Se state leggendo questo articolo, è perché possedete un telefono o un dispositivo elettronico.

Forse pensate di stare tenendo in mano un oggetto comune che molti hanno. Allo stesso tempo potreste non sapere di cosa è fatto o chi lo ha fatto, ma non vi interessa. Non sapete che mentre voi leggete sdraiati sul divano o comodi sulla vostra scrivania, migliaia di uomini, donne e bambini stanno scavando in cerca di coltan.
Questo minerale è necessario per far funzionare i condensatori nei circuiti elettrici. In poche parole, senza il coltan i telefoni non funzionerebbero.
Migliaia di uomini, donne e bambini lavorano anche 13 ore al giorno per guadagnare pochi dollari al mese. Uomini e donne che hanno molti figli e lavorano sperando che almeno uno di essi possa avere un futuro. Lavorano in miniere di cui non sanno nulla, rischiando la vita in questi luoghi invivibili.
Chi è che controlla tutto questo? La domanda sorge spontanea. Non certo i grandi del Congo, della Somalia o di paesi vicini, ma noi. Noi che necessitiamo di quello che loro raccolgono quotidianamente. Noi che speriamo che la loro situazione di povertà si risolva ma che allo stesso tempo siamo schiavi delle loro risorse: senza le loro ricchezze i ruoli si invertirebbero.
I lavoratori, inoltre, operano in condizioni di degrado del tutto inadeguate. Non c’è rispetto per nessuna norma di salute e non ci sono i valori sociali necessari per un buon ambiente di lavoro. Dalle attrezzature, alle miniere e alla sicurezza mancata, molti operai rischiano ogni giorno la propria vita e molti altri muoiono. Gli stessi lavoratori, non sanno perché lavorano e con quale fine raccolgono questi materiali. Da più fonti è emerso che:
● chi possiede il coltan è ricco;
● chi lavora in quelle miniere non è povero e ha un salario che gli permette di vivere in condizioni adeguate;
● i bambini e le donne non lavorano, non vengono sfruttati.
Tutto ciò si smentisce cercando qualsiasi video o immagine riguardo questa situazione.
A questo si può trovare una soluzione che, anche se piccola, è essenziale per cambiare le cose. Nel 2011 è stata fondata “Fairphone”, un’associazione nata nei paesi bassi che ha prodotto smartphone android con materiali, come il coltan, che provengono da miniere dove i lavoratori non vengono sfruttati e l’assemblaggio è diretto da persone a cui sono garantiti i diritti sindacali.
In Congo, Medici Senza Frontiere opera a favore di persone che, sfruttate e senza diritti, stanno morendo. Offre vaccini e cure pediatriche per garantire migliori condizioni di salute ai bambini costretti al lavoro. Vivere in questo paese significa calpestare pietre preziose senza quasi accorgersene e raccoglierle senza dar loro importanza. Gli stessi volontari di MSF parlano di come contino solo il cibo e l’acqua, di come quelle pietre che per noi sono di altissimo valore per loro sono come sassolini.
Mentre nelle miniere lavorano e muoiono migliaia di persone, anche nella vita di tutti i giorni epidemie e morte si diffondono. In Congo imperversano ebola, malaria, colera, peste e altre malattie che uccidono ogni giorno. Medici senza frontiere ha vaccinato oltre 1.050.315 bambini contro il morbillo e ne ha curati 13.906 per malattia.
MSF e le altre ONG offrono servizi sanitari gratuiti a persone che ne hanno immensamente bisogno. Ma è veramente la cosa giusta? Siamo certi che le ONG possano bastare a salvare milioni di persone che stanno morendo? Il cambiamento verso un sistema più equo dovrebbe partire da tutti noi e da una nuova consapevolezza.

Autori

Turia Farhane
Elisa Levratti
Natalia Teslevych

Scuola Secondaria I grado Lanfranco – Modena
classe 3A