Mentre la pandemia di Covid-19 riempie i notiziari di tutto il mondo, non fa quasi più notizia che intere popolazioni rischiano una morte precoce per AIDS, guerre o fame. Fra i paesi a forte rischio umanitario, il Burkina Faso. I suoi problemi rientrano fra gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU

Siamo tutti presi dalla pandemia da Covid-19 e l’unico pensiero sembra essere salvaguardarsi, evitarlo, minimizzare i contatti, indossare le mascherine, comprendere se i vaccini siano efficaci.
Per noi ragazzi, poi, c’è il dramma della DAD, ossia della “didattica a distanza”, che non permette di stare con i compagni e i professori; si aggiunge l’impossibilità di uscire, di stare con gli amici, di fare sport. Tutto ciò crea stress. Ogni altro problema, in questo preciso periodo storico, appare come un palloncino leggero, inesistente, secondario. Così facendo, ci dimentichiamo che c’è chi vive in condizioni peggiori, in Paesi dove le malattie si sommano a tante altre preoccupazioni. Uno di questi Paesi è il Burkina Faso.

Il Burkina Faso.
Di che Paese parliamo? Il Burkina Faso (il cui nome significa “terra degli uomini integri”, unione di varie etnie) è uno Stato indipendente, una repubblica semipresidenziale, dell’Africa occidentale, un territorio pianeggiante, senza sbocchi sul mare.

Ha un clima tropicale: si va dalle stagioni delle piogge, alle stagioni secche, in cui soffia il vento caldo proveniente dal Sahara. A causa del forte tasso di disoccupazione, centinaia di migliaia di abitanti emigrano verso altri Paesi, in cerca di fortuna. L’aspettativa di vita è bassissima, di poco inferiore ai 50 anni (all’incirca l’età dei nostri genitori, terribile!) e la principale causa di morte del paese è l’AIDS (il 4% della popolazione ne è affetto).

Guerre, epidemie, carenza di acqua e cibo
Il Burkina Faso è un paese instabile politicamente. Nei suoi villaggi, soprattutto nella regione orientale, si verificano, all’ordine del giorno, omicidi, rapimenti, saccheggi, scontri tra le forze di sicurezza nazionale e i vari gruppi armati. La popolazione vive nella paura, fra il rischio di continui attacchi violenti e le epidemie sempre più frequenti. Migliaia di persone non hanno accesso alle cure mediche e godono di pochissima acqua e cibo per via della siccità e scarsità di raccolti. Il che significa che, oltre alla grave malnutrizione, la gente si ammala di malaria, tra le cause principali di morte, oltre all’AIDS. Tutto ciò si complica, oggi, con il Covid-19 che, sebbene sia arrivato in ritardo, è comunque arrivato. E poiché i farmaci e le strutture sanitarie scarseggiano e il personale medico è ridotto, sono tantissime le persone che rischiano di restare isolate e senza possibilità d’aiuto.

Malgrado la complessità di situazioni in cui si trova il Burkina Faso, possiamo però dire che il Paese non è totalmente abbandonato. Medici Senza Frontiere (l’ONG che opera per i Paesi svantaggiati) ha preso ad interessarsene, dispensando cure mediche gratuite, acqua e generi di prima necessità. Ma le cure fornite non bastano, l’assistenza umanitaria e psicologica andrebbe urgentemente rafforzata, per prevenire morti e sofferenze. Le cicatrici psicologiche sono, infatti, alle volte più terribili della stessa fame. Tanta gente assiste, impotente, a violenze che nessuno vorrebbe vivere – ha spiegato, a Vatican News, Andrea Iacomini, portavoce di Unicef – come i continui rapimenti dei bambini, sfruttati per diventare dei soldati. Ma anche il dover abbandonare, sotto agli attacchi di fuoco, le proprie case, e dover camminare per giorni interi per raggiungere un posto dove vivere. Un posto sempre precario, fatto di paglia o teli di plastica.Medici Senza Frontiere si presta così a dare anche consulenza psicologica e, grazie alla campagna per le vaccinazioni, più di 40.000 bambini sono stati vaccinati contro il morbillo.

Malgrado gli aiuti ricevuti, il Burkina Faso resta uno fra i Paesi africani più poveri al mondo, a fortissimo rischio umanitario, per tutti gli aspetti evidenziati. La Caritas del luogo ha così lanciato un forte appello alla comunità internazionale. Occorrono 600 mila euro per fornire alla popolazione alloggi, acqua potabile e cibo per i prossimi mesi. Di ciò, dovrebbe prendersene carico anche l’ONU che ha previsto, tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per migliorare il mondo: “Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo” (1° obiettivo) e “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” (2° obiettivo).
Mi auguro che le notizie raccolte siano d’aiuto per ricordare quanti Paesi al mondo soffrono, come sia necessario snellire le lamentele quotidiane per problemi inutili e attivarci per i poveri e i bisognosi del mondo.

Sitografia:
https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/burkina-faso-violenze-sfollati/
https://www.medicisenzafrontiere.it/cosa-facciamo/dove-lavoriamo/burkina-faso/
https://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2020/10/28/news/burkina_faso-272170014/
https://www.repubblica.it/solidarieta/profughi/2019/03/13/news/burkina_faso_la_perdurante_situazione_di_insicurezza_ostacola_gli_aiuti_umanitari-221434980/
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-01/sahel-unicef-appello-bambini-2020.html
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-05/covid19-evitiamo-catastrofe-bambini-sahel.html
https://unric.org/it/obiettivo-1-porre-fine-ad-ogni-forma-di-poverta-nel-mondo/
https://unric.org/it/obiettivo-2-porre-fine-alla-fame-raggiungere-la-sicurezza-alimentare-migliorare-la-nutrizione-e-promuovere-unagricoltura-sostenibile/

Autrice: Chiara Candia
Classe Terza sez. F Scuola sec. I grado
I.c. Sferracavallo-Onorato, Palermo