La storia di Abdullah, dal Marocco all’Europa alla ricerca di una vita migliore
VOGLIO VIVERE – Da sempre le persone hanno sentito il bisogno di spostarsi, ma mai in masse enormi quanto oggi. Le nuove rotte della migrazione stanno portando salvezza a molte persone, ma altre perdono la vita in mare sopra ai “barconi”, dove sono stipate a centinaia in spazi ristretti, e per colpa del “mix” pericoloso che si crea sull’imbarcazione, costituito da carburante, vomito, acqua ed urina che ustiona le gambe delle persone.
A scuola abbiamo incontrato dei membri di Medici Senza Frontiere che ci hanno illustrato le attività che svolgono nei circa 70 Paesi dove prestano il loro intervento: abbiamo capito che nel mondo ci sono moltissime guerre dove muoiono tante persone ma soprattutto bambini.
Grazie alle organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere si riescono a salvare centinaia di persone che senza di loro morirebbero, sia nei paesi di origine ma anche in mare.
Durante l’incontro i volontari di MSF ci hanno raccontato di un salvataggio effettuato in mare dove c’erano mille persone sui barconi, ma il capitano della nave di soccorso non ha esitato a portarli in salvo anche se la nave poteva contenere solo circa 600 persone: è anche grazie a questi silenziosi atti di coraggio che si possono salvare vite umane altrimenti condannate. così hanno potuto salvare migliaia di persone.
Tramite lo zio di un compagno, abbiamo intervistato Abdullah, un quarantenne del Marocco settentrionale che è voluto venire in Europa per condurre una vita migliore e poter vivere in situazioni igienico-sanitarie più favorevoli alla sua età, ed è sopravvissuto al lungo viaggio.
È partito dal porto di Tangeri Med, situato al nord ed è lo scalo di molte navi commerciali e si affaccia sullo stretto di Gibilterra.
Ecco la testimonianza:
Abdullah, quanti eravate?
Eravamo in 70 sul barcone, solo uomini, ma 3 di noi purtroppo non ce l’hanno fatta .
Quanti giorni siete rimasti in mare?
Siamo rimasti 5 giorni in mare e le provviste di cibo erano esaurite e la maggior parte della gente aveva iniziato a vomitare.
La gente che era caduta in mare, sapeva nuotare?
No, la gente quando cadeva moriva, per fortuna alcuni di noi la tiravano su; così siamo riusciti a salvare delle vite mettendo anche in pericolo la nostra.
Dopo quanti giorni sono arrivate le navi della guardia costiera?
Purtroppo sono arrivate solo al quinto giorno, e ci hanno caricati sulle loro navi portandoci alla costa più vicina, ci hanno portato al porto di Algeciras, in Spagna.
Cosa vi hanno dato quando siete scesi?
Ci hanno visitati degli uomini in tuta bianca e rossa e ci hanno dato dei nuovi vestiti dato che i nostri erano fradici e puzzolenti, e per sicurezza li hanno bruciati in modo da non far entrare nel paese delle malattie a loro sconosciute che potevano essere anche infettive.
Oggi Abdullah si è adattato al modo di vivere in Europa e va a delle “lezioni” per le persone che vengono dall’estero per farli adattare alle nuove leggi del paese dove sono andati a vivere ed oggi ha pure trovato un lavoro adatto alle sue capacità manuali.
La vita è un diritto troppo prezioso da negare, come invece accade a migliaia di persone nel mondo che per dare un futuro ai propri famigliari muoiono in mare o vengono uccisi.
È un diritto anche avere una vita dignitosa e occorre riflettere alle condizioni di disagio di chi, soltanto per andare a prendere l’acqua, deve attraversare vaste zone deserte: troppo spesso non ci pensiamo, perché per noi basta solo aprire il rubinetto e troviamo subito l’acqua che sgorga e sovente questo bene prezioso lo sprechiamo addirittura…
Quindi noi quando vediamo una persona straniera non la dobbiamo discriminare prenderla in giro, perché non sappiamo cosa ha passato per arrivare qua in Europa.
Si consiglia di vedere:
www.youtube.com/watch?v=ulHejec_USY
Per il nostro lavoro abbiamo consultato i seguenti siti:
– Medici Senza Frontiere
– Internazionale
– La repubblica
– Wikipedia
– ANSA
– Rai news
immagine tratta da:
https://www.giornaledipuglia.com/2016/07/libia-nave-msf-soccorre-migranti.html
IC VILLANOVA MONDOVI’ plesso Scuola Secondaria di Primo Grado classe 2^C
autori: Anas El Hadaj, Luca Siccardi, Emanuele Magnino, Giacomo Vinai.