In Indonesia, alla fine dello scorso anno, in poco più di tre mesi si sono verificati due violentissimi “tsunami”, che hanno provocato morte e distruzione.
Ma cosa è uno tsunami?
Lo tsunami è un’ immensa onda d’acqua alta anche più 10 metri. La parola tsunami significa “onda di porto” ed è un altro modo per definire un maremoto. Lo tsunami si può formare da un terremoto, un’eruzione vulcanica o da una frana che cade in acqua. Un evento di questo genere può distruggere ogni cosa – navi, porti, edifici – e trascinare via migliaia di persone.
L’ultimo, nel dicembre del 2018 a Giava e Sumatra, si è verificato a causa dell’eruzione vulcanica del Krakatoa , con onde di 20metri, distruggendo svariate centinaia di edifici tra cui alberghi e case, con 281 morti , fra cui molti partecipanti ad un concerto rock sulla spiaggia.
L’Indonesia è una delle zone del mondo dove si verificano più spesso terremoti ed eruzioni vulcaniche, che causano devastazione e molte vittime, in alcuni casi nell’ordine delle migliaia. L’immenso arcipelago indonesiano è particolarmente esposto agli tsunami per la sua posizione sulla “cintura di fuoco”, la linea che virtualmente corre tutta intorno al Pacifico. L’Indonesia è anche tra le più importanti zone vulcaniche, con oltre 100 vulcani ancora in attività. Sia nel remoto che nel recente passato gli eventi sismici collegati all’azione vulcanica hanno spesso colpito con violenza questi luoghi.
Ecco i terremoti e gli tsunami più disastrosi avvenuti in Indonesia negli ultimi anni.
Nel dicembre del 1992 a Giava, c’è stato un terremoto di magnitudo 6,8 che colpisce l’ isola di Flores provocando uno tsunami di 25m colpendo due isole, causando 2500 morti.
Nel giugno del 1994 a Giava, c’è stato un altro terremoto di magnitudo 5,9 causando uno tsunami che a sua volta causò 200 morti.
Nel dicembre del 2004 nel sud-Est Asiatico, ci fu una vera e propria ecatombe: un terremoto sottomarino di magnitudo 9,3 che provocò uno tsunami di 30m causando più di 220mila morti.
In questa situazione , Medici senza Frontiere , con operatori prevalentemente locali, dà un grande contributo per l’assistenza alle persone colpite, sia per ripristinare i principali servizi igienici sia dal punto di vista medico, costruendo nuovi ospedali per sostituire quelli danneggiati e gestendo cliniche mobili per le cure di base , ma anche con un supporto psicologico soprattutto ai bambini.
Di : Davide Caroti, Viola Fumi, Giulio Giovannini e Luca Lombrichi. Istituto Pietro Aldi Manciano , sezione di Marsiliana, V elementare e I media
Fonti : medicisenzafrontiere.it , repubblica.it, lastampa.it