La crisi nutrizionale è uno dei temi caldi trattati da MSF che riguarda tutte quelle popolazioni e in particolare i bambini (i più colpiti) sottoposte a condizioni disperate e assai drammatiche per via di guerre, cambiamenti climatici, epidemie. È una situazione che si subisce

 

L’opera è stata realizzata per il concorso annuale organizzato da Medici Senza Frontiere (MSF) come strumento conoscitivo utile ai noi ragazzi. Attraverso una ricerca sulla storia, dati e testimonianze di MSF ho rintracciato i nuclei tematici principali dai quali partire per sviluppare l’elaborato. Il tema che ho scelto è la malnutrizione in relazione alla crisi nutrizionale (50% in più rispetto al 2021). Il progetto plastico è stato completato in una ventina d’ore circa.

Il titolo dell’opera realizzata è “Limite”. Si tratta di un’opera scultorea a tutto tondo, figurativa stilizzata e con deformazioni: rappresenta una persona asessuale non ben definita, con dei piedi volutamente sproporzionati. Essi sono più grandi per dare, sia dal punto di vista progettuale che iconografico, maggiore stabilità, un appoggio radicato alla scultura che si trova in un precario equilibrio.

La figura viene rappresentata in posizione chiusa su sé stessa: composta da forme semplici e compatte, organizzata lungo un’asse centrale, statica, simmetrica, e con volumi plastici molto simili tra loro. Il volto è non è definito, è irriconoscibile perché non è rilevante identificarlo.

Le mani si aggrappano con forza alle gambe, dalle ginocchia unite, la testa rivolta verso il basso in atteggiamento di inferiorità, paura, circondato da qualcosa di più grande. Ad accerchiare e bloccare quasi la scultura è una spirale di cerchi concentrici divisi in tre parti dai colori: rosso, giallo e verde. Questo vuole essere un palese richiamo alla tematica scelta ossia la malnutrizione, da me rappresentata attraverso gli stessi colori e forma di quei braccialetti che vengono messi attorno ai polsi dei bambini per misurarne la gravità. La spirale parte da terra dove sul supporto di base e sul polso sinistro della figura, è presente del colore dello stesso rosso applicato mediante la tecnica dello spugnato. Esso assume un valore simbolico richiamando al sangue, al dolore e alla sofferenza. La struttura dell’elemento esterno è realizzata attraverso l’unione di due fili di ferro, come scheletro, a cui ho dato la desiderata forma concentrica. Successivamente per dar lo spessore desiderato, non appesantendo troppo però il fil di ferro, ho proseguito alla sua elaborazione con la tecnica del gesso: applicazione di garze immerse nel gesso liquido e ad asciugatura completata rifinitura di eventuali dettagli grazie alla carta vetrata.

La superficie è ricoperta da gesso acrilico bianco mentre per il materiale di base ho utilizzato della argilla. Il risultato è opaco non riflettente, che assorbe la luce; ho levigato poi la superficie della figura umana rendendola liscia e più definita. La lavorazione del materiale è rustica nella spirale.

L’opera è abbastanza statica ma nell’insieme ha una direzione e un andamento verticale dato dalla spirale che va verso l’alto e che da una lieve sensazione di slancio verso l’alto. L’andamento va da sinistra a destra. Le linee forza conducono all’incontro tre braccia e gambe e portano l’attenzione nella parte centrale evidenziando l’andamento delle ginocchia verso l’alto.

Il soggetto è dotato di una simmetria speculare con masse distribuite in modo equilibrato e simmetrico rispetto all’immaginario asse di simmetria. Per la struttura esterna si ha invece una simmetria rotatoria o centrale dove i cerchi concentrici praticamente identici si sviluppano attorno ad un punto, ossia il centro, in corrispondenza della figura umana. Ciò determina l’equilibrio del peso visivo ben distribuito. Si ha un ritmo radiale nella concentricità dei cerchi ripetuti. La figura non presenta evidenti piani concavi. Si trovano spazi vuoti tra le due gambe mentre petto e ginocchia risultano molto ravvicinati.

Ho scelto di realizzare l’opera secondo queste forme per trasmettere la cupezza della malnutrizione attraverso l’atteggiamento di chiusura complessiva della scultura. Essa costringe, chiude, soffoca e limita chi ne soffre in sé stesso, in una situazione tra la vita e la morte. Costringe alla sofferenza e limita anche i soggetti in riabilitazione, che cercano di guarirne. La crisi nutrizionale è uno dei temi caldi trattati da MSF che riguarda tutte quelle popolazioni e in particolare i bambini (i più colpiti) sottoposte a condizioni disperate e assai drammatiche per via di guerre, cambiamenti climatici, epidemie. È una situazione che si subisce.

Ho realizzato il prototipo della figura umana in argilla colorata poi con gesso acrilico mentre per la struttura a spirale esterna ho creato prima uno scheletro in ferro per poi rivestirlo in gesso con le garze. La base invece si tratta di una lastra in legno dipinta con bianco acrilico di colore rosso spugnato al centro seguendo la forma di un cerchio. Ho riscontrato delle difficoltà per quanto riguarda la levigazione della spirale essendo la prima volta che facevo il gesso e alcune dopo l’asciugatura dell’argilla nel risanare le fratture alle gambe che ne compromettevano la stabilità.

Tipologia: opera scultorea

Materiale: argilla, filo di ferro e gesso

Tecnica: lavorazione ferro, incisone, per sovrapposizione di strati e levigatura

Dimensioni: h 32 cm, larghezza 30×30 cm circa

Autori: Camilla Ziviello

Classe e scuola: 5A Liceo Artistico statale di Verona

Insegnante di riferimento: Sabrina Soresini