L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha dichiarato che il ritmo di crescita nel numero degli sfollati è aumentato ulteriormente negli ultimi giorni a causa dei degli attacchi delle truppe curdo irachene che hanno ormai raggiunto aree ad alta densità di popolazione.

 

L’offensiva diretta su Mosul costringe migliaia di persone ad abbandonare le loro case.  Quali sono i precedenti a Mosul?  Nel 2017 Mosul, la seconda città dell’Iraq, e Hawija, cittadina nord di Baghdad sono state definitivamente strappate all’Isis.  Il 6 ottobre 2017 il premier iracheno Haider al-Abadi ha annunciato a la liberazione dell’Iraq, definendo l’operazione dell’esercito, supportato dalle truppe americane e dalle milizie sciite una “vittoria non solo per l’Iraq, ma per tutto il mondo”. L’intervento ha messo fine a una delle più lunghe occupazioni islamiste in Iraq (iniziata nell’estate 2014) e, nei fatti, schiaccia a ovest, verso il confine siriano, quel che resta in Iraq dell’dell’autoproclamato Stato Islamico (IS).  Durante la battaglia di Mosul, migliaia di persone sono fuggite dalla città, cercando rifugio nei campi dei governatorati di Ninewa e di Erbil.  Con l’intensificarsi degli scontri, Medici Senza Frontiere ha operato in 16 luoghi, fornendo assistenza sanitaria di base, trattamento per le malattie croniche, come diabete e ipertensione, e supporto per la salute mentale, compresa la consulenza psicosociale e la terapia infantile. 

Chiara, infermiera italiana, da Mosul in Iraq

Uploaded by Medici Senza Frontiere on 2017-05-30.

Chiara, infermiera italiana a Mosul   Si credeva che, dopo la sconfitta del gruppo Stato islamico, in Iraq la situazione fosse migliorata. Eppure il paese continua a essere al centro delle crisi mediorientali. La popolazione ha ancora bisogno urgente di riparo, cure mediche e cibo. Sebbene il conflitto si sia apparentemente placato alla fine del 2017, i bisogni umanitari in Iraq rimangono estremamente alti.  “Il conflitto in Iraq ha avuto un impatto disastroso sul sistema sanitario. Dopo anni di conflitto e intensi combattimenti, intere comunità in tutto il Paese non hanno accesso a cure mediche essenziali. Tante strutture sanitarie oggi si trovano sotto cumuli di macerie. Ci sono spesso gravi mancanze nella disponibilità di farmaci e attrezzature mediche e molti operatori sanitari non ricevono più lo stipendio”, ha detto Carla Brooijmans, responsabile dei programmi di MSF in Iraq.  “C’è un bisogno reale di ricostruire le infrastrutture sanitarie in Iraq, ma è fondamentale non dimenticare gli attuali bisogni umanitari e medici per le persone che sono ancora intrappolate o sfollate dal conflitto. Un’assistenza umanitaria costante è urgentemente necessaria in tutto il Paese, anche per le decine di migliaia di persone che hanno dovuto lasciare le loro case e non sono in grado di ritornarvi”, conclude Carla Brooijmans.   E mentre si tenta di ricostruire il paese, è allarme sicurezza in Iraq in seguito al ritorno su territorio iracheno dei famigliari dei jihadisti ormai sconfitti dalle truppe curde nel nord est della Siria.  Il primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi ha lanciato l’allarme durante la conferenza stampa settimanale a Baghdad avvertendo che ulteriori misure di sicurezza verranno predisposte al fine di evitare che i familiari dei jihadisti possano minacciare la sicurezza e la stabilità futura del Paese.  Anche noi lo auspichiamo, sperando che l’Iraq smetta di essere essere teatro di scontri perché sono tanti ancora i bisogni medico-umanitari dei circa 2,9 milioni di sfollati che non sono ancora tornati a casa per via di un conflitto che speriamo si arresti per sempre. 

Autori: Elena Di Matteo, Lucrezia Albanese, Silvio Caltagirone, Alessio Giustiniano 

Foto: Stringer Iraq/Reuters; Monique Jaques/ For MSF