Tu viaggi per crescere e progettare la tua vita. Ma sei sicuro che per tutti sia così?

Ci sono persone che viaggiano perché altrimenti la loro vita finirebbe, persone che non hanno accesso a cure mediche e vengono violentate durante il loro viaggio attraverso il Messico per poter trovare un po’ di pace, libertà e un lavoro.

Ma non sempre tutti riescono a raggiungere la propria meta. Purtroppo, sono più numerosi i casi di persone che durante il loro tragitto rimangono bloccate, non solo per mancanza di denaro necessario per procedere, ma perché spesso esse vengono rapite, minacciate, violentate sessualmente e nel peggiore dei casi vengono uccise.

Riportiamo una vera testimonianza, che ci ha fatto riflettere, di una donna di 35 anni proveniente dall’ Honduras.

“ E’ la quarta volta che provo ad attraversare il Messico, ma questo non era mai successo prima. Questa volta sono venuta con il mio vicino di casa, e siamo stati entrambi sequestrati da un gruppo di delinquenti. La parte peggiore è che anche loro erano honduregni. La polizia federale era loro complice, e ognuno di noi è stato ceduto ai membri della gang. Io sono stata stuprata. Mi hanno puntato un coltello al collo, cosi non ho potuto opporre resistenza. Mi vergogno di dire questo, ma penso che sarebbe stato meglio se mi avessero ucciso.”

Condizioni d’arrivo dei migranti

Abbiamo scoperto che, come questa ragazza, un numero elevato di migranti in Messico ha vissuto terribili esperienze e subìto forti violenze.

L’associazione Medici Senza Frontiere ha intervistato ben 467 persone, di cui 9 su 10 dei migranti e dei rifugiati ha patito in prima persona atti violenti lungo la rotta o nei paesi di provenienza. In particolare, 4 su 10 di essi, è fuggito dalla propria nazione a causa di estorsioni o reclutamento forzato.

La possibilità di accedere alle cure mentali e fisiche e di ottenere l’accettazione della richiesta d’asilo non è quasi del tutto inesistente soltanto nel paese verso cui i migranti si dirigono, bensì anche durante il transito in Messico.

Non è un caso che la donna di cui abbiamo trascritto la testimonianza venga dallo stato dell’Honduras. Infatti la maggior parte dei migranti diretti negli Stati Uniti o nel Messico, provengono dal cosiddetto Triangolo Nord Dell’America Centrale (NTCA, dall’inglese Northern Triangle of Central America). Questo “triangolo” è costituito da Honduras, come abbiamo visto prima, Guatemala ed El Salvador.

Come interviene MSF

MSF richiede ai governi degli stati del NTCA, del Messico, del Canada e degli Stati Uniti che ospitino più migranti, dando a loro più protezione e cura e accettando le richieste asilo.

Al momento MSF sta facendo il possibile per occuparsi dei migranti e dei rifugiati in fuga dal NTCA, curandoli sia sotto il profilo medico, sia sotto quello psicologico, in cliniche mobili situate in alcune zone del Messico.

Nonostante i vari tentativi di MSF nel richiedere agli stati nominati in precedenza il miglioramento della situazione, quest’ultimi continuano a intervenire occasionalmente e con scarsi risultati. Questa è una crisi umanitaria. Le persone in movimento dovrebbero essere messi a riparo dalla violenza e dalle persecuzioni, essere accolti attraverso la protezione e non con ulteriore violenza, essere trattate con dignità e umanità, secondo noi.

Il loro ingresso nella società

Alla grande maggioranza degli immigrati, cioè alle persone non sposate con un messicano, non è consentito ottenere la cittadinanza o la residenza permanente. Se il Ministro della giustizia riconosce il contributo di alcune persone, per costoro viene fatta eccezione.

I matrimoni tra persone di differente nazionalità aumentano in numero sempre maggiore, dal momento che la presenza di donne messicane disponibili a sposarsi è scarsa.

Attualmente la percentuale che rappresenta gli Immigrati in Messico è l’1%, ma si stima che aumenteranno

Testimonianze

MSF – Messico: migranti in difficoltà

Ogni anno decine di migliaia di migranti arrivano in Messico dall’America Centrale. 400 di loro ci hanno raccontato perché hanno lasciato i loro paesi e descrivono le condizioni del viaggio. Tratto da “Un Mese in Azione – Luglio 2014”

Riportiamo qui sotto altre due testimonianze: le esperienze dirette di queste persone sfortunate possono aiutarci a capire che cosa provano e a che cosa sono sottoposti.

“riguardo ai rapimenti, avvenivano in gruppo. Le persone venivano torturate, non tanto per estorcere del denaro, quanto per dare un messaggio. Nel caso di due rapimenti era che i migranti provenienti dal centro America passassero in quella zona”

“Sono stata aggredita mentre lavoravo a Tapachula, li mi hanno picchiato; sono rimasta gravemente ferita per quindici giorni. La mia testa si è gonfiata a causa delle pietre che mi hanno lanciato. Mi hanno picchiato forte, avevo tagli sulla testa. Mi hanno lasciato molte ferite sulla testa, qui, mi hanno tagliato anche qui… “

“sono fuggito dal mio paese a causa delle minacce delle Pandillas, delle bande criminali. Per questo me ne sono andato. Non me ne sono andato a causa della povertà, ma per via dell’insicurezza.”

di Beatrice Arisi Rota e Chiara Ginammi, classe 3A, a.s. 17/18,Scuola Media Statale di via Vivaio Milano

foto: MSF, Anna Surinyach