Per tutte le umiliazioni che ha subito
Per il suo corpo che avete sfruttato
Per la sua intelligenza che avete calpestato.
Per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
Per la libertà che le avete negato.
Per la bocca che le avete tappato.
Per le ali che le avete tagliato.
In piedi signori. Davanti ad una donna!”
(William Jean Bertozzo, Chisciotte)

Sento un brivido sul collo, gli occhi offuscati dalle lacrime e dal dolore. Non riesco a percepire
altro se non l’asfalto gelido e ruvido a contatto con la mia pelle ed il rumore delle auto.
Le seguo con lo sguardo, senza riuscire a definire la loro forma, vedendole allontanarsi, come le
mie speranze che piano piano mi abbandonano.
So che non può essere l’ultima volta, che non posso lasciarmi portar via tutto così.
Non ho mai assecondato niente, ho sempre cercato di scappare, di non farmi accecare dall’amore.
Eppure lui…sempre lì.
Mi ha violata completamente, in ogni senso.
Non riuscivo più a chiudere gli occhi senza che la sua figura mi apparisse, così imponente e vicina,
minacciosa, come se anche i miei pensieri potessero farmi del male.
E l’ha fatto.
É stato tutto così veloce e frenetico che non ho avuto neanche il tempo di realizzarlo.
Il sedile della sua auto così tristemente familiare. Le sue mani così grandi e forti, la pelle d’oca in
ogni punto in cui mi sfiorava, il mio tentativo, vano, di svincolarmi da quella morsa.
Con un movimento repentino apre poi la portiera e mi spinge violentemente a terra, come se fossi
un oggetto inanimato. Ed è quello che divento.
Non sento più il mio corpo, non sono più tra le sue braccia, non provo più dolore, solo rabbia.
Rabbia perché qualcuno ha pensato di avere il diritto di togliermi ogni briciolo di indipendenza, di
pensare che io sia sua, di rovinare il mio oggi e il mio domani, come se gli appartenessero, non
permettendomi di andare avanti e provare più alcuna piccola emozione.
Provo rabbia per tutto questo, perché non lo meritavo, perché nessuno lo merita. Perché sono solo
una voce in un coro silenzioso, una delle poche ad urlare, sperando però che la mia voce basti a
risvegliarle tutte.
Milioni di persone subiscono tutto ciò, ed è solo provando ad immedesimarci in esse, immaginando
questo sfogo, che abbiamo in parte compreso e sentito un po’ del loro dolore.
Ma la violenza sessuale, sfortunatamente così tanto nominata, è davvero compresa da tutti?
Qualsiasi statistica sulle violenze sessuali riporta solo un quadro generale del problema e della sua
diffusione. Sono troppi i luoghi in cui non si riesce a denunciare la violenza subita, né a farsi curare.
Per fortuna ci sono associazioni come Medici Senza Frontiere che in Burundi, Colombia, nella
Repubblica Democratica del Congo, in Siberia e in sud Africa cercano non solo di prestare
assistenza medica, ma anche un supporto psico-sociale ed un aiuto nella denuncia e persecuzione
degli stupratori.
“Una vita spezzata può essere ricostruita anche se le cicatrici resteranno per sempre”
(MSF)

di Astarita Camilla, Belardo Sonia, Montella Simona,
Parente Annachiara, Marzio Marta, Caccioppoli Antonio.
Liceo Classico Vittorio Emanuele II-Garibaldi, Napoli IM

( Fonti: https://www.medicisenzafrontiere.it/)