“Non ero preparato per partire missionario, ma ho accettato la proposta dei superiori di aprire una piccola finestra sul mondo, una missione tra i poveri… e Kami era il posto giusto! Non potevo dire nient’altro se non che era arrivato il momento per me di non vivere più di chiacchiere, ma di dare finalmente il mio contributo.” Padre Serafino
Può la solidarietà, quel sentimento di aiuto e fratellanza che come una corda invisibile lega tutti noi, essere così potente da riuscire a superare oltre 10.000 km? Contro ogni previsione logica la risposta a questa domanda è affermativa. Infatti, Padre Serafino e altri volontari ci sono riusciti e continuano tuttora a perseverare nella loro impresa. I missionari di Don Bosco, che ormai da più di trent’anni si trovano a Kami per realizzare i vari progetti descritti nei paragrafi successivi, sono stati in grado di annullare l’enorme distanza che separa l’Italia dalla Bolivia.
Quella che a mio parere è la parte più sorprendente di tutto il loro operato è la capacità di far battere all’unisono i cuori di persone così differenti fra loro al ritmo di un’unica melodia suonata con note di speranza e collaborazione.
Partito il 2 gennaio del 1985 per prendere il posto del missionario Padre Francisco Borello, Don Serafino è coinvolto in azioni umanitarie sul suolo boliviano da ormai più di tre decenni. Come spiega nella sottostante intervista, quando ha accettato la proposta pensava che dopo un paio di anni sarebbero arrivati altri volontari più giovani a sostituirlo. Eppure, ancora oggi lui rimane a Kami per dare il suo importante contributo.
La scelta missionaria di Padre SERAFINO CHIESA
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La Missione Salesiana di Kami, iniziata nel 1977, opera su un’ampia area geografica che si estende per circa 910 kmq nel dipartimento di Cochabamba in Bolivia. Le persone che abitano questo vasto territorio, appartenenti alle etnie Quechua e Aymara, si dividono in campesinos, cioè comunità estremamente isolate e piccole che sopravvivono praticando agricoltura e allevamento di sussistenza, e mineros, ossia minatori dalla cultura più occidentalizzata che lavorano nell’estrazione di metalli, fra cui soprattutto il tungsteno (wolfram).
Bolivia - Medici Senza Frontiere Italia
La Bolivia è uno dei paesi con gli indicatori sanitari più bassi in America Latina. Nonostante l'aumento degli investimenti nelle strutture sanitarie pubbliche negli ultimi anni, la disponibilità e la qualità dell'assistenza rimangono scarse. Il tasso di mortalità causata da gravidanza e parto in Bolivia, ad esempio, è il peggiore dell'America Latina.
Come possiamo leggere sul sito dell’organizzazione di Medici Senza Frontiere, che da tanti anni porta avanti diversi progetti in quei luoghi, la Bolivia è uno degli Stati dell’America latina con i più bassi indicatori sanitari. L’età media è inferiore rispetto a quella di molti altri Paesi in quanto gli incidenti nelle miniere, le malattie polmonari come la silicosi, le complicanze durante le gravidanze adolescenziali, la povertà e le scarse condizioni igieniche sono alcune tra le principali cause dell’alto tasso di mortalità.
Per cercare di migliorare la vita delle popolazioni locali e per rendere la missione autosufficiente da un punto di vista economico, in modo tale che non debba più dipendere esclusivamente da donazioni ma possa autofinanziarsi, Padre Serafino, insieme a Padre Michelangelo ed ai numerosi volontari che negli anni si sono avvicendati, ognuno mettendo a servizio della missione le proprie competenze, hanno dato origine ad opere che spaziano dall’ambito sociale fino a quello tecnico e produttivo.
Per aiutare i campesinos, i missionari sono intervenuti in vari ambiti apportando numerosi miglioramenti: la costruzione di serre, necessarie per la coltura di prodotti che altrimenti sarebbe impraticabile a causa del clima avverso e dell’elevata altitudine; un’accurata selezione delle sementi, che ha aumentato i raccolti di patate; il rimboschimento, che tramite l’impianto di alberi di eucalipto ha ridotto il rischio di frane, rivitalizzato i terreni impoveriti e fornito materie prime; la realizzazione di una scuola, in cui si diplomano molti giovani; l’introduzione di nuovi metodi di allevamento, come la recinzione dei porcili per diminuire la diffusione di malattie; la creazione di una cooperativa di consumo, Kami Productiva, che si occupa di commercializzare gli alimenti derivati dalle produzioni agricole e dagli allevamenti di bestiame.
Altri due importantissimi progetti riguardano la sanità, con la realizzazione di un ospedale e con la diffusione di vaccini e medicine che hanno contribuito notevolmente a diminuire il tasso di malattie fra la gente locale, e la comunicazione, con la fondazione di Radio Don Bosco, strumento che consente il dialogo e la diffusione di notizie inerenti alla missione e alla comunità di Kami.
Per i ragazzi andare a scuola dovrebbe rappresentare la normalità, ma per coloro che abitano nei Paesi più poveri come la Bolivia è solo una sfida. I bambini di Kami, prima dell’arrivo dei missionari, non potevano ricevere un’adeguata istruzione a causa sia dell’impossibilità da parte dei maestri che provenivano dalla città di raggiungere i loro villaggi che dal rifiuto di questi ultimi di svolgere un lavoro per il quale venivano sottopagati. Oggi, grazie a una migliore organizzazione del sistema scolastico, all’aumento dello stipendio degli insegnanti e alla ristrutturazione degli ambienti in cui si tengono le lezioni, l’analfabetismo infantile è diminuito e i giovani studenti hanno imparato a leggere, scrivere e contare. In seguito a questi incentivi, le giornate scolastiche annuali sono passate da 50 a 200. Agli occhi di molte persone potrebbe apparire un traguardo insignificante ma, come ci insegna Nelson Mandela, “L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”.
Dato che la scuola media e superiore si trova solamente a Kami, luogo così distante dai villaggi in cui abitano i contadini che gli studenti ci impiegherebbero più di 5 ore a raggiungerlo, è stato costruito un convitto (internado) che ospita i ragazzi più meritevoli e consente loro di proseguire gli studi.
A mio parere, si tratta di un’iniziativa davvero meravigliosa perché apre a molti giovani una finestra di possibilità sul mondo. Come afferma un missionario di nome padre José Nguyen: “Ogni giovane deve essere accompagnato con fiducia e allegria per aiutarlo passo passo a raggiungere i propri sogni”.
INTERNADO WAYNA WASI edizione italiana
Ci siamo permessi di sottotitolare in italiano la versione originale di un significativo filmato realizzato da P. José Nguyen (sacerdote presso la Missione d...
Un altro progetto della missione ha portato all’invenzione di particolari rubinetti, il cui funzionamento si può osservare nel video sottostante, che forniscono acqua potabile ai bambini che vanno a scuola in modo da evitare gli sprechi. Come spiega Padre Serafino, si tratta di un semplice accorgimento che però permette di risparmiare molta acqua nel caso in cui qualcuno si dimenticasse di chiudere il rubinetto.
KAMI Progetto Acqua Potabile
Padre Serafino Chiesa spiega il funzionamento delle fontanelle
Uno dei programmi di Kami più complessi è quello che ha riguardato la realizzazione di due centrali idroelettriche, una terza è in costruzione, con il fine di rendere la missione economicamente indipendente, di portare l’elettricità ai campesinos e di fornire posti di lavoro. Oltre a questi obiettivi, tale progetto aveva l’intenzione di sfruttare le risorse locali, in primis l’acqua del fiume Ayopaya. Le macchine per queste due centrali, dismesse da aziende italiane in quanto ormai vecchie, sono state smontate e aggiustate per poi essere spedite in Bolivia tramite container e ricostruite sul territorio. Sono macchine del 1939 ma ora perfettamente funzionanti!
La Centrale di Quehata
Un riassunto dell'evoluzione della produzione di energia idroelettrica legata al finanziamento dei progetti della missione di Kami
Per trasportare e per vendere il surplus energetico ricavato dalle centrali alla rete nazionale boliviana, è stata realizzata una linea elettrica di 45 km, sempre grazie all’aiuto di volontari italiani, la maggior parte in pensione. Alcuni dei tralicci di questa linea elettrica provengono dalla vecchia linea ferrea di Fossano (CN), comprati come rottame, smontati e poi saldati a Kami.
La Linea ad Alta Tensione
Come è stata portata a termine la linea ad alta tensione che connette gli impianti di generazione di energia idroelettrica di Kami alla rete di distribuzione...
L’opera più ambiziosa di tutte riguarda la realizzazione di una terza centrale idroelettrica per aumentare ulteriormente l’energia e il guadagno. In questo modo, il “Terzo salto”, nome con cui è stato chiamato il progetto, porterà a una produzione di 6 megawatt di elettricità, il triplo rispetto ai 2 megawatt forniti dalle due centrali originali. Si tratta di un’iniziativa molto elaborata in quanto, per portarla a termine, tra i vari compiti da eseguire è stato necessario scavare una galleria di 1340 metri attraverso il monte Chico Chicote. Tutto il lavoro è stato svolto dai minatori con faticose tecniche tradizionali che hanno reso difficoltoso il completamento della struttura.
“[…] la nuova centrale era in fase di ultimazione ma una frana ha quasi completamente distrutto la nuova sala macchine, quanto è più facile distruggere che costruire”. In un momento di sconforto Padre Serafino ha confidato queste parole che ci permettono di capire le difficoltà incontrate nel portare a termine un progetto tanto arduo quanto apparentemente folle a causa dell’elevata altitudine e dell’impervietà o dell’assenza di strade. Nonostante la frana sia stata un imprevisto inaspettato che ha provocato danni ingenti, la caparbietà dei missionari e la volontà di ultimare l’opera hanno prevalso.
TERZO SALTO
Padre Serafino Chiesa spiega il Progetto Terzo Salto e illustra gli avanzamenti dei lavori (aggiornato a gennaio 2019)
Come si può notare dall’elenco sovrastante, sono davvero tante le iniziative, così com’è davvero tanta la dedizione di chi dal nulla è riuscito a dare un contributo concreto. I missionari hanno innescato un meccanismo dinamico che sta accompagnando la popolazione di Kami verso una realtà migliore. Credo che questo dimostri a tutti noi giovani quante cose si possano fare se si hanno la giusta motivazione e il giusto coraggio.
“A volte le difficoltà da superare per raggiungere gli obiettivi sono tante, ma questo non ferma il nostro lavoro”
Queste parole di Padre Serafino sono un grande esempio di forza, perseveranza e determinazione. Aiutare gli altri, soprattutto in realtà lontane e spesso sconosciute, è difficile e richiede tempo e pazienza, ma per iniziare a sostenere coloro che hanno più bisogno non credo si debba pretendere subito di fare qualcosa di trascendentale. Penso sia sufficiente anche solo essere consapevoli del mondo che ci circonda e adottare un comportamento che rifletta la nostra presa di coscienza al riguardo.
di Anna Baracco, Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris di Torino, classe 3°L
Fonti:
• https://www.medicisenzafrontiere.it/cosa-facciamo/dove-lavoriamo/bolivia/
• https://progetti.missionidonbosco.org/progetti/kami-bolivia-una-centrale-idroelettrica-per-le-comunita-campesine/
• https://www.missionidonbosco.org/sud-america/padre-serafino-chiesa
• http://www.missionekami.it/
Foto scattate da Enrico Garro e Mauro Cociglio
Video realizzati da Roberto Allegro