Il giorno 27 febbraio, noi delle classi terze abbiamo incontrato una persona speciale: il suo nome è Asmae Dachan, una giovane donna di origini siriane conosciuta per la sua attività di giornalista e scrittrice.

Dal 2016 lavora per molte testate nazionali e internazionali come freelance e ha anche un blog personale intitolato “ Diario di Siria ’’.
Inizialmente, ci ha spiegato la situazione in Siria prima che scoppiasse la guerra, mostrandoci delle foto che ci hanno colpito e fatto riflettere molto: ci ha descritto un paese benestante, con un ricco patrimonio storico-culturale; ci ha raccontato che tutti i ragazzini andavano a scuola e avevano una vita simile alla nostra. Dopo questa breve presentazione, ci ha parlato della Siria oggi in ambito storico, economico, politico e geografico, per farci capire ancora meglio la situazione ed entrare nel cuore di questo paese dilaniato dalla guerra.
Successivamente ci ha fatto fare un esperimento sociale per farci comprendere i sentimenti che provano i nostri coetanei siriani in questo tempo di guerra. Ci ha divisi in cinque gruppi: sfollati, profughi, vittime, arrestati e superstiti. I cinque gruppi stavano inizialmente insieme poi, uno ad uno si sono allontanati lasciando da soli i superstiti che hanno espresso le loro emozioni descrivendo una sensazione di vuoto, di abbandono e di incompletezza. Questa è la situazione che molti giovani siriani hanno vissuto nelle loro scuole dall’inizio del conflitto.
A questo punto Asmae ha ripreso la narrazione della sua esperienza di corrispondente di guerra; tra gli episodi che ci ha raccontato ci ha colpito l’azione di alcuni ragazzi della nostra stessa età che hanno scritto sul muro della loro scuola lo slogan “Il popolo vuole la caduta del regime” e per questo motivo sono stati arrestati e ancora oggi sono in prigione.
Alla nostra domanda se avesse ancora parenti o amici in Siria, Asmae ci ha parlato di molti suoi colleghi morti perché volevano far sentire la loro voce di cronisti e far conoscere al mondo quello che questo bellissimo paese sta passando a causa della guerra.
Ha nominato Ghiath Matar, un ragazzo di 26 anni, capo del Movimento non violento siriano arrestato mentre manifestava contro il regime, il cui corpo, quattro giorni dopo, venne riconsegnato ai suoi familiari. Poi ci ha raccontato di Razan Zaitouneh, avvocatessa rapita nel 2013 a causa del suo lavoro che consisteva nel lottare per i diritti umani. Di Padre Paolo Dall’Oglio rapito anche lui nel 2013 e di cui non si hanno ancora notizie certe. Di Nujeen Mustafa, una ragazza disabile a causa di una grave malattia e che malgrado questa difficoltà, è riuscita a scappare dalla Siria e a raggiungere la Germania, dove si è operata. Lei ha scritto anche un libro sulla sua esperienza intitolato ”Lo Straordinario Viaggio di Nujeen Mustafa”. Di Bana Alabed, una bambina che usava twitter per denunciare i crimini siriani, anche lei riuscita a sfuggire dalla Siria, ha scritto un libro, “Caro Mondo”. Infine di Yusra Mardini, una nuotatrice che ora vive in Germania con lo status di rifugiata, ci ha colpito molto il fatto che lei e sua sorella nel viaggio verso l’Isola di Lesbo hanno trascinato il gommone fino alla riva visto che esso imbarcava acqua.
Nell’ultima parte dell’incontro la signora Dachan ha presentato il suo libro “Il silenzio del mare” che racconta di due fratelli Rima e Fadi, fuggiti dalla Siria e arrivati in Italia. Rima purtroppo muore a poca distanza dalle coste italiane, mentre Fadi appena sbarcato, viene accolto da Gino, un signore disponibile ad aiutarlo per tutta la sua permanenza. A questo punto alcuni di noi le hanno rivolto delle domande sul romanzo.
*Come le è venuta l’idea di scrivere questo libro?*
Ho deciso di scrivere un romanzo storico per avvicinarmi ad un pubblico diverso e più ampio rispetto a quello del giornale, rivolgendomi anche ai più giovani. Mi sono ispirata ad uno dei più importanti romanzi storici della letteratura italiana, I promessi sposi, in particolare alla scena della madre di Cecilia che porta in braccio il cadavere della sua bambina, deponendola con cura sul carro dei monatti. Un’immagine a cui purtroppo ho assistito durante uno dei miei viaggi in Siria.
*Non ha paura quando si reca nelle zone di guerra? *
La paura è inevitabile, i teatri di guerra sono zone molto pericolose, pertanto per noi giornalisti sono previsti corsi di formazione per affrontare situazioni di rischio. Inoltre siamo sempre accompagnati da persone del luogo, i fixer, che ci indicano i tragitti più sicuri da percorrere.
*Cosa prova quando racconta della guerra?*
Non posso negare di provare un forte coinvolgimento per lo stretto legame che ho ancora con la mia terra d’origine. Allo stesso tempo, però, nutro una grande speranza per il futuro quando vado nelle scuole ad incontrare i bambini e i ragazzi per parlare della situazione in Siria. Come giornalista sento di avere la responsabilità di far conoscere la verità su quanto sta accadendo in medio oriente.
L’incontro con Asmae Dachan è stata un’esperienza molto interessante e formativa che ci ha permesso di conoscere meglio una situazione tanto complessa raccontata da chi l’ha vista da vicino.
*MSF IN SIRIA *
Nel 2016 alcune strutture sanitarie gestite da Medici Senza Frontiere hanno subito gravi attacchi che hanno provocato numerose vittime e feriti e danni irreparabili agli edifici e alle attrezzature mediche. Già nel 2014 alcuni operatori dell’associazione erano stati rapiti dall’Isis ed erano venute meno le condizioni di sicurezza necessarie alle associazioni umanitarie per operare in tranquillità. Il governo siriano, infatti, non aveva concesso ad MSF l’autorizzazione a portare assistenza nel Paese, nonostante questo l’associazione ha continuato a operare direttamente in sei strutture mediche in zone controllate dalle forze di opposizione nel nord della Siria e a fornire sostegno a distanza a reti mediche siriane in aree in cui non poteva essere direttamente presente.

Autori: Belli Samuele, Carosi Giulia, Ronca Simona (IIIA); Ascione Alessia, Romagnoli Giorgia, Tibulca Alexia (IIIB); Albanesi Rebecca, Djondo Marisol, Velaj Lorela (IIIC); Falappa Gaia, Orofino Serena, Sistilli Alessandro (IIID). Scuola Secondaria di I grado “Federico II” Jesi (AN)

Fonti:

  • incontro con la giornalista Asmae Dachan, che ha autorizzato l’uso delle foto tratte dalla sua presentazione,
  • https://www.youtube.com/watch?v=jdDw_bMOpVE&t=2s
  • https://www.youtube.com/watch?v=a9CSqWQBpOo

Insegnanti referenti: Greta Scorcelletti, Maria Alessandra Bini.