L’ONU durante l’ultima conferenza che si è tenuta a Ginevra il 13 Aprile 2018, ha dichiarato lo stato di crisi Umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo, a livello 3, il più alto del sistema di classificazione.
L’obiettivo è di raccogliere 1,4 miliardi di euro di aiuti umanitari per assistere milioni di persone che soffrono a causa della guerra, delle malattie, della fame e che sono costrette ad abbandonare le loro abitazioni.
Cosa è successo? Negli ultimi anni nella Repubblica del Congo si sono susseguiti episodi di violenza, ribellioni, proteste e agitazioni politiche. Cinque milioni di persone sono morte nella guerra civile tra il 1997 e il 2003. La sicurezza del Paese è diminuita notevolmente a causa di problemi interni al governo che hanno incoraggiato le violenze tra le milizie che controllano gran parte del paese. Più di 13 milioni di congolesi hanno bisogno di aiuti umanitari e 7,7 milioni vivono una situazione di insicurezza alimentare. Questa situazione è resa ancora più complicata dalla presenza di continue epidemie di morbillo. In Occidente sembra che molti se ne siano dimenticati, si registrano solo 35 decessi annui in Europa mentre nelle Americhe un ultimo caso è stato registrato nel 2002; ma il morbillo è una malattia virale altamente contagiosa e altrettanto pericolosa. Si trasmette per via aerea tramite starnuti o con un colpo di tosse. Colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai 5 anni dove è più alto il rischio di sviluppare altre patologie gravi quali malnutrizione severa e infezioni del tratto respiratorio e può risultare mortale in caso di complicanze e in mancanza di terapie adeguate.
Tra le emergenze questa dovrebbe essere la più facile da sconfiggere, almeno a livello teorico, anche perché si combatte con 2 dosi di un vaccino sicuro ed efficace. Ma purtroppo nella Repubblica Democratica del Congo non è cosi! Perché?
Innanzitutto dal 2011 l’ex provincia di Katanga viene colpita da grandi epidemie di morbillo ogni 2-3 anni. Tra il 2011 e il 2013 sono stati colpiti 300.000 bambini e 5000 sono morti.
Per far fronte a tutto ciò MSF ha vaccinato oltre un milione di bambini in nove mesi, e dal 2016 ha curato più di 41000 bambini. Ma per proteggere una popolazione, deve essere vaccinato il 95% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 15 anni. E questo non è possibile.
Vediamo i diversi motivi:
– solo il 28% della popolazione ha a disposizione strutture adeguate;
– l’accesso alle cure mediche diventa difficile (vi è carenza di forniture mediche per la difficoltà nei trasporti, carenza di corrente elettrica necessaria ai frigoriferi dove si conservano i vaccini, difficoltà nel raggiungere le comunità);
– il ministero della salute non investe in infrastrutture e personale;
– il 70-80% degli 80 milioni di abitanti della RDC vive sotto la soglia della povertà e non può affrontare delle spese mediche ( 3-8 euro circa).
Inoltre vi sono difficoltà logistiche e di spostamento per raggiungere i centri isolati di questa regione:
– non esistono strade asfaltate,
– i villaggi sono disseminati nella foresta, a centinaia di chilometri l’uno dal’’altro, spesso raggiungibili solo a piedi, in motocicletta o attraversando torrenti d’acqua con le piroghe e lottando contro barriere di vegetazione per diversi giorni, e questo rende impossibile trasportare grandi quantità di medicine, vaccini e cibo terapeutico.
Così molti bambini non riescono mai ad accedere ai trattamenti medici e non vengono mai vaccinati. Il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni, è molto alto, e spesso i decessi non vengono neanche registrati. È per tutto ciò che nel Marzo 2018 si è manifestata l’ultima epidemia di morbillo, in diversi distretti nella provincia di Katanga, in un’area grande quanto la Spagna. Da Marzo a Settembre le èquipe dei MSF ha vaccinato 231.646 bambini, e curato 3334 casi di morbillo. Da Dicembre 2018 a Febbraio 2019 insieme al Ministero della salute locale, MSF ha curato 393 bambini affetti da forme acute di morbillo negli ospedali locali e 2957 casi più lievi in strutture ambulatoriali. Hanno vaccinato 64629 bambini e ogni giorno si continua….
…..nonostante le difficoltà immense che ragazzi come noi difficilmente riescono ad immaginare. Sull’attività che viene svolta dall’organizzazione Medici Senza Frontiere colpisce particolarmente l’impegno di tante persone (medici, infermieri, personale sanitario) provenienti da tanti paesi, pronte ad intervenire tempestivamente in tutte quelle parti del mondo dove si verificano situazioni di emergenza (terremoti, conflitti armati, epidemie ecc.), utilizzando strutture quali ”cliniche mobili”, containers che fungono da terapie intensive, per cercare di raggiungere i bambini che vivono nelle aree più gravemente colpite.
Il caso dell’epidemia di morbillo nella Repubblica Democratica del Congo è uno dei tanti esempi che fa molto riflettere; una malattia che per noi occidentali sembra del tutto debellata, ancora oggi semina morte e panico, soprattutto tra i bambini dei Paesi sottosviluppati. Comprendiamo quindi, come dobbiamo ritenerci fortunati nell’avere garantito nel nostro Paese il diritto alle cure mediche. Per esempio, la vaccinazione, che in Italia viene garantita durante l’adolescenza, non è cosi scontata in tante altre parti del mondo. Queste situazioni devono spronarci ad un impegno sempre più intenso e concreto verso quelle parti del mondo in cui si vivono condizioni economiche politiche e sociali così drammatiche.
Pertanto crediamo sia importante sostenere organizzazioni quali Medici Senza Frontiere sul piano economico per soddisfare le necessità (medicine, strumentazioni, personale sanitario), ma è anche importante l’impegno internazionale dei Paesi che devono collaborare e dialogare sempre più per il bene autentico dell’Umanità, soprattutto rispetto al Diritto alla salute.
Alla luce di ciò speriamo che cresca in ognuno di noi sempre più il desiderio che si produce in impegno personale, secondo la propria professione, verso le popolazioni che vivono condizioni disumane.
Autori
Edoardo Angilella
Michele Purpura
Classe 3^ E – I.C. GUGLIELMO MARCONI – Palermo
Credit: immagine in evidenza
Vaccinarsi vuol dire vivere: l’impegno di MSF
Credit: altre immagini
Cartina della RDC
Fonti:
Sito di Medici Senza Frontiere
Corriere