Ebola colpisce ancora: dopo il boom del contagio di Ebola tra il 2013 e il 2016, il virus ora si diffonde principalmente nell’area della Repubblica Democratica del Congo.

In questi anni la malattia ha ucciso oltre undicimila persone soprattutto tra Sierra Leone, Liberia, Guinea e Nigeria. L’8 maggio scorso il governo dell’ RDC ha annunciato il ritorno di Ebola, virus terribile che provoca febbre grave, vomito, diarrea e sanguinamento interno ed esterno. Circa la metà delle persone infettate muore, ma i bambini hanno ancora meno probabilità di sopravvivere.
Per questo non è eccessivo definire “miracolo” la storia della piccola Benedicte, una bambina alla quale è stata diagnosticata l’ebola quando aveva solo sei giorni. La mamma di Baby Benedicte, così è stata chiamata la bimba, è stata infettata dall’ebola ed è morta durante il parto. Benedicte ha mostrato i primi sintomi del virus solo alcuni giorni più tardi e ci sono volute cinque settimane di trattamento giorno e notte per tenerla in vita.
Benedicte è la paziente più giovane ancora vivente e la sua storia è nota come “Il miracolo di Beni.”
La caratteristica che fa di ebola un grave pericolo è che i sintomi con cui si manifesta rendono il rischio di contagio molto alto, rischio cui sono maggiormente esposti gli stessi operatori sanitari.

Secondo gli esperti “il rischio che l’epidemia si possa diffondere ad altre province nella Repubblica democratica del Congo, così come nei Paesi vicini, rimane molto alto“. L’epidemia di ebola continua a diffondersi soprattutto in Nord Kivu e ha raggiunto la città di Butembo e nuove aree isolate difficili da raggiungere, anche a causa del conflitto in corso nel Paese.
Per limitare il contagio, tra RDC e Uganda sono presenti decine di centri dove,
prima del controllo dei documenti, le persone devono essere esaminate da un medico. Se la temperatura corporea è più alta della media, esse sono sottoposte a ulteriori controlli per verificare se sono affetti dall’ ebola.
Questa rete di controllo è la linea del fronte pensata per evitare la diffusione del virus.
Si spera, inoltre, che il vaccino sperimentale che MSF e altre organizzazioni stanno fornendo, eviti il ripetersi della tragedia del 2014.

di Fabio Constantinescu, Lorenzo Caretta, Marco Esposito, Istituto comprensivo “Carlo Porta”, Lurago d’ Erba, III B.

FONTI
1) https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/nuova-epidemia-di-ebola-il-nostro-intervento/
2)https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2018/12/07/news/ebola_-213663819/?ref=search
3)https://www.africarivista.it
4) https://www.internazionale.it