Questa espressione allarmante è stata pronunciata da Chekh Ahmed, inviato speciale dell’ONU in occasione di una riunione di sicurezza delle Nazioni Unite.

Egli ha affermato che i politici impegnati in questo conflitto “avrebbero compiuto azioni irresponsabili e provocatorie trascurando le sofferenze causate dal conflitto”. Lo stesso tono ha usato il sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, Mark Lowcock che ha definito le condizioni dello Yemen “catastrofiche”.
Dal 2015 ad oggi, 8,4 milioni di yemeniti – ha commentato il sottosegretario – “non hanno la certezza di potersi nutrire” e circa 400.000 bambini sotto i 5 anni soffrono di forme di malnutrizione. Negli ospedali mancano i farmaci e tanti feriti muoiono perché non è possibile curarli. Dunque in Yemen si muore non solo sotto le bombe, ma per fame ed epidemie.

Yemen: l’ombra della catastrofe umanitaria

Da quanto tempo dura questa guerra?
La guerra civile dilania lo Yemen dal 21 marzo 2015 e vede contrapposti da un lato gli Houthi, il gruppo armato sciita, e dall’altro le forze del Presidente Hadi, sostenuto dalle autorità internazionali. Ad oggi, le tensioni non si placano e si è venuto a sapere che gli aiuti alimentari destinati dal World Food Programme ai civili sono stati rubati e rivenduti. Tutto ciò ha causato l’indignazione del WFP che ha indagato sull’accaduto chiedendo spiegazioni ai rappresentanti degli Houti, che sull’argomento hanno sempre negato un loro coinvolgimento.
A causa di questa folle guerra, I tassi di malnutrizione infantile sono diventati tra i più alti al mondo. Le donne e i bambini sono particolarmente vulnerabili. I loro sistemi immunitari sono così deboli che sono maggiormente predisposti a gravi infezioni. Pare che i bambini che muoiono di fame soffrono immensamente poiché le funzioni degli organi vitali rallentano fino al decesso.
Il direttore di Save the Children, Tamer Kirolos, ha riferito che circa 84.701 bambini sotto i cinque anni potrebbero essere morti per malnutrizione acuta negli ultimi tre anni. Tra le cause principali che hanno contribuito a raggiungere questi numeri spaventosi vi è l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, il calo della valuta del paese a seguito della guerra e il blocco dei rifornimenti che intorno al porto di Hudayda aggrava una situazione già di per sé insostenibile. I bombardamenti non cessano e la guerra è teatro di interessi di grandi potenze mondiali incapaci di trovare una via d’uscita politica efficace verso la pace. Siamo di fronte a un triste capitolo della diplomazia contemporanea fatta di accordi sotto banco, doppiezze, ipocrisia. Quanti bambini devono ancora morire perché si abbia un’ammissione di complicità da parte delle potenze che alimentano questa guerra da oltre tre anni?
Immagine simbolo di questa tragedia è Amal, bimba yemenita di 7 anni, fotografata da Tylor Hicks per il New York Times in un campo di profughi prima di morire il 2 novembre 2018. La sua immagine ha fatto il giro del mondo provocando reazioni sdegnate e offerte di aiuto ma non le ha salvato una vita irreversibilmente segnata da denutrizione e sofferenza.
Dopo Amal, Fatima Qoba è diventata attrice involontaria dell’immane tragedia della penisola araba. La bambina ha 12 anni e pesa solo 10 kg. Originaria della provincia di Hajjah, insieme a suo padre e i dieci fratelli, così come ha raccontato da una delle sorelle, è stata costretta a fuggire da casa a causa dei raid e a vivere sotto un albero senza cibo. Il padre, di 60 anni è disoccupato e la famiglia sopravvive solo con ciò che offrono vicini e parenti.
“Il problema della malnutrizione, afferma il Dott. Roberto Scaini, sanitario di Medici senza Frontiere, esiste da prima che iniziasse la guerra civile e ora sta peggiorando”. Negli ospedali di MSF il numero dei bambini gravemente malnutriti aumenta sempre di più”. Scaini è alla sua quinta missione nello Yemen, egli afferma che il conflitto non ha fatto che aggravare una situazione molto precaria dietro la quale si nascondono motivazioni sociali, culturali ed economiche. Ad esempio in situazioni di scarsità di cibo, i primi a nutrirsi sono, per un fattore culturale, gli uomini adulti e solo dopo le donne ed i bambini. Ecco spiegato l’elevato numero di casi di malnutrizione di bambini e di donne incinte.

L’azione preziosissima di MSF nello Yemen

Gli aiuti e gli interventi umanitari che sono stati messi in atto nello Yemen in questi ultimi anni da MSF sono stati e continuano ad essere di grande rilevanza. Sono, infatti, più di 2.200 gli operatori umanitari di MSF nel paese, che lavorano in 12 ospedali e centri sanitari, e forniscono supporto ed assistenza in altri 20. In totale MSF è presente in 11 governatorati: Abyan, Aden, Amran, Hajjah, Hodeidah, Ibb, Lahj, Saada, Sana’a, Shabwa e Taiz. Dal marzo 2015 all’ottobre 2018 MSF ha assistito nelle sue strutture 973.095 pazienti, ha effettuato 76.436 interventi chirurgici e ha fatto nascere 64.032 bambini. Ciononostante occorrono ancora molta assistenza, sostegno e collaborazione internazionale affinché lo Yemen possa uscire da questa crisi umanitaria.
Per il 2019 occorrono altri fondi per continuare a rispondere agli enormi bisogni dei bambini nello Yemen. Mentre la Comunità Internazionale si incontra a Ginevra il 26 febbraio 2019 a supporto della crisi yemenita, l’organizzazione delle Nazioni Unite chiede contributi per continuare a fornire assistenza salvavita ai bambini in Yemen per aiutarli ad avere il futuro che ogni genitore nel mondo spera per i propri figli. Diventa perciò prioritario che si arrivi al più presto ad un cessate il fuoco e che si avvii un vero percorso di pace. E noi ce lo auguriamo per Amal, Fatima e tutti i bambini innocenti.

Autori: Castigliola Sofia, Di Lorenzo Amalia, Lacca Lucrezia e Mancuso Ruggero Classe 2I, ICS Marconi Palermo
Immagine in evidenza:
Roberto Scaini, medico di MSF alla sua quinta missione in Yemen, responsabile dell’ospedale di Haydan CREDITS: MSF

Credits altre immagini:

  • Amal, Tylor Hicks 2018, New York Times
  • Fatima Ibrahim Hadi, in una clinica ad Aslam, Reuters File Photo
  • Mohammed Hamoud, Anadolu Agency/Getty Images