Nel continente africano la fame, la povertà e l’assenza dei genitori portano i bambini ad arruolarsi ai gruppi militari.
Quando questo non avviene per loro volontà essi vengono rapiti perché sono facilmente influenzabili, non pretendono una ricompensa e si soddisfano con un po’ di cibo.
La maggior parte dei bambini soldato proviene dal Sudan, essi vengono portati in Arabia Saudita e addestrati. Nel 2015, durante la guerra in Yemen lanciata dall’Arabia Saudita, hanno combattuto tantissimi bambini soldato originari della regione del Darfur. Secondo il racconto di alcuni combattenti, i sudanesi combattono in cambio di denaro visto che il loro paese è in grave crisi economica. Questi vengono pagati in riyāl sauditi, circa 480 dollari al mese per un ragazzino di quattordici anni senza esperienza e 530 dollari per un ufficiale esperto.
Pur essendo 18 anni l’età minima per arruolarsi nell’esercito secondo uno dei *Protocolli opzionali* affiancati alla *Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza*, l’età media di questi giovani soldati è dai 9 ai 13 anni. Si tratta dunque di una grave violazione della normativa di legge.
I bambini soldato sono presenti in molti paesi dell’Africa, ovvero in Burundi, Sudan, Somalia, Liberia, Angola, Sierra Leone, Uganda, Costa d’Avorio, Algeria e Nigeria.
Questi bambini vengono manipolati, costretti ad assistere a pesanti violenze come l’uccisione dei loro genitori o episodi di cannibalismo e vengono sottoposti all’uso di droghe che trasformano il bambino in un mostro.
Utilizzare bambini soldato nei conflitti rientra nei crimini di guerra. Il lato positivo di questa situazione è che negli ultimi anni sono stati liberati circa sessantacinquemila bambini, anche se rimane tanto lavoro da svolgere nel Sud Sudan. In questo paese, indipendente solo dal 2011, si è combattuta una lunga guerra civile tra diverse etnie per la conquista del potere, durante la quale sono stati impiegati nell’esercito circa diciannovemila minori. Per procedere alla smilitarizzazione completa ci vorrebbe la fine definitiva di ogni conflitto armato. Da poco sono iniziate trattative di pace e si sta progettando un governo di transizione.
L’utilizzo di armi leggere ha facilitato il coinvolgimento dei bambini perché non serve molta forza per sostenerle. Inoltre alcuni bambini vengono usati come “*scudi umani*” per aprire la strada nei campi minati.
Infine esistono molte organizzazioni non governative che si occupano della salvaguardia dei bambini soldato, le principali sono:
-Save The Children, che combatte per i diritti dei bambini e per miglioramento delle loro condizioni di vita;
-Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza;
-Amnesty International, che si occupa di prevenire e porre fine alle violazioni dei diritti umani.
Abbiamo cominciato ad interessarci all’argomento dopo aver letto un brano dell’antologia scolastica riguardante i bambini soldato che ci ha colpito molto. Nel corso delle nostre ricerche abbiamo provato rabbia verso gli sfruttatori, dolore per questi ragazzi innocenti e infine speranza affinché un giorno vengano abolite queste usanze e rispettate le leggi.
Autori: Degani Jessica, Gandini Asia, Rossato Elisa della classe 3 B della scuola media “A. Pasetto” di Roncanova di Gazzo Veronese (VR)