Se vi capitasse di attraversare il cortile della scuola media Quintino Di Vona di Milano, il vostro sguardo cadrebbe su un’insolita aiuola verticale, incastonata tra il campo da pallavolo e la pista di salto in lungo. A ben guardare, vi accorgereste che le piante di fiori appese, legate insieme da un nastro rosso, formano la parola HUMAN. Perché questo non è un semplice “giardino sospeso”: è un’installazione interattiva che noi, ragazze e ragazzi di 2^I, abbiamo creato con l’intenzione di trasmettere un messaggio.
Una poesia - Human
H-U-M-A-N 5 lettere orizzontali, un filo rosso le unisce: human, UMANO. Una parola, mille storie e mille mondi che si allontanano, si avvicinano, si mescolano. Come fiori spontanei della nuova primavera, in un bel giardino. Un petalo vola verso di me, non ne avevo mai visto uno così.
L’idea è nata dopo aver sentito alla televisione la notizia del naufragio della Summer Love, una barca carica di persone partite dalla Turchia per arrivare in Europa, che si è schiantata a poche decine di metri dalla costa di Cutro. L’ennesimo naufragio dopo il quale è stata fatta la conta dei morti: circa cento tra bambini, donne e uomini, che hanno perso la vita annegando davanti agli occhi dei pescatori calabresi che non hanno potuto fare niente per salvarli.
Quasi quotidianamente sentiamo parlare di barconi naufragati e migranti annegati nel Mar Mediterraneo mentre cercano di raggiungere l’Italia e l’Europa: notizie che ormai non fanno più scalpore, come non impressionano più i numeri che le accompagnano: 5 dispersi, 29 sopravvissuti, 140 morti…numeri dati proprio come se fosse una conta, in cui spesso compaiono anche codici, quelli che contrassegnano i corpi ai quali non è stato possibile restituire un’identità.
Dopo aver visto le immagini delle sigle scritte a pennarello sulle bare bianche delle vittime senza nome di Cutro, abbiamo riflettuto in classe sul fatto che questi non sono semplici numeri anonimi, come quelli che usiamo negli esercizi di matematica: dietro ognuno di questi numeri, piccoli o grandi, ci sono persone. Persone che cercano di arrivare in un luogo dove poter vivere meglio, scappando dai loro Paesi a causa di guerre, persecuzioni e condizioni difficilissime di vita, oppure semplicemente per inseguire un sogno. Persone che affrontano consapevolmente un viaggio molto pericoloso in mare, perchè questa è l’unica via che possono percorrere per cercare sicurezza e futuro. Tra questi numeri anonimi ci sono moltissime ragazze e ragazzi nostri coetanei, o perfino più piccoli, che non hanno avuto la nostra stessa fortuna di nascere in un posto dove si può giocare, avere amici, studiare tranquillamente.
Abbiamo riflettuto sul fatto che spesso non viene data molta importanza a ciò che accade nel mar Mediterraneo ed in pochi si preoccupano realmente di aiutare queste persone, prima che anneghino; tra i pochi ci sono le Organizzazioni Non Governative come Medici Senza Frontiere che, con la sua nave di ricerca e soccorso Geo Barents, salva le persone che rischiano la vita in mare e fornisce loro assistenza medica d’emergenza. Tutti i soccorsi avvengono in acque internazionali nel Mediterraneo centrale tra la Libia, Malta e l’Italia, dove si verificano la maggior parte dei naufragi. Le persone soccorse in mare vengono sbarcate nei porti indicati dalle autorità degli stati che coordinano i soccorsi, che per legge devono essere il luogo sicuro più vicino ovvero, per i soccorsi nel Mediterraneo centrale, l’Italia o Malta.
Per comprendere meglio le attività di soccorso in mare di MSF, abbiamo guardato in classe un video prodotto dalla stessa organizzazione, che ci ha aiutato anche a smascherare i molti pregiudizi che avevamo riguardo a ciò che fanno realmente le navi di ricerca e soccorso.
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A partire da tutte queste riflessioni, abbiamo voluto realizzare l’installazione HUMAN.
Umano, ovvero ciò che è proprio dell’uomo, come parlare, pensare, provare dei sentimenti. E allo stesso tempo ciò che rende uomini, come essere liberi di inseguire un sogno e di costruirsi la propria storia, la propria identità.
Abbiamo scelto di scrivere questa parola con i fiori: i loro colori, le loro mille forme e i diversi profumi simboleggiano la ricchezza della diversità umana; allo stesso tempo, attraverso i fiori abbiamo voluto lanciare un messaggio: così come non è possibile contenere la primavera, non si possono cancellare con l’indifferenza e l’ignoranza gli infiniti mondi che si avvicinano, si allontanano, si mescolano, contenuti nella parola HUMAN.
Tra i fiori abbiamo appeso le lettere che ognuno di noi ha voluto scrivere ad una delle persone identificate del naufragio di Cutro dopo aver letto sul giornale poche righe che ne riassumono la vita e i sogni. Si possono leggere, oppure ascoltare scansionando i QR code incollati sulle buste, perchè abbiamo voluto registrarle per far sentire ancora più distintamente la nostra voce.
Con tutti i nostri audio abbiamo realizzato un serie di podcast:
Human
HUMAN Se vi capitasse di attraversare il cortile della scuola media Quintino Di Vona di Milano, il vostro sguardo cadrebbe su un'insolita aiuola verticale, incastonata tra il campo da pallavolo e la pista di salto in lungo. A ben guardare, vi accorgereste che le piante di fiori appese, legate insieme da un nastro rosso, formano la parola HUMAN.
Tramite le nostre immagini, le nostre voci ed i nostri fiori, abbiamo voluto restituire vita ed importanza anche a tutti gli anonimi numeri ancora non identificati e farli risbocciare in una nuova primavera. Perché solamente riconoscendo gli altri anche noi possiamo restare umani.
Autori: la 2^I della scuola IC Quintino Di Vona – Milano