Quarant’anni sotto bandiere, nazioni e senza avere un’identità, questo è l’Afghanistan.

Uno Stato dalla instabilità politica presente fin dal periodo imperialista, quando era governato dal Protettorato Britannico, diventato indipendente nel 1919.

Nel 1933 divenne un regno con a capo Zahir Sahar, durante il quale il paese godette di un periodo di stabilità.
Nel 1973 fu instaurata una repubblica che ha trasformato il paese in una moderna democrazia con libere elezioni, un parlamento, diritti civili, emancipazione per le donne e suffragio universale, che fu poi sostituita dai sovietici, che salirono al potere con un colpo di stato, instaurando un regime comunista che si ritirò solo nel 1989 grazie a una forte resistenza interna.
Nel 1996 i talebani salgono al potere instaurando un regime teocratico e fondamentalista; inizialmente erano solo degli studiosi del corano le cui idee erano di un forte orientamento religioso e fondamentalista.
Secondo i dati attuali raccolti da ”Long war Journal” i governativi controllano 146 distretti, i talebani 52 ma 198 sono contesi da aspri combattimenti e oltre metà della popolazione è sotto il loro controllo.
È una guerra iniziata da diciotto anni, è la guerra più lunga combattuta dagli USA dopo quella contro l’Iraq. In molti sono le persone che la chiamano la ”guerra infinita”.
Perché non si riesce a sconfiggere i talebani?
Questa é la domanda che in molti si pongono, i motivi principali sono:
· L’incapacità del governo afghano di elaborare delle strategie efficaci per contrastare le azioni nemiche;
· L’impegno e il sostegno da parte del Pakistan e delle tribù locali che assecondano in quelle stesse azioni nemiche chi il governo afghano non é in grado di sconfiggere.
Dopo vent’anni di assistenza, MSF annunciò il 28 Luglio del 2004 la chiusura di tutti i suoi programmi sanitari nel paese, in seguito all’uccisione di 5 operatori, crudelmente colpiti a morte.
Il fatto avvenne il 2 Giugno dello stesso anno, quando un veicolo di MSF, chiaramente riconoscibile, subì un’imboscata nel nord-ovest della Provincia di Badghes. Il governo afghano dimostrò in quell’occasione un inadeguato impegno per la sicurezza degli operatori umanitari che operavano in quel paese. In più un responsabile dei talebani dichiarò pubblicamente che, poiché l’organizzazione MSF lavorava nell’interesse degli Americani, erano nel loro mirino e avrebbero potuto subire altri attacchi.
Accusa infondata e ingiustificata nel caso di MSF che ha sempre considerato la differenza tra l’aiuto umanitario e gli interessi politici, considerando prioritario il solo obiettivo dell’organizzazione cioè di fornire assistenza alle popolazioni in pericolo nel nome del’etica medica e basandosi esclusivamente sui reali bisogni della gente.
Minaccia con cui i talebani hanno dimostrato il loro disprezzo verso una qualsiasi azione umanitaria.
L’Afghanistan ha una delle condizioni socio-economiche tra le peggiori del pianeta, con una scarsa industrializzazione e oltre due terzi della popolazione attiva si dedica al settore primario, in una agricoltura più di sussistenza che capitalistica, che contribuisce solo per un terzo alla formazione del PIL.
I medici di MSF hanno denunciato la presenza di un’epidemia di scorbuto nella provincia di Faryab, nel nord dell’Afghanistan, causata dalla mancanza di vitamina C, assente in quell’area per la siccità del 1999, che ha portato alla distruzione dei raccolti. Il popolo afghano non considera più quei terreni, ormai andati perduti e basati sui tradizionali meccanismi di sopravvivenza, per cui adesso si trova in una crisi alimentare che ha causato una crisi economica per una mancata manodopera, lasciando persone in grave pericolo di vita.
Si tratta di un paese che vive ancora le conseguenze della guerra sovietica non potendo coltivare le terre invase dalle mine anti-uomo. A ciò si aggiunge la continua guerra nella quale gli USA sono intervenuti per dare la loro protezione, allontanando i talebani, fin dal 2001, privando ogni loro rappresentante del potere. Ma nonostante questo, negli anni i talebani hanno continuato a comandare favorendo la malavita e facendo attentati, alleandosi con i pashtun, una dell’etnie più popolose e più forti del paese, concentrandosi sulla parte più interna cioè quella non controllata dagli USA.
28 Gennaio 2019
New York: l’amministrazione Trump e i talebani sono impegnati in lunghe trattative Doah, capitale del Qatar, per arrivare a un accordo che permetterà ai quattordicimila soldati americani di lasciare il paese dopo diciotto anni di guerra. L’ultimo round di sei giorni é finito il 26 Gennaio 2019 e ce ne saranno altri presto. Se questi trattati porteranno a qualche risultato, sarà un segnale per i contingenti occidentali che è arrivato il momento di chiudere le missioni e di lasciare il paese. Vale anche per l’esercito italiano e il ministro della difesa, Elisabetta Trenta, ha dato l’ordine di cominciare a pianificare un eventuale ritiro dei soldati italiani entro dodici mesi, secondo fonti delle difesa citate dall’Ansa. L’accordo di Doah è ancora nella fasi preliminari e prevede in cambio del ritiro americano che i talebani accettino tre condizioni:
· Devono dichiarare di cessare il fuoco e quindi devono sospendere gli attacchi contro le forze del governo di Kabul;
· Devono impedire che i gruppi terroristici usino l’Afghanistan come piattaforma per lanciare attacchi all’estero;
· Devono comunicare e parlare direttamente al governo di Kabul cosa che hanno sempre evitato.

Il motivo per cui abbiamo scelto questo argomento è per informare i lettori delle pessime condizioni economiche, politiche e sociali dell’Afghanistan e del fatto che la guerra è conseguenza di sofferenze da parte di molte persone che in realtà non c’entrano nulla.

Autori:
Andrea Gambino
Figueroa Krane Cromwell
Classe 3^E – I.C. Guglielmo Marconi – Palermo

Credit: immagine in evidenza
Morte a Kabul
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La bandiera dell’Afghanistan
Fonti:
Wikipedia, sito di MSF, Action Aid
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Cosa-succede-in-Afghanistan-Guolo-La-guerra-tra-talebani-e-Isis-Trump-2adbceea-b046-45bc-a4af-bf4d11c9c09b.html