L’immigrazione è, in questi ultimi mesi, causa di scandali e dibattiti che hanno toccato anche la politica italiana.

Molte di queste discussioni vertono il denaro speso dall’Italia per gli immigrati; all’incirca 4,4 miliardi di euro spesi nel 2017 per le varie operazioni do salvataggio, il primo soccorso per i migranti malati o feriti, protezione ed educazione di 20 mila minori. Di tutti questi 4,4 miliardi di euro circa 781 milioni sono stati destinati a operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo, 590 milioni, invece, furono spesi per l’istruzione e alle varie strutture umanitarie.
Per quanto riguarda le operazioni do accoglienza dei migranti si stima un costo di 30/35 euro a testa per gli adulti e 45 euro per i minori. Ma a pesare sui portafogli degli italiani sono soprattutto i costi delle strutture temporanee come alberghi, camping e ostelli che ospitano 133.727 immigrati di cui quasi il 25% sono minorenni; 198 milioni furono, nel 2015 furono destinati alle strutture umanitarie; una cifra spropositata che però è costretta a salire del 60% nell’anno successivo. Solo per l’accoglienza l’Italia è passata da spendere 640 milioni nel 2014 a dover pagare una cifra quasi quadruplicata nello scorso anno, 2,6 miliardi circa nel 2018.
All’inizio di quest’anno, il documento di economia e finanza (DEF), stimava una spesa italiana di 5 miliardi di euro per i migranti. Il DEF contiene anche il patto dove viene sancito che nel 2018 i contributi previsti dall’Unione Europea per la crisi dei migranti in Italia siano di 80 milioni, addirittura meno dello scorso anno che la cifra ammontava a 91 miliardi di euro.
Questi dati indicano un eccessiva spesa da parte dello stato italiano sul tema dell’immigrazione, e ne evidenzia la mancanza di organizzazione di un sistema funzionale e utile allo stato sull’accoglienza e il salvataggio dei migranti.

di Matteo Eleuteri, 4° LES Maria Mazzarello