Giovedì 24 gennaio, abbiamo conosciuto una persona speciale, la signora Giuliana Chiorrini, moglie di Carlo Urbani; un incontro per noi molto importante che non capita tutti i giorni. Le abbiamo rivolto diverse domande a cui lei ha risposto con naturalezza, creando da subito un clima informale basato sul reciproco ascolto. L’ha accompagnata la nostra assistente amministrativa, sig.ra Isabella Tiberi, una cara amica della famiglia Urbani.

Come e quando Carlo Urbani è entrato in contatto con MSF?
Giuliana: Dopo essersi laureato in malattie infettive e tropicali Carlo ha iniziato a lavorare come medico condotto a Castelplanio. Il suo sogno però era da sempre quello di portare aiuto ai popoli più poveri e svantaggiati, per questo ad un certo punto della sua carriera, si è messo in contatto con MSF. Dovete sapere che essere accettati nell’associazione non è facile, richiede anni di pratica medica e conoscere bene le lingue (Carlo parlava bene sia il francese che l’inglese). Ma le qualità più importanti che bisogna avere sono la tenacia, la resistenza alle difficoltà e la capacità di relazionarsi positivamente con le persone.

La famiglia ha ancora rapporti con MSF?
Giuliana: Si, è rimasto un forte legame con tutte le persone che lo hanno conosciuto. Negli anni in cui Carlo ha lavorato con l’associazione, infatti, ha dato tutto se stesso per gestire al meglio sia le emergenze sanitarie sia quelle sociali e umanitarie, nel suo ruolo di “diplomatico col camice”, come lui stesso amava definirsi. In questo contesto mio marito ha instaurato relazioni significative con i suoi colleghi e collaboratori. Io stessa sono membro onorario dell’associazione e vengo invitata ai vari incontri e in occasioni particolari.

In quali paesi Carlo è andato in missione?
Giuliana e Isabella: La prima esperienza l’ha fatta come volontario in Etiopia presso una missione di frati Cappuccini e successivamente si è recato per brevi periodi in Mauritania e Mali. Nel 1996, Carlo si trasferì in Cambogia su incarico di MSF per occuparsi della Schistosomiasi, una grave malattia che colpisce la popolazione dei villaggi provocando la morte soprattutto dei bambini. Essa è causata da un parassita che si insedia nel sangue umano portando alla progressiva debilitazione dell’organismo fino alla morte per emorragia. Carlo si recava nei villaggi per le visite e la somministrazione dei farmaci, spesso si spostava in piroga lungo i fiumi; a volte i territori erano controllati da bande armate e ogni tragitto era molto pericoloso. Sembra strano, ma un uomo così coraggioso aveva paura dei cani e quando andava a visitare i suoi pazienti non usciva dalla macchina se ne vedeva uno in giro! Io sono andata con lui insieme ai nostri due figli maggiori, Tommaso e Luca e abbiamo vissuto lì per circa un anno. E’ stato un periodo intenso e bellissimo durante il quale ci siamo confrontati con stili di vita ed abitudini tanto diversi da quelli occidentali, a contatto con una popolazione sempre ospitale e generosa nonostante l’estrema povertà.

Ci sono stati momenti speciali durante la sua carriera di “medico senza frontiere”?
Giuliana e Isabella: nel 1999 Carlo diventò presidente di Medici Senza Frontiere Italia e in questa veste ebbe l’onore di andare a Oslo a ritirare personalmente il premio Nobel per la Pace assegnato all’associazione. A questo proposito ci fa piacere raccontarvi l’episodio dello smoking: Carlo vestiva di solito in maniera casual e non avendo un abito adatto alla cerimonia lo aveva affittato. Arrivato a destinazione, però, scoprì di averlo dimenticato in Italia, così fu costretto all’ultimo momento a noleggiarne un altro. Di quel giorno memorabile ricordava che molti giornalisti di diverse nazionalità lo avevano intervistato, ma, a causa di uno sciopero nazionale, non era presente la stampa italiana e di conseguenza questa notizia passò quasi inosservata nel nostro paese. Era onorato di essere Presidente di MSF Italia e il suo entusiasmo contagioso traspariva già dal discorso di insediamento di cui ci piacerebbe leggervi una breve citazione:
“La polvere che si respira sul terreno, e gli occhi arrossati dalla stanchezza nei brucianti tramonti, devono raggiungere i nostri uffici, animare l’associazione, scaldare il lavoro di ognuno anche nella freddezza di un libro contabile”.
Si sentiva a capo di un vero e proprio esercito formato da soldati che combattono per il diritto alla salute di ogni uomo, in particolare per consentire a tutti l’accesso ai farmaci essenziali. In riferimento a questa campagna che gli stava tanto a cuore, Carlo disse: “E’ lì che abbiamo destinato i fondi del Nobel: due terzi della popolazione mondiale non ha ancora accesso a questi medicinali.”

Come ha vissuto il dott. Urbani il passaggio da MSF all’OMS?
Giuliana e Isabella: Nel 2000 Carlo scelse di entrare nell’OMS come coordinatore delle politiche sanitarie contro le malattie parassitarie nel Sud-Est asiatico, anziché proseguire la sua carriera in Italia, così ci trasferimmo tutti in Vietnam, adattandoci ancora ad un nuovo stile di vita. Tommaso e Luca frequentarono la scuola francese, mentre per la piccola Maddalena scegliemmo un asilo nido locale e dopo poco cominciò a parlare del posto. Purtroppo noi non riuscivamo a capirla, così chiedevamo aiuto alla ragazza vietnamita che viveva con noi. Carlo tentò di imparare la lingua, ma con modesti risultati. Un giorno, infatti, mentre era ospite in casa di una famiglia del luogo, gli venne offerta una ciotola di zuppa con la raccomandazione di non toccarla perché era bollente. Lui però non capì l’avvertimento e per non essere scortese con la padrona di casa la sollevò scottandosi entrambe le mani.


Il dott. Carlo Urbani è morto in Vietnam il 29 marzo 2003 all’età di 47 anni dopo aver contratto la Sars. Ringraziamo calorosamente Giuliana e Isabella per aver condiviso con noi i loro ricordi di un uomo che ha svolto il suo lavoro di medico con competenza, coerenza e coraggio divenendo un esempio per le nuove generazioni.

Autori: Belli Samuele, Carosi Giulia, Ronca Simona (IIIA); Ascione Alessia, Romagnoli Giorgia, Tibulca Alexia (IIIB); Albanesi Rebecca, Djondo Marisol, Velaj Lorela (IIIC); Falappa Gaia, Orofino Serena, Sistilli Alessandro (IIID).
Scuola Secondaria di I grado “Federico II” Jesi (AN)

Fonti:
“Carlo Urbani. Il primo medico contro la Sars” di Lucia Bellaspiga
“Il medico della Sars. Carlo Urbani raccontato da quanti lo hanno conosciuto” di Vincenzo Varagona
L’uso delle foto è stato autorizzato dalla famiglia Urbani.
Insegnanti referenti: Greta Scorcelletti e Maria Alessandra Bini