Gli immigrati ci rubano il lavoro?
Crediamo forse che gli italiani accetterebbero mai di lavorare nei campi al caldo o al freddo, per ore e ore, senza sosta, per pochi spiccioli al giorno? O nei magazzini a caricare/scaricare merci di gran peso per molte ora di fila, in condizioni spesso disumane?
Il loro salario è di qualche moneta al giorno, senza raggiungere neanche i 10 euro giornalieri. Tutto ciò senza una messa in regola né una assicurazione lavorativa, tutto ciò senza mai un riconoscimento!
Gli italiani, al contrario, puntano a lavori di una certa professionalità, cercando uno stipendio abbastanza alto per accumulare soldi, per togliersi alcuni sfizi: una lavatrice nuova, dei soldi per andare in vacanza, per divertirsi in famiglia, spendendo in feste o beni non del tutto necessari.
In Italia si parla spesso di “CRISI LAVORATIVA”, una crisi accentuata dall’arrivo degli immigrati, che secondo molti rubano il nostro lavoro. Ci facciamo scudo dei nuovi arrivati per giustificare il rifiuto di lavori semplici, umili, manuali e mal pagati, per giustificare un non volere “sporcarci le mani”.
Se riflettiamo su ciò, ci rendiamo conto come ognuno di noi è responsabile delle proprie scelte personali, sociali, civiche, lavorative, italiano o straniero che sia.
Inoltre chi arriva in Italia, anche se nato lontano da qui, non è forse da considerare “italiano”? Sarebbe necessario, prima di crisi lavorativa a causa degli immigrati, parlare di rispetto per la persona, accettazione e riconoscimento dell’altro, uguaglianza umana e sociale, condivisione; bisognerebbe allontanare da noi pensieri e parole che facciano vedere lo straniero come una persona meno degna di noi e diversa…
Ma poi, siamo proprio sicuri che sia così diverso?
di Samuele Pisciotta, Danilo Arena, Elisa Fasone, Istituto Comprensivo "A.Ugo" Palermo, classe 2I