Una guerra che dura da 9 anni… per quanto ancora deve continuare?

Siria, 2011. Iniziano le prime proteste contro il presidente Bashar al-Assad e il partito Ba’th; proteste che si allargheranno in tutta la nazione fino a sfociare ufficialmente in una guerra civile nel 2012.
Ma non è tutto: questa guerra non sembra avere fine anzi, col passare del tempo colpisce anche i Paesi confinanti, che scelgono se schierarsi con il popolo o con il governo.
Ad oggi il governo siriano ha l’appoggio di Paesi sciiti quali: Iran, Iraq e Afghanistan, Russia e Cina. Stati Uniti, Francia e Inghilterra insieme a Turchia, Arabia Saudita e Qatar supportano invece i ribelli.
Sono più di 570.000 i morti documentati e circa 7,6 i milioni di sfollati interni: dati scioccanti che però sono solo destinati a peggiorare, come testimonia l’attacco da parte di un aereo russo su una scuola dove erano rifugiati alcuni sfollati: 8 morti, di cui almeno 5 bambini, il bilancio della strage.
La popolazione è decimata e il morale è a pezzi. Un fotografo curdo racconta ciò che sta vivendo in questi momenti: “Ho visto morte, distruzione, sofferenza, ma alla fine sono sempre potuto tornare al sicuro dalla mia famiglia”. E prosegue: “Sul campo avevamo una certa autonomia, dal momento che, assieme alle forze statunitensi abbiamo sconfitto l‘ISIS nella regione, c’era parso di sognare che il nostro territorio sarebbe rimasto libero dalla guerra, in pace. Ci sono stati stati alcuni momenti in cui ho pensato che su questo mondo esistesse una benché minima ombra di giustizia, succedeva tutte le volte che immortalavo delle donne che combattevano contro gli jihadisti dell’ISIS; alcune di queste erano state perfino schiave dell’IS, ma ora li affrontavano e li sconfiggevano sul campo di battaglia. Inizialmente sembrava facessero la cosa giusta, avevo torto, non mi ero accorto che tutto era diventato talmente assurdo e insensato. Al solo pensiero della parola giustizia rabbrividisco, e ora credo che essa non sia mai esistita.” E conclude lanciando un messaggio forte: “Gli ultimi giorni mi hanno insegnato la verità di questo universo, ovvero, che tutto ruota intorno a un inferno di indifferenza”.
Spesso a causa di questi terribili eventi la maggior parte degli ospedali non è in grado di svolgere le sue funzioni; perciò l’equipe di Medici Senza Frontiere cerca di colmare queste lacune fornendo medici, infermieri e logisti di grande esperienza, allestendo sale operatorie, cliniche, servizi di potabilizzazione dell’acqua, programmi nutrizionali e vaccinali e assistenza psicologica.
Questa guerra è nata dalla disperazione di molti cittadini siriani che, stanchi dell’oppressione da parte del presidente siriano Bashar al-Assad avevano un impellente bisogno di rivendicare il loro diritto di libertà, bisogno talmente forte da sfociare in una guerra civile.
Tuttavia i motivi che hanno spinto questa guerra a durare così a lungo non sono solo i desideri di libertà da parte dei cittadini. Altri paesi hanno infatti approfittato di questa guerra solamente per scopi politici ed economici.
Ciò che pensiamo quindi è che la guerra sia nata per la giusta causa di ottenere la libertà, ma che si sia prolungata troppo per colpa di alcuni stati che hanno usufruito di altri più deboli.
Realizzato da: Luca Boscaini, Lorenzo Boselli, Andrea Menegatti
Classe 2 EI – Istituto Tecnico Industriale “Guglielmo Marconi”, Verona. A.S. 2019-20

Fonti:
https://www.unocha.org/story/syria-update-situation-north-west
https://www.medicisenzafrontiere.it/landing/siria-ro/
https://www.internazionale.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_siriana#Rifugiati_e_sfollati_interni