Il Myanmar, ufficialmente Repubblica dell’Unione della Birmania, è lo stato più grande dell’Indocina e si affaccia sul Golfo del Bengala e sul mare delle Andamane. Situato sulla costa occidentale della penisola indocinese confina da est ad ovest con Bangladesh, India, Cina, Laos e Thailandia.
Sfortunatamente la maggior parte del mondo vive la propria vita non essendo a conoscenza di tutti i “problemi” del Myanmar. Non è solo colpa nostra, infatti, molti di questi paesi in crisi non hanno un modo di informare gli altri paesi di ciò che avviene.
Immagino anche che molti di voi non abbiate una precisa idea della persecuzione dei Rohingya, una minoranza che da tanto tempo popola i territori del Myanmar.
Le persecuzioni dei Rohingya
I Rohingya sono una delle minoranze più perseguitate al mondo, essi popolano il Myanmar. Molti diritti di base vengono loro negati , ad esempio: vengono privati loro delle terre, viene negata loro la cittadinanza e hanno anche una libertà di movimento molto ristretta; soprattutto nello stato di Rakhine. Molti di loro subiscono varie forme di estorsione e tassazione arbitraria.
I flussi migratori dei Rohingya
Nel 2015, ci fu un enorme massa migratoria, formata da milioni di persone Rohingya provenienti dal Myanmar. Tutti loro erano diretti verso i paesi dell’Asia orientale meridionale come la Malesia, l’Indonesia la Thailandia.
Alcuni di loro arrivarono vivi a destinazione, nonostante avessero trascorso il tragitto su una barca traballante in condizioni altrettanto sgradevoli.
Il Commissario delle Nazioni Unite stima che 25000 persone sono stati presi, e messi su delle navi dai trafficanti.
Ci sono supposizioni che, durante il tragitto, sono morte circa 100 persone in Indonesia, 200 in Malesia e 10 in Thailandia; dopo essere stati abbandonati dai trafficanti in mare.
Le condizioni dei rifugiati Birmani in Bangladesh
Oggi in Bangladesh vivono circa mezzo milione di Rohingya, che sono fuggiti a causa delle loro persecuzioni. La gran parte dei “rifugiati” non vivono con lo status vero e proprio di rifugiato. Questo rende estremamente difficile per loro accedere alle strutture sanitarie, ai servizi di supporto o alla protezione dallo sfruttamento, al quale i Rohingya sono
Le condizioni delle donne Rohingya in Myanmar
Alcune forme di violenza contro le donne sono particolarmente crudeli e purtroppo poco note al livello internazionale.
L’esercito birmano continua a perpetrare violenze e abusi contro civili inermi, in particolare le donne Rohingya. I soldati governativi si sono resi protagonisti di stupri di gruppo, violenze sessuali o tentativi di abusi in diversi stati del Myanmar. Tutto questo succede per vari motivi; tra cui l’inesistenza dell’ uguaglianza e dei diritti di cui ogni cittadino deve godere.
L’aiuto che MSF ha portato
L’MSF è un’associazione di medici senza frontiere che lavorano in Myanmar dal 1992. Oggi si occupa di progetti sanitari negli stati di Rakhine, Shan, Kachin, Sagaing, Yangon e Taninthary. Si concentrano soprattutto sulle cure di Tubercolosi, Malaria e HIV/AIDS.
Tra gennaio e marzo del 2016, MSF ha dato supporto al Ministero della Salute, per dare i vaccini a tutti i bambini al di sotto di cinque anni, con il risultato di avere 10951 bambini immuni contro un certo numero di malattie, tra cui la polio,la difterite e il tetano.
I bambini soldato
In Myanmar ma anche in Sri Lanka, Filippine e in altre parti del mondo, scontri etnici, guerre civili e conflitti terroristici sono combattuti anche da bambini, reclutati forzatamente da governi corrotti, signori della guerra o gruppi di ribelli. Diverse ONG internazionali sono da anni impegnate in una campagna di sensibilizzazione riguardo questo fenomeno, è uno sforzo che il mondo deve fare per rendere il mondo un miglior posto per tutti.
di Sofia Vasic, classe 3A, a.s. 17/18, Scuola Media Statale di via Vivaio Milano