Il Senegal è tra le destinazioni più ambite degli appassionati del turismo, la
sua caratteristica principale è l’ospitalità che distingue la sua popolazione.

Esso si colloca nella fascia del Sahel, tra la zona desertica del Sahara e la
fascia umida dell’Africa guineana. Attualmente, il Senegal conta 15 milioni di
abitanti, circa il 5 % della popolazione nazionale vive all’estero e metà degli
immigrati si trova in Europa.
Il motivo che spinge le persone a lasciare il
paese è la povertà estrema (unita ad alti tassi di disoccupazione) che regna
nella loro terra da diversi anni, nonostante il Senegal sia dotato di una delle
economie più stabili dell’Africa occidentale.
A partire dal 2006, l’economia del paese ha fortemente risentito dell’aumento
dei prezzi del petrolio e dei beni alimentari, e dal 2008, degli effetti della
crisi globale. Tale situazione ha avuto una ricaduta negativa sulle condizioni
di vita della popolazione.
Ciò ha causato il fenomeno dell’emigrazione che, nonostante sia vista dai
senegalesi come la possibilità di un miglioramento delle loro vite, in realtà è
una soluzione apparente: ogni anno causa, infatti, milioni di morti (soprattutto
bambini).
Un altro problema importante legato all’emigrazione è quello dell’integrazione,
resa difficile da pregiudizi, diversità culturali e difficoltà di trovare una
stabilità economica.
Una delle testimonianze che abbiamo ricavato è di un senegalese trentaduenne,
Karim, nato senza diaframma, che è fuggito dal suo paese in cui non gli veniva
offerta la possibilità di essere curato. Karim ha deciso cosi’ di venire in
Italia, nella speranza di ottenere le cure necessarie e una vita dignitosa. Nel
nostro paese, Karim ha ottenuto la protezione umanitaria che gli ha assicurato
il diritto alla salute, obbligo sia costituzionale che internazionale e quindi
ha avuto accesso a cure mediche che non avrebbe potuto ricevere in Senegal.
La vita di Karim ha avuto una svolta positiva, ma ci sono milioni di persone che
purtroppo vivono di stenti e non riescono a sopravvivere. La presenza di
”Medici senza frontiere” in questi luoghi rende le loro condizioni di vita
meno disperate.

di Claudia Mascolo, Maria Francesca Polito – Liceo Classico Vittorio EmanueleII –Garibaldi di Napoli IM