“BUDAPEST - Sette milioni di profughi siriani. È questo il numero di migranti che l'Europa deve attendersi nei prossimi anni se non si risolverà la situazione in Siria. L'allarme arriva dal premier turco, che ha inviato una lettera ai leader UE. Egli chiede la collaborazione europea affinché si costituisca una 'zona sicura' in territorio siriano per l'accoglienza dei rifugiati.” (Fonte: www.repubblica.it)

Le cause della guerra

Ogni mese arrivano in Europa migliaia di profughi siriani a causa delle loro pessime condizioni di vita in Siria. Sperano di trovare una casa o un lavoro.

I profughi siriani sono persone costrette a scappare dal proprio stato per la guerra civile che si combatte in Siria da alcuni anni fra l’Esercito Siriano Libero e i ribelli sirianiTutto iniziò quando, nel marzo del 2011, gran parte della popolazione si ribellò contro il regime politico di Basshar al-Assad. Egli cercò di reprimere le manifestazioni con la forza ma senza alcun risultato.  Intanto le proteste continuavano a diffondersi.

Dal momento in cui cominciarono a essere compiute repressioni di ogni tipo, i cittadini ribelli cominciarono ad armarsi e l’esercito siriano dovette intervenire in aiuto del presidente. Ancora oggi, in Siria la guerra continua e la situazione dello stato diventa sempre più critica anche a causa dell’aggiunta di altre fazioni come per esempio l’ISIS.

Questa è una guerra caratterizzata da attacchi nei confronti della popolazione siriana. Ha causato una delle più gravi crisi umanitarie che, oltre al numero di morti nello stato, ha fatto aumentare il tasso di emigrazione di siriani.

La situazione peggiorerà fino a quando le guerre civili non cesseranno e la Siria avrà raggiunto una situazione stabile in ambito politico e militare.

Se dovessi confrontare la vita di un ragazzo siriano con la mia, penserei a quanta fortuna io abbia avuto a nascere in Italia. Non ho il problema di poter morire da un giorno all’altro per una bomba, o per mancanza di cibo e cure, o quello di dover migrare in un altro paese perché quello in cui sono nata è soggetto a guerre violente.

Sono stati registrati alcuni dati che spiegano la situazione della maggior parte della popolazione siriana:

  • 5,1 milioni di siriani hanno lasciato il loro paese a causa della guerra o della crisi umanitaria;
  • 6,6 milioni di siriani sono stati sfollati all’interno della Siria a causa di scontri tra i vari governi siriani per l’ottenimento del controllo sul territorio;
  • 1,9 milioni di siriani vivono sotto assedio: non riescono o non possono fuggire dai vari attacchi aerei. Hanno bisogno di un rifugio con cibo, cure o assistenza sanitaria.

Il Campo di Berm: un muro di sabbia e sofferenza

In Siria sono stati compiuti ben 101 attacchi aerei che sono andati a colpire, oltre alle abitazioni siriane, persino strutture supportate da Medici Senza Frontiere. Una di quelle colpite è il Campo di Berm. Si trova nell’area di deserto situata tra Giordania e Siria. È una terra di nessuno il cui nome vuol dire ‘muro di sabbia’. Non è un vero campo profughi, bensì un insediamento di persone che sono scappate dalla guerra e che cercano un rifugio. 75.000 profughi siriani sono bloccati da ormai molto tempo al suo interno.

Questo campo è stato colpito da un attacco bomba che ha causato la morte di alcuni soldati. In seguito lo stato della Giordania ha deciso di far chiudere i confini con la Siria. In questo modo l’associazione Medici Senza Frontiere non ha più potuto fornire cibo e assistenza medica ai profughi stanziati in quel campo. Di queste 75000 persone, 4 su 5 erano donne e bambini affetti da patologie e malattie molto gravi. L’associazione ha avuto, per un breve periodo, la possibilità di aiutare i profughi stanziati all’interno del campo di Berm, riuscendo a risolvere quasi interamente i loro problemi. Sono state aiutate donne in gravidanza, curati bambini malnutriti e persone gravemente malate.

Ho cercato di immaginare come un profugo trascorra una giornata all’interno di un campo come questo: svegliarsi la mattina ed essere consapevoli del fatto che probabilmente non arriverai a destinazione, non ci sarà cibo a sufficienza per tutti, ma dovrai comunque continuare il tuo viaggio per raggiungere la tua meta.


La storia di Ama e Khalid

Ama è una donna coraggiosa che per arrivare in Europa ha dovuto fare di tutto pur di far viaggiare suo figlio, Khalid, nato con alcune difficoltà motorie per le quali i suoi movimenti erano limitati. Ama ha 48 anni, Khalid ne ha 22.

Mi ha colpito molto come questa donna dimostri che anche chi ha difficoltà, e chi davanti al suo percorso trova degli ostacoli può essere in grado di superarli per raggiungere il proprio obiettivo prestabilito.

“Abbiamo provato a fare di tutto per arrivare in Europa legalmente – racconta lei - ma nessuno ci ha aiutato. Sapevamo che sarebbe stato rischioso per nostro figlio, non può camminare e ha bisogno di un’assistenza continua. Ero anche preoccupata per gli altri miei due figli, 15 e 10 anni”. Alla fine hanno dovuto scegliere la via più pericolosa, il mare. “Abbiamo contattato i trafficanti in Turchia, spiegando loro la nostra situazione: avevamo bisogno di una barca con abbastanza spazio e con un letto. Ci hanno detto che potevano organizzare il viaggio ma che sarebbe costato 10.000 dollari per tutta la famiglia. Abbiamo accettato. Non avevamo scelta”. Partono dalla Turchia di notte su un barcone e, dopo 4 ore, arrivano sulle coste greche. Ama continua a raccontare: “Abbiamo dovuto attraversare una strada ripida. Mio marito, 49 anni, era molto stanco. Mio figlio gli chiedeva di lasciarlo lì. Per fortuna, c’erano altri siriani con noi, più giovani e forti, che ci hanno aiutato. Credo che abbiamo camminato per 14 chilometri” (www.medicisenzafrontiere.it).


Ospedali e strutture di Medici Senza Frontiere distrutti

Nel breve video esplicativo, raggiungibile al link sottostante, è raccolta la testimonianza del dottor Abu Waseem, il direttore di una delle strutture supportate da Medici Senza Frontiere. Egli descrive ciò che succede nella zona di Aleppo Est, sempre in Siria. Il dottore racconta di ospedali bombardati, persone ferite, altre ancora che muoiono una dopo l’altra: è impressionante e sconcertante sentire notizie del genere.

Aleppo, un medico racconta gli ospedali sotto le bombe. Un video di Medici Senza Frontiere

Nelle ultime settimane gli ospedali di Aleppo sono stati oggetto di attacchi aerei. In questo video di Medici Senza Frontiere, che ha sostenuto quei presidi medici in questi anni, le immagini della distruzione e un'intervista con un medico che vive e lavora nella città siriana

La guerra civile in Siria uccide centinaia di persone, assedia e distrugge le città, ma non le speranze di quelle persone che ogni giorno tentano di evadere da quella trappola mortale.

Di Francesca Conti, classe 3A, a.s. 17/18, Scuola Media Statale di via Vivaio Milano

Foto: MSF; Wikipedia, Middleeasteye.net; Electronicintifada.net;