Negli ultimi anni l’Europa si è ritrovata di fronte ad una crisi migratoria.
Le cause principali di questi spostamenti di massa possono essere di origine naturale o sociale, e tra queste, economiche, politiche, militari, religiose ecc. I paesi, in ordine di richiesta, con il maggior numero di richiedenti asilo in Europa sono Siria, Afghanistan, Iraq, Eritrea, Pakistan, Nigeria, Somalia, Sudan, Gambia e Mali.
Delle persone che ogni anno cercano di arrivare in Europa, più del 20% non ci riesce. Più specificatamente le statistiche ci dicono che degli immigrati il 58% sono uomini, il 17% donne e ben il 25% bambini, spesso i minori sono purtroppo non accompagnati da familiari. A questo proposito, l’UE ha ratificato la Convenzione di Amburgo con il Nord Africa, secondo la quale le acque del Mediterraneo si spartiscono tra i vari paesi che si affacciano, ma senza una dichiarazione ufficiale della superficie di acque controllate da parte di Libia, Malta e Tunisia. Per questo motivo, l’Italia si vede costretta ad oltrepassare i confini in mare per soccorrere i barconi affondanti. Il territorio italiano in mare passa pertanto da 500.000 km2 a 1.100.000 km2. Dove finisce l’area italiana, dove finisce l’area SAR (seearch and reascue) maltese e dovrebbe iniziare quella libica, c’è solo un enorme buco nero.
La guerra in Siria, in corso dal 2011, è considerata guerra civile e vede contrapposte la parte governativa di religione sciita, appoggiata da Afghanistan e Iran, alla parte ribelle sunnita, che ha come alleati Turchia, Arabia Saudita e Qatar. Il conflitto è molto crudo, con civili spesso coinvolti e con frequenti stragi perpetrate dalle componenti più fondamentaliste delle due parti. Le organizzazioni internazionali hanno accusato sia le forze governative che i ribelli di abusi dei diritti umani (civili usati come scudi umani, torture, sequestri, detenzioni illecite, ed esecuzioni sommarie, sia di soldati che civili)
Come si trovano i rifugiati nei campi di accoglienza?
I rifugiati passano da una tragica situazione di guerra a una altrettanto tragica situazione di reclusione, poiché sono costretti a stare in campi di accoglienza, in condizioni disumane, anche per anni in attesa di avere documenti che consentano loro una vita normale , in cui poter lavorare per guadagnare. Inoltre nei campi di accoglienza le persone sono sempre più ammassate e, a questo proposito, l’Europa ha deciso di regolamentare l’afflusso di nuovi migranti creando attraverso una commissione che valuta la domanda di asilo politico nel primo paese di approdo dell’immigrato.
Nonostante questo, l’UE ha giudicato ancora eccessivo l’afflusso di migranti, specie dalla Siria e, nel marzo 2016 , l’UE e la Turchia hanno stabilito un accordo per la gestione dell’arrivo di migranti sulle coste greche: in cambio di un cospicuo compenso economico, la Turchia si fa garante di rispedire i profughi, siriani compresi, sulla rotta balcanica, se non presenteranno domanda d’asilo immediata alle autorità greche e se questa domanda verrà rifiutata.
Ad un anno dall’accordo, articoli internazionali dichiarano che il bilancio è disastroso. Secondo le autorità greche, oggi in Grecia 14370 persone sono trattenute nei campi, ben oltre la capienza complessiva che sarebbe di 7.450 posti. Amnesty International, in un rapporto del 2016, ha denunciato che alcuni profughi siriani sarebbero stati respinti alla frontiera, senza che sia stata data loro la possibilità di chiedere asilo in Grecia, infrangendo il diritto internazionale sui respingimenti.
Se potessimo accelerare la macchina del tempo come saremo giudicati tra 100 anni?
L’UE sarà forse giudicata colpevole di crimine contro l’umanità per aver rispedito verso il proprio paese d’origine chi scappava da guerre e dittature? Con orgoglio è stato dichiarato dal ministro dell’interno che gli sbarchi sulle coste italiane, soprattutto a partire da luglio 2017, hanno registrato un decremento complessivo di oltre il 33% rispetto allo stesso periodo del 2016. Abbiamo davvero fatto la cosa giusta in questi anni? O avremmo potuto prendere altre decisioni, decisioni migliori?
Le nostre azioni possono apparire giuste ad alcuni e ingiuste ad altri. Il mio parere è che avremmo potuto fare meglio. Sinceramente ritengo che sia veramente inaccettabile che i rifugiati, dopo aver fatto tutta quella fatica per scappare dalle loro situazioni repressive, vengano riportati forzatamente là dove sono scappati. Il dolore e la sofferenza umana di chi scappa da povertà, guerra o dittature non può e non deve lasciarci indifferenti. La nostra coscienza ci impone di dare una mano, nei nostri limiti, ma di non lasciare solo chi è in difficoltà.
di Letizia Panigada e Greta Scomazzoni, classe 3A, a.s. 17/18, Scuola Media Statale di via Vivaio Milano