“Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti”.
Così diceva Walt Disney, mito di tutti noi bambini che siamo cresciuti sognando un nostro lieto fine. Purtroppo non tutti ne possono avere uno, molti bambini non sanno nemmeno cosa sia e non hanno mai vissuto la magia di Walt Disney, nonostante siano i protagonisti di questo suo pensiero. Le loro storie non parlano di principi, fate e incantesimi, ma sono storie di un mondo pieno di violenza in cui le bacchette magiche sono fucili e i guerrieri non sono “cavalieri senza macchia e senza paura” ma bambini soldato, che combattono una guerra che non gli appartiene. Riteniamo che sia necessario diffondere questi dati per dare voce ai bambini.
Immaginiamo quale esistenza conducano 300mila bambini in varie zone del mondo, che ogni giorno sono costretti a rischiare la propria vita diventando portaordini, spie, kamikaze o scudi umani sperando di muovere a pietà le figure misteriose che gli sparano addosso. Questa disumanità non fa altro che accrescere la mortalità infantile causata da malattie contratte in luoghi di guerra, infezioni in seguito a mutilazioni o massacri nei campi di conflitto. A questi bambini, alcuni persino di 5 anni, cresciuti troppo in fretta, sono stati strappati i giocattoli e in cambio sono state imposte armi. Per dare un’identità ai paesi protagonisti di questa crudeltà scopriamo che:
-La Sierra Leone è spesso al centro del dibattito dei bambini soldato
-L’Angola conta che il 36% dei bambini ha seguito le truppe in combattimento
-Il Medio Oriente conta bambini soldati nei gruppi islamici.
Come molto spesso i bambini vengono venduti per diventare soldati, così le bambine diventano merce di contrabbando: le cosiddette “spose bambine”. Una piaga mondiale che tocca diversi paesi è quella delle spose bambine, sopra tutto la Turchia che ne conta oltre 230mila. Queste bambine che dovrebbero sognare il proprio bel principe azzurro sono invece costrette a sposare la bestia cattiva impossibile d’amare, una bestia violenta che le priva della loro infanzia e di loro stesse. A decidere il destino delle bambine sono le loro famiglie che, trovandosi nella povertà, vedono in queste unioni la possibilità di arricchirsi e di cambiare vita, nonostante tali matrimoni siano vietati dalle leggi avvengono col tacito assenso delle autorità, che non fanno abbastanza per fermarli. I bambini soldati e le spose bambine sono condannati ad una vita senza svago e istruzione così come i minori intrappolati in impieghi nelle fabbriche o nei campi, che mettono a rischio la loro salute fisica e mentale. Sono più di 150milioni i bambini forzati a vivere in questo modo, nelle zone più povere del pianeta esposti ai rischi di malattie mortali causate dai luoghi insalubri e incidenti provocati da attrezzature pericolose.
Un altro tipo di sfruttamento minorile è quello del “lavoro domestico e familiare”, che ha il vantaggio di essere invisibile: sono moltissime le Cenerentole in queste case, ma purtroppo per queste bambine non ci sarà mai il ballo. La condizione di lavoratrice e orfana di Cenerentola si rispecchia in 140milioni di bambini in tutto il mondo, di cui 100milioni solo in Africa, bambini che hanno perso i genitori a causa di guerre, disastri naturali, siccità, carestie e malattie. Sono circa 36mila, soltanto in Italia, i minori stranieri rimasti soli durante i viaggi della speranza. L’intento dei genitori è quello di allontanarli dalle traversie della loro vita per promettergliene una migliore, ma spesso non è così. Questi poveri innocenti sono costretti a intraprendere viaggi disumani sopra “barchette di carta”, spesso destinate a inabissarsi nei fondali marini, trascinandosi sogni mai avverati e l’isola che desideravano tanto raggiungere si materializza nell’Isola che non c’è.
Ma c’è ancora speranza per questo mondo? Molte persone si rivelano essere indifferenti a queste crudeltà, alcune addirittura le fomentano ma altre no. Esistono persone che spendono la propria vita impegnandosi nello scrivere un lieto fine a tutte le vittime di questi soprusi. Sono i volontari delle ONG, come Medici Senza Frontiere, che ogni giorno vestono i panni del genio della lampada e della fata madrina. I volontari cercano sempre le soluzioni migliori per queste problematiche, ma hanno bisogno del supporto di tutti per abbattere l’indifferenza che regna ovunque. Intervistando uno dei volontari di Medici Senza Frontiere, in un incontro tenutosi a scuola, siamo venuti a conoscenza del fatto che la loro indipendenza finanziaria è garantita dalle donazioni dei privati, che in Italia rappresentano il 100% dei fondi raccolti. In caso di conflitti armati sono neutrali guidati da un motto: le ostilità e le armi devono essere lasciate fuori dai cancelli degli ospedali di MSF, è importante solo chi ha bisogno di cure. Si occupano di medicina di base, di secondo livello, di salute riproduttiva, pediatria, di procurare acqua potabile e cibo, assistenza psicologica e intervengono in caso di malattie come:
-La Malaria che conta 830mila morti all’anno
-Il Morbillo che ne conta 110mila
-La Meningite dove i tassi più alti sono registrati nell’africa Subsahariana
-Il Colera che provoca 95mila morti all’anno.
Le équipe mediche si occupano di curare i malati ed effettuare campagne di vaccinazione di massa e gestiscono programmi per l’HIV/AIDS, Tubercolosi e malattie tropicali dimenticate.
Medici Senza Frontiere ha molto a cuore la questione dei bambini, per esempio, in Armenia ha intrapreso una nuova campagna per dimostrare l’esistenza di un approccio educativo alternativo ai metodi violenti e che si basa sul rispetto del bambino come individuo e dei suoi diritti.
Mentre per noi il 2019 iniziava tra festeggiamenti, le équipe di MSF erano impegnate ad aiutare le donne a partorire in modo sicuro. Solo nel 2017 hanno offerto assistenza per 288.900 parti e seguono i neonati anche durante la crescita per salvaguardarli da malattie facilmente contraibili. L’età più critica va dai sei mesi ai due anni, in cui oltre alla contrazione di malattie letali, i bambini rischiano disturbi causati dalla malnutrizione, che ferma la crescita e indebolisce il sistema immunitario rendendo i soggetti colpiti più vulnerabili ad altre patologie. Nel 2017 MSF ha trattato 244mila bambini malnutriti e adesso ogni minuto ne muoiono 9. Nelle zone a rischio i medici adottano un approccio preventivo, distribuendo prodotti nutrizionali supplementari ai bambini a rischio per evitare che le loro condizioni di salute si aggravino. Il volontario intervistato ha raccontato una sua esperienza di qualche mese prima quando ha fornito assistenza medica d’urgenza dopo uno sbarco a Siracusa. Quel giorno hanno perso la vita centinaia di bambini, donne e uomini e che adesso sono ostaggi dell’ennesima disputa politica tra Stati. Marco, il volontario, sostiene che la salvezza e la tutela delle vite umane devono avere la precedenza assoluta; queste persone, soprattutto le più vulnerabili come donne e bambini, non devono subire ulteriori sofferenze e deve essere loro garantita l’assistenza umanitaria di cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno; ma purtroppo da due anni le ONG che salvano vite nel Mediterraneo sono al centro di una campagna di criminalizzazione ferocissima, frutto di politiche ben precise che colpiscono ogni atto di solidarietà verso gli ultimi. I dati forniti dal UNHCR (The UN Refugee Agency) dicono che si è passati da un decesso ogni 38 arrivi nel 2017 a uno ogni 14 l’anno scorso. Sensibilizzando l’opinione pubblica, i governi e tutti i cittadini del mondo si potrà garantire un futuro a chi un futuro non ce l’ha, perché in fondo: che mondo è un mondo che non garantisce l’infanzia ai propri bambini?
di Maria Anna Cannizzaro, Margherita D’Amico e Alessia Paola, Liceo classico ‘Mandralisca’ di Cefalù (PA)
SITOLOGIA: