Sempre naufragi al largo delle coste libiche e ancora morti ignorati.

Ci riferiamo al naufragio che ha coinvolto i due gommoni che sabato 1 settembre 2018 hanno lasciato, alle prime ore dell’alba, le coste libiche con a bordo sudanesi, maliani, nigeriani, camerunensi, ghanesi, libici, algerini ed egiziani, più di 160 persone per ogni natante. Un esempio di ciò che succede in mare e che non fa più “notizia”.
Come riportano le testimonianze di alcuni superstiti raccolte dall’équipe di M.S.F., più di 100 persone morte nel naufragio.

Il primo gommone si era fermato a causa di un guasto al motore, l’altro ha continuato a camminare , quando verso le 13,00 ha cominciato a sgonfiarsi. A bordo 165 adulti e 20 bambini. E’ stato chiesto aiuto ma i soccorritori sono arrivati quando tutti erano in acqua e la barca si era rovesciata. Solo poche persone avevano i giubbotti di salvataggio. A poco è servito il lancio delle zattere per recuperare chi stava annegando. Sono sopravvissute solo 55 persone, niente da fare per chi non indossava il giubbotto di salvataggio e per chi non è riuscito ad aggrapparsi alla barca. Più di 20 bambini morti, compresi due gemelli di 17 mesi annegati insieme al padre e alla madre. L’arrivo della guardia costiera libica ha portato in salvo i sopravvissuti al naufragio e ha recuperato il secondo barcone.
Come racconta un’infermiera dell’équipe medica di M.S.F., Jai Defranscis, i sopravvissuti più gravi sono stati assistiti e sono stati trattati 18 casi urgenti tra cui nove persone con ustioni chimiche, estese fino al 75 per cento del corpo e organizzato il trasferimento in ospedale per un paziente particolarmente grave.
Il gruppo dei sopravvissuti al naufragio è stato portato in un *centro di detenzione, sotto il controllo delle autorità libiche*. L’équipe di M.S.F. ha fornito ulteriori cure al gruppo trattenuto al centro di detenzione. Tra loro ci sono donne incinta, bambini, neonati, persone in gravi condizioni e con pessime ustioni chimiche causate dalla miscela di carburanti e acqua salata che si accumula in fondo ai gommoni.
Ciò che emerge ancora una volta, oltre il terribile dramma dei morti in mare anche quello dei centri di detenzione in Libia dove vengono rispediti quanti vengono recuperati in mare dalla guardia costiera. Le condizioni in questi centri sono molto precarie. Migranti, molti dei quali hanno perso un familiare nel naufragio, sono rinchiusi in celle, costretti a dormire su materassi o coperte a terra in condizioni igieniche inadeguate e insufficiente accesso a cibo e acqua potabile. Richiedenti asilo e rifugiati fermi per mesi costretti a una detenzione arbitraria sono a *rischio di diventare vittime dei trafficanti* che spesso rappresentano l’unica opzione lasciata alle persone per continuare il loro viaggio in cerca di sicurezza
L’emergenza umanitaria nel Mediterraneo richiede sempre molta attenzione e impegno da parte di governi e Organizzazioni
sovranazionali.

Per porre fine alla detenzione arbitraria di migliaia di rifugiati e migranti in Libia e aumentare i meccanismi per evacuarli verso la sicurezza fuori dal paese, MSF ha chiesto:
– all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e ai paesi sicuri di organizzare rapidamente l’evacuazione di rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia e accelerare il loro reinsediamento; – all’Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni (IOM) e ai paesi d’origine di accelerare l’evacuazione e il rimpatrio dei migranti che desiderano tornare nei loro paesi d’origine; – agli Stati europei e alle autorità libiche di smettere di intercettare in mare le persone in fuga per riportarle in Libia, come mezzo per bloccare gli arrivi in Europa.

Ma purtroppo la situazione, passando il tempo, rimane invariata. Arrivato il 2019, le équipe di M.S.F. continuano a denunciare l’aumento del numero di migranti trattenuti nei centri di detenzione a Misurata e Khoms.
A gennaio si registrano centinaia di morti in naufragi e sbarchi con donne incinta, neonati e bambini che vengono trasferiti in questi centri dove è sempre più scarso l’accesso all’acqua potabile e il cibo insufficiente o come a Tripoli dove la mancanza di isolamento termico espone i migranti al freddo.
A Qasr Bin Gashir, centro di detenzione nella zona del fronte dove centinaia di immigrati si trovano in trappola nelle zone di conflitto, MSF è dovuta intervenire per una fornitura d’acqua d’emergenza a causa di un’interruzione di corrente alla pompa idraulica.
Solo alcuni numeri: 21 gennaio 106 persone sbarcate a Khoms da una nave commerciale, 6 sicuramente annegate; 22 gennaio 144 persone soccorse da una nave mercantile sbarcate a Misurata. Altri giorni prima 117 persone annegate in un naufragio.
Da più parti l’appello e la denuncia che la Libia non è un posto sicuro e per questo occorre un intervento europeo umanitario che impedisca la detenzione nei centri di questo Paese nordafricano.
L’orrore di questo stato di cose arriva da alcune foto inviate dall’inferno di Boni Walid, distretto di Misurata, dove gli stessi criminali documentano le torture sui profughi sub sahariani nei lager dei trafficanti per indurre le famiglie al pagamento del riscatto per liberarli.
Quanto detto ci fa comprendere che l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo è sempre alta e l’impegno da parte dei Paesi europei e degli Organismi sovranazionali diventa sempre più urgente.

*Nomi degli Autori*: Luca Buccheri – Flavio Di Benedetto – Carlo Palma – Beatrice Pedaci 3^D Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Pecoraro” Palermo

Fonti:

  • https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/rifugiati-e-migranti-condannati-ad-annegare-in-mare-o-alla-detenzione-arbitraria/
  • https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/10/migranti-oltre-100-morti-in-un-naufragio-scoperto-dopo-10-giorni-tra-le-vittime-anche-20-bambini/4617076/
  • https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/10/migranti-oltre-100-morti-in-un-naufragio-scoperto-dopo-10-giorni-tra-le-vittime-anche-20-bambini/4617076/>
  • https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2019/01/23/news/libia_migranti_e_rifugiati_riportati_in_centri_di_detenzione_sovraffollati_molti_in_condizioni_critiche-217304530/
  • https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2019/01/23/news/libia_migranti_e_rifugiati_riportati_in_centri_di_detenzione_sovraffollati_molti_in_condizioni_critiche-217304530/