L’EBOLA

L’ebola è una malattia che è stata scoperta nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan, è un virus a trasmissione diretta attraverso i fluidi corporei.
Si tratta di un virus a RNA, che colpisce principalmente l’uomo e i primati, ma ne sono portatori anche i pipistrelli da frutta. Il virus dell’ebola causa una malattia conosciuta come febbre emorragica e si trasmette attraverso fluidi corporei con un tempo di incubazione che varia tra i 2 e i 21 giorni.
La mortalità è molto elevata nel caso in cui la patologia non venga curata immediatamente, infatti si calcola una percentuale di decessi del 50-90%.
L’unico metodo per verificare la contrazione della malattia è attraverso le analisi del sangue.
Le cause che portano allo sviluppo della malattia sono date dalla trasmissione del virus stesso.
Si può contrarre l’ebola attraverso contatto diretto con malati che stiano già presentando i classici sintomi della malattia. La trasmissione avviene con il contatto diretto di mucose o ferite con i liquidi corporei (sangue, saliva, urine, feci, sperma) di chi è malato.
I sintomi principali che identificano un’infezione da ebola sono:
• febbre https://www.humanitas.it/pazienti/malattie-e-cure/sistema-immunitario/7809-febbre
• mal di testa https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8688-mal-di-testa
• mal di gola https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8687-mal-di-gola
• dolori muscolari https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8586-dolori-muscolari e articolari https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8594-dolore-articolare
• spossatezza https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8820-stanchezza-spossatezza
• vomito https://www.humanitas.it/enciclopedia/sintomi/8858-vomito
• diarrea
• insufficienza renale ed epatica
• emorragie interne o esterne

In caso di contatto diretto con un malato è necessario utilizzare strumenti di protezione personale, come i guanti, e lavarsi frequentemente le mani.
Inoltre è bene non toccare carne cruda di animali che possono essere infetti (principalmente pipistrelli della frutta e ominidi) e cuocerla prima di mangiarla.
L’epidemia di Ebola del 2014 in Africa Occidentale
Nel 2014 si è registrata un’epidemia senza precedenti in termini di aree geografiche coinvolte, casi registrati e tasso di mortalità. Dalla Guinea, dove l’epidemia viene confermata per la prima volta il 22 marzo 2014, il virus si è rapidamente diffuso in Liberia, Sierra Leone e, con un’estensione contenuta, in Nigeria, Senegal e Mali. Il numero dei contagi è aumentato esponenzialmente rendendo ancora più complicata la ricostruzione dei contatti, e quello che all’inizio sembrava un problema locale si è trasformato in una crisi umanitaria internazionale.
L’epidemia si è protratta per quasi due anni, ha visto il coinvolgimento simultaneo di diversi Paesi, ha colpito i contesti urbani e ha contato un numero di casi e di morti enormemente superiore a quelli notificati globalmente nelle diverse epidemie riportate dal 1976, anno in cui l’Ebola è stata per la prima volta identificata e descritta, ad oggi.
L’epidemia ha fatto registrare 28.652 casi sospetti, 15.261 casi confermati al laboratorio e 11.325 decessi con una mortalità pari al 40%.
L’intervento di M.S.F.
L’Associazione M.S.F. durante l’epidemia del 2014, è intervenuta sin dall’inizio, con tutte le attività necessarie a fronteggiare l’ Ebola costruendo e gestendo centri di isolamento per il trattamento dei pazienti affetti dalla malattia, installando camere di decontaminazione tra i pazienti in isolamento e l’ambiente esterno ,curando i pazienti per limitare la diffusione del contagio ,supportando i Ministeri della salute locali nell’attività di sorveglianza epidemiologica, inviando esperti tra le comunità locali per definire la mappatura dei contatti, sensibilizzando le comunità sulla diffusione della malattia e sulle misure igienico-sanitarie da adottare, formando gli operatori sanitari locali e fornendo supporto psicologico
Nel momento di più esteso intervento nei 3 paesi maggiormente colpiti, sono stati impiegato quasi 4.000 operatori nazionali e oltre 325 dello staff internazionale per combattere l’epidemia. L’assistenza ai pazienti è stata affidata a personale esperto e formato sulle tecniche di isolamento necessarie, sull’utilizzo di dispositivi di protezione e sul rispetto scrupoloso delle norme di comportamento in tutte le fasi dell’assistenza al malato.
Cure per i sopravvissuti
I sopravvissuti al virus Ebola hanno comunque dovuto affrontare numerose conseguenze sia fisiche (fatica cronica, problemi all’udito e alla vista) che mentali, oltre all’isolamento e alla stigmatizzazione da parte della comunità, e hanno richiesto cure dedicate e specifiche. Abbiamo per questo realizzato cliniche per il trattamento e la cura dei sopravvissuti.
Alla fine del 2016, quando la maggior parte delle condizioni acute che avevano colpito i sopravvissuti al virus si sono attenuate o sono state trattate, abbiamo iniziato a chiudere i centri e i programmi di salute mentale e predisposto per quanti ancora necessitavano uno speciale supporto psicologico un passaggio di consegne verso altre organizzazioni o verso il sistema sanitario nazionale.

LA STORIA DEL PICCOLO MAMADEE
Mamadee è un giovane ragazzo di undici anni che balla sulle note di Azonto mentre la gente attorno a lui lo osserva. È difficile credere che Mamadee sia stato colpito da Ebola. Il 15 agosto il ragazzo si reca nel centro di trattamento dell’Ebola di MSF a Foya, in Liberia, presentando i sintomi tipici del virus (nausea, febbre, dolori muscolari, affaticamento, dolore addominale e diarrea). I medici iniziano a curarlo con solo multivitamine, paracetamolo, soluzioni orali per reidratarlo, antibiotici e pastiglie antimalaria. Dopo cinque giorni Mamadee comincia a sentirsi meglio, gioca e corre per tutto il centro. I primi di settembre anche Maya, la sorella di Mamadee, viene ricoverata nel centro. La ragazza di 14 anni muore dopo pochi giorni dal suo arrivo, a solo una tenda di distanza da quella di suo fratello. Negli stessi giorni Mamadee riceve il risultato del test, che risulta negativo. Il ragazzo è riuscito a sconfiggere l’Ebola. Mamadee è sopravvissuto, ma il virus dell’Ebola sta rapidamente sconfiggendo molte altre persone. Oltre 2800 decessi Da quando l’epidemia di Ebola è stata dichiarata ufficialmente, lo scorso 22 marzo e si è diffusa a ritmi senza precedenti in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Senegal, dove si contano 700 nuovi casi a settimana.

AUTORI:
-Taranto Roberta
-Valdes Sofia
-Oricchio Andrea
-Costa Giorgio
-Mantegna Giorgia
-Titus Thomas
CLASSE: 3^C,I.C.”G.Marconi”
CREDIT: Virus dell’Ebola in Liberia. http://www.farodiroma.it/africa-torna-lincubo-ebola/