Durante lo scorso anno scolastico, noi ragazzi della Redazione Blog della scuola secondaria di primo grado “Federico II” di Jesi (An), abbiamo avuto l’occasione di vivere da vicino alcune fasi di un importante progetto nazionale intitolato “MigrArti Spettacolo”.
MigrArti è un progetto promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Italiano con la finalità di coinvolgere immigrati di prima e seconda generazione, residenti ed operanti in Italia, in attività artistiche che ne promuovano e favoriscano l’integrazione. È stato creato nel 2016 ed è arrivato tra i finalisti del premio “Rete Critica” nel 2018.
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Purtroppo oggi MigrArti non esiste più perché il governo ha deciso di non rinnovare i finanziamenti. Le associazioni culturali coinvolte, tuttavia, non si arrendono e su internet hanno promosso una petizione per raccogliere firme e riattivare il progetto!
Entriamo ora nel dettaglio e proviamo a raccontare cosa è stato MigrArti per noi.
Giovedì 17 maggio 2018 noi Bloggers abbiamo incontrato ed intervistato alcuni partecipanti al progetto; in molti ci hanno parlato della loro storia e di come sono riusciti a venire in Italia: racconti toccanti, mozzafiato, a volte quasi incredibili. Li hanno narrati nella loro lingua originaria, perciò avevamo chiesto ad alcuni nostri compagni di origine non italiana di tradurre le storie in tempo reale. Siamo rimasti veramente colpiti dai loro volti e dalle loro voci, perché ascoltare in prima persona è completamente diverso dal sentire attraverso i media; è conoscere, sentire, entrare in reale contatto con gli altri.
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Nello svolgersi del progetto, ci sono stati diversi incontri e laboratori teatrali attraverso i quali, insieme ai loro coach Sonia, Giacomo e Stefania, hanno creato lo spettacolo “Nella giungla delle città. L’irruzione del reale” prendendo spunto da un testo di Bertold Brecht. Lo spettacolo diviso in tre serate, è andato in scena il 10 luglio a Senigallia, presso la Rocca Roveresca, il 14 luglio, Jesi, in Piazza Federico II e ad Ancona il 19 luglio, alla Corte della Mole Vanvitelliana.
Alcuni di noi sono andati a vedere la performance del 14 luglio ed è stata l’occasione per riflettere insieme su una delle tematiche fondamentali del nostro tempo: il diritto degli uomini di cercare il proprio bene e la felicità in un paese diverso da quello di nascita, in accordo ed armonia con chi, in quel lembo di terra, ha avuto la sorte di viverci da sempre.
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https://player.vimeo.com/video/299648827
Gli attori in scena erano circa cinquanta, più di settanta quelli presenti agli incontri, tutti provenienti dalle terre dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina: Brasile, Bangladesh, Camerun, Costa D’avorio, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Nigeria, Pakistan, Sud Africa, Russia, Venezuela. In molti dei loro Paesi ed ovviamente anche in Italia, lavora da anni e con passione l’associazione ‘’Medici Senza Frontiere’’. Nelle zone di guerra gli operatori sanitari di MSF offrono cure mediche a chi ne necessita senza schierarsi con nessuna delle parti in lotta; combattono la malnutrizione; curano la salute fisica e mentale delle donne che in numerosi contesti risultano molto vulnerabili e sono frequente oggetto di violenza.
Vediamo nel dettaglio come opera MSF in quattro di questi paesi: Camerun, Venezuela, Pakistan e Italia.
MSF in Camerun
Nel 2017 hanno potenziato le loro attività nel nord del Paese per dare prima assistenza alle vittime del conflitto tra l’esercito nigeriano e gruppi armati che ha costretto parte della popolazione del nord della Nigeria a rifugiarsi in Camerun, Ciad e Niger. Pertanto all’epoca in Camerun c’erano circa 88.000 rifugiati e 240.000 sfollati interni.
Lo spostamento forzato dei popoli e le violenze hanno compromesso il già debole sistema sanitario. Nella zona al confine con la Nigeria, infatti, le strutture sanitarie hanno poco personale e scarse forniture mediche e molte sono state abbandonate. Ciononostante, ecco alcuni dati: visite mediche effettuate 122 mila, bambini malnutriti trattati 8.800
MSF in Venezuela
Nel 2016 MSF ha iniziato ad operare a Caracas, dando assistenza alle molte vittime di violenza urbana. Gli psicologi di MSF hanno offerto 367 consulenze individuali di salute mentale, individuando ben 57 casi di violenza sessuale.
Le équipe di MSF formano leader ed educatori di comunità per operare meglio sul territorio; i candidati ricevono lezioni su argomenti come il controllo dell’ansia, la paura, il primo soccorso psicologico e la prevenzione della violenza sessuale. In un solo anno hanno partecipato oltre 7.800 volontari.
MSF in Pakistan
In Pakistan, MSF si occupa di dare assistenza a donne e bambini, soprattutto nelle zone rurali. Un bambino su undici, infatti, muore prima dei cinque anni di età soprattutto a causa della malnutrizione. Il primo intervento di MSF in questo paese c’è stato nel 1986 e da allora sono state effettuate più di 297 mila visite ambulatoriali. MSF gestisce vari ospedali in Pakistan, di cui uno pediatrico a Quetta con 60 posti letto che nel 2016 ha trattato per malnutrizione ben 2.385 bambini. Nell’ospedale femminile di Peshawar, MSF offre assistenza ostetrica 24 ore al giorno; nella stessa struttura, nel 2016, sono stati assistiti 4906 parti, di cui 479 cesarei.
MSF in Italia
Medici senza Frontiere lavora anche in Italia: nel corso degli anni gli operatori hanno svolto attività di salute mentale, di assistenza alle vittime di violenza e di sostegno alle iniziative per l’accoglienza di migranti e rifugiati che, nel 2017, sono sbarcati nel nostro paese in circa 120.000. L’associazione ha lavorato per facilitare l’accesso alla sanità e ad altri servizi per ridurre l’emarginazione dei nuovi arrivati. A Roma ed in alcune città del nord ha aperto centri di riabilitazione per vittime di violenza offrendo ai migranti incontri con medici, fisioterapisti e psicoterapeuti; dal 1999 ha effettuato più di 2.5 mila consultazioni di salute mentale individuali e di gruppo.
Dopo un lungo e difficile lavoro di sintesi e ricerca abbiamo concluso il nostro articolo il 22 gennaio 2019, giorno in cui è iniziato lo sgombero del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto (Città metropolitana di Roma). Un gruppo di cittadini, sindaco e parroco in testa, hanno promosso una silenziosa marcia di protesta.
Autori: Belli Samuele, Carosi Giulia, Ronca Simona (IIIA); Ascione Alessia, Romagnoli Giorgia, Tibulca Alexia (IIIB); Albanesi Rebecca, Djondo Marisol, Velaj Lorela (IIIC); Falappa Gaia, Orofina Serena, Sistilli Alessandro (IIID) Scuola Secondaria di I grado “Federico II” Jesi (AN)
- Fonti:
Medicisenzafrontiere.it
Mcuolesenzafrontiere.it
Media.msf.org
Scuolafedericosecondo.it/blog
Maltezoo.eu
Insegnanti referenti: Greta Scorcelletti e Maria Alessandra Bini