’associazione aiuta le donne sia prima sia dopo il parto garantendo maggiori possibilità di sopravvivenza anche ai neonati.
Un altro aspetto sul quale intervengono i volontari di quest’associazione è l’assistenza alle donne che hanno subito violenza sessuale. A queste vittime è data subito assistenza medica e psicologica da parte dei volontari; risale a dicembre 2018 la terribile testimonianza di Ruth Okello, ostetrica di Medici senza Frontiere, che si può leggere sul sito internet dell’associazione: “Durante le ultime settimane, donne e bambine sono venute in massa alla clinica di MSF a Bentiu dopo essere sopravvissute a orribili episodi di violenza sessuale. Alcune sono bambine di meno di 10 anni e altre sono donne che ne hanno più di 65. Anche le donne incinte non sono state risparmiate. In più di tre anni di lavoro in Sud Sudan non ho mai visto un aumento così drammatico di vittime di violenza sessuale che arrivano da noi in cerca di cure mediche. Mentre nei primi dieci mesi dell’anno abbiamo assistito 104 vittime sopravvissute, solo nell’ultima settimana ne abbiamo curate 125.”

Di Hajar Hammouma, Charlotte Sacco; classe 2E, Scuola secondaria di primo grado di Villanova Mondovì

Fonti:

  • www.medicisenzafrontiere.it
  • www.africarivista.it
  • www.wikipedia.it
  • www.fermatiotello.com
  • www.actionaid.it