Medici senza frontiere è un grande esempio di solidarietà umana.

Da più di trent’anni l’Associazione Medici Senza Frontiere organizza un sistema di volontari per prestare assistenza e aiuti medici a favore delle popolazioni più povere del mondo in situazioni di emergenza, *soccorrendo chiunque*, in qualunque parte del mondo, abbia bisogno di aiuto medico.
Per la sua attività umanitaria l’organizzazione ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 1999.
Fin dalla sua fondazione, Medici Senza Frontiere si è posta due obiettivi: intervenire tempestivamente nelle situazioni di crisi, aiutando tutti, *senza distinzione alcuna, *e prevenire le guerre e le conseguenze delle catastrofi.

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I volontari dell’associazione si muovono in soccorso dei poveri del mondo, nelle regioni colpite da catastrofi naturali, da guerre, da carestie o da epidemie; combattono affinché tutti possano avere i farmaci con cui curarsi; aiutano gli emarginati nelle periferie delle grandi città, dove la droga e la prostituzione fanno molte vittime anche fra i bambini.
Medici Senza Frontiere si finanzia con donazioni *volontarie*, che vengono sollecitate con campagne di informazione, manifestazioni, lettere inviate a milioni di indirizzi.
Ogni anno le missioni coinvolgono più di 3.000 persone tra medici, infermieri e personale addetto alla logistica, che possono poi contare su una rete di oltre 15.000 collaboratori, originari dei paesi nei quali sono prestati i soccorsi.
Ecco qualche numero:

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NUMERI SENZA FRONTIERE 2 – fondazioni da cui tutto ha avuto inizio 2 – scopi principali: salvare vite umane e raccontare i contesti in cui lavora 3 – associazioni regionali 5 – grandi sezioni in Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Spagna e Francia 21 – sezioni partner 45 – anni di esperienza 72 – pa…

Ed ecco una testimonianza

MEDICI SENZA FRONTIERE

L`organizzazione Medici Senza Frontiere ha ricevuto, nel 1999, il Premio Nobel per la Pace per l`instancabile lavoro svolto offrendo soccorso sanitario alle popolazioni vittime di emergenze, guerre e catastrofi e testimoniando le violazioni dei diritti umani cui assiste durante le sue missioni.

Come tante persone e famiglie, anche la mia famiglia ed io siamo dei sostenitori di MSF, con un piccolo contributo mensile e, loro in cambio ci tengono aggiornati sugli sviluppi e i progressi delle loro missione.
Pochi giorni fa, abbiamo ricevuto l’ultima mail dai nostri contatti che ci presentavano una nuova famiglia che è appena giunta sul luogo per rendersi utile:
Elena, Armando e loro figlio Lele, sono una famiglia come tutte le altre, se non fosse per un piccolo particolare: sono operatori in missione a Mozambico, partiti a
febbraio. Elena è un medico mentre Armando un logista e lavoreranno per un anno nell’ospedale di Beira dove si occupano soprattutto dei malati di HIV.

*“Sarà una bella sfida **per noi perché siamo una famiglia con un bambino molto piccolo, ma vediamo ogni giorno l’impatto delle operazioni di Medici Senza Frontiere sulla popolazione e sappiamo che non c’è spazio per dubbi e incertezze: questo è l’unico lavoro che vorremmo fare!*
*Qui il tasso di mortalità purtroppo è molto alto, soprattutto per i pazienti HIV positivi. Per questo abbiamo deciso di iniziare un nuovo progetto nel reparto d’urgenza dell’ospedale di Beira focalizzato sui pazienti con HIV in stato avanzato. Ci occupiamo anche di prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, patiti virali e tubercolosi.*
*Perché siamo qui? Sentiamo l’urgenza di voler fare qualcosa per queste persone, di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato**.”*
Ad aver bisogno dell’aiuto di Medici senza frontiere non sono soltanto i paesi poveri; In Italia, per esempio, l’organizzazione presta soccorso agli immigrati irregolari, che non potrebbero altrimenti ricevere assistenza medica.
Dopo tutte queste testimonianze, non ci rimane che chiederci:
“Troveremo mai, noi tutti, la *forza e il coraggio* di fare quello che queste persone fanno e ci dimostrano tutti i giorni, *in maniera che tutto ciò sia la normalità?*”

Aurora Valentino, classe 2ª A
IC Amedeo Peyron-re Umberto I° di Torino