Covid-19, un disastro! La mascherina, la distanza, la pulizia, ma soprattutto il vaccino.
Solo i vaccini ci aiuteranno a porre fine alla sciagura, ma sono costosi. Molti Paesi possono comprarli e produrli facilmente, ma altri, come accade in tante regioni dell'Africa, no. E allora, perché non diamo loro una speranza?
In Africa la situazione è complessa. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, solo un quarto dell'intero continente ha la disponibilità finanziaria per una campagna vaccinale adeguata.
L’OMS ha dunque richiamato l'attenzione sul fatto che gli accordi dei Paesi con le aziende farmaceutiche creano ingiustizie a danno delle aree più povere del mondo; sappiamo infatti che fino ad ora solo l'1,6% della disponibilità totale di vaccini anti COVID-19 è stato somministrato in Africa.
Le difficoltà principali legate alla somministrazione di vaccini sono:
- l'implementazione lenta;
- i fondi insufficienti;
- l'interruzione dei servizi sanitari essenziali.
In Africa purtroppo, i laboratori, a partire dagli studi clinici, non hanno abbastanza opportunità per continuare le ricerche e produrre i vaccini. In Nigeria, ad esempio, i laboratori ne stanno studiando due, ma le sperimentazioni cliniche non sono ancora partite.
Una speranza: COVAX e AVATT
Fortunatamente ci sono alcune iniziative per aiutare l'Africa e il mondo. COVAX e AVATT sono quelle più attive. COVAX è un’iniziativa per la distribuzione dei vaccini in tutto il mondo, che, insieme all'OMS, collabora per accelerarne la produzione e la distribuzione. All’iniziativa COVAX hanno aderito Gavi, l'Alleanza Vaccini, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI).
L'obiettivo di COVAX è distribuire le dosi per garantire il 20% della popolazione vaccinata. Per fare un esempio, alcuni Paesi ricchi ,che hanno vaccinato gli operatori sanitari, aiutano quelli poveri condividendo i vaccini con COVAX.
Dall’alleanza COVAX sarà fornito gratuitamente il 30% delle dosi di vaccino ai Paesi africani, ma spetterà poi ad ognuno di essi finanziarne la produzione e garantire un'elevata copertura vaccinale al resto della popolazione.
Impegno, questo, di assoluta evidenza, ma di difficilissima realizzazione, perché il quadro che abbiamo davanti ai nostri occhi è davvero desolante: alcuni Paesi africani hanno già utilizzato tutte le loro dosi di COVAX, senza aver raggiunto il livello minimo che assicuri un'adeguata protezione dal COVID-19.
Facciamo qualche esempio. Il Mozambico, che ha 30 milioni di abitanti, ha ricevuto 200.000 dosi di vaccino cinese. Assolutamente poco. In Sierra Leone sono arrivate 100.000 dosi, in Uganda 700-800.000 grazie alla nuova iniziativa COVAX, ma sono ancora quantità decisamente insufficienti.
La Banca Mondiale immagina che l'Africa abbia ancora bisogno di circa 12 miliardi di dollari per garantire un'adeguata protezione dal COVID-19 a un numero sufficiente di persone.
AVATT ha mandato 925.000 dosi di vaccini Oxford-AstraZeneca. Tutti i Paesi sono stati informati della data di scadenza limitata e sono stati anche sollecitati a procedere in modo rapido ed efficiente ,data l'urgente necessità di salvare il numero più alto possibile di vite umane.
I vaccini e le varianti del virus
La variante sudafricana è una mutazione del COVID-19 ed è già quella dominante nelle province del Capo orientale e occidentale del Sudafrica.
Non ci sono prove che tale variante causi malattie più gravi, ma ,come nella versione originale, il rischio è più alto per le persone anziane o per coloro che sono affetti da altre patologie.
Tuttavia la mutazione sembra rendere la trasmissione del virus più contagiosa e, soprattutto, influenza il funzionamento dei vaccini ,attualmente progettati intorno al Covid originale e non pienamente efficaci contro tutte le nuove varianti.
Se non si interverrà prontamente nei Paesi africani, dunque, i problemi diventeranno giganteschi .Più passa il tempo, infatti, e più aumenta il rischio della formazione di nuove varianti dalle quali non potrà proteggersi non solo l'Africa, ma il mondo intero.
La pandemia da COVID-19 ha cambiato in maniera negativa le nostre vite, ma ci ha insegnato anche qualcosa di buono. Ci ha insegnato che in questo momento dobbiamo restare uniti e aiutare gli altri per uscire definitivamente e insieme da un problema che ci ha accomunato. E’ poi inaccettabile che tante persone, già condannate alla fame e alla povertà, restino anche escluse dai farmaci che potrebbero salvare le loro vite. Sono molte le ragioni che impongono di provvedere alle popolazioni più sfortunate del mondo, ma se non vogliamo farlo per altruismo ,facciamolo per salvaguardare noi stessi, perché una sola persona malata è pericolosa per tutti!
Di Emre Kerem Çelenli, classe IIA, Liceo Scientifico italiano Galileo Galilei di Istanbul, Turchia
Fonti:
- https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/covid-19-urgente-vaccinare-africa/
- https://www.agi.it/estero/news/2021-04-07/africa-vaccino-covid-12065159/
- https://www.mediciconlafrica.org/blog/generica/covid-19-in-africa/
- https://www.afro.who.int/news/risks-and-challenges-africas-covid-19-vaccine-rollout
- https://www.bbc.com/news/56100076
- https://unric.org/it/che-cose-covax/